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giovedì 3 agosto 2017

"La scienza non è democratica"

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Macrolibrarsi
di Federico Giovannini

Quante volte abbiamo sentito dire questa frase in tv riguardo ai vaccini, oppure da qualcuno che lo ripeteva come un mantra? Ma cosa significa esattamente? Vorrebbe per caso dire che un fatto provato rimane tale anche se non è accettato dal popolo? Detta così potrebbe sembrare ragionevole.

Ovviamente tutto ruota intorno al concetto di scienza e cosa esattamente voglia dire. Citando un celebre filosofo, diciamo quindi cosa non è la scienza: ”La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza: non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità come la probabilità” (Karl Popper, “Logica della scoperta scientifica”).
Dovrebbe essere scontato ma bisogna qui ricordare che “la scienza” è un concetto astratto, non esiste, cioè, se non nella mente degli uomini. Purtroppo sempre più spesso si commette l’errore di indentificare “la scienza” con “la comunità scientifica”, o più maliziosamente qualcuno vorrebbe farlo credere. Ma “la comunità scientifica” a sua volta, è un altro concetto astratto, perché anch’essa non esiste; esiste piuttosto un numero imprecisato di scienziati con le più diverse opinioni, basate tutte su concetti scientifici, chi più chi meno.
Chiarito il fatto che “la scienza” non scrive le sue leggi sulla pietra, cerchiamo di capire in particolare nella “scienza medica” cosa significa una “verità scientifica”. Il metodo scientifico, su cui gli scienziati si basano, prevede l’osservazione del fenomeno e la sua ripetibilità con un esperimento. Il medico (scienziato?) tuttavia osserva un essere umano, che per definizione è un essere unico e irripetibile in un laboratorio, quindi già qui dovremmo cominciare a domandarci quanto un medico possa mai essere uno scienziato.
In ogni caso, la comunità medica (scientifica?) si è data delle regole proprie per misurare l’“autorevolezza” (concetto che poco si sposa con l’idea di oggettività che siamo abituati a confondere con “scienza”) di una determinata ricerca rispetto ad un’altra.
Nel mondo delle pubblicazioni scientifiche, per misurare la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, si utilizzano tre numeri:
– Il primo, è il numero di citazioni dirette ricevute negli studi altrui, cioè quante volte gli studi di quello scienziato/autore vengono citati e referenziati nelle pubblicazioni, anch’esse accreditate, di altri autori.
– Il secondo numero, è l’ “i10-index” e rappresenta il numero di pubblicazioni accreditate che hanno al loro interno almeno 10 citazioni degli studi dello scienziato/autore.
– Il terzo numero, è il più indicativo, e il più difficile da calcolare: l’“Indice H” o “Indice di Hirsch”. Esso si basa contemporaneamente sul numero di citazioni e sul numero di pubblicazioni: indica quant’è il massimo numero H per autore, con H pubblicazioni che abbiano ciascuna al proprio interno almeno H citazioni degli studi dello scienziato/autore.
Per andare sul pratico, prendiamo 3 soggetti coinvolti nel dibattito sui vaccini: il Professor Yehuda Shoenfeld, il padre della ricerca sulle malattie autoimmunitarie, spesso citato come fonte autorevole dai free-vax; il Professor Roberto Burioni, l’esperto che vediamo sempre in tv e che sponsorizza senza se e senza ma il recente decreto Lorenzin sui vaccini; il Dottor Salvo Di Grazia, ginecologo, noto per il suo sito ‘Medbunker’, su cui si impegna ad attaccare qualsiasi tipo di dubbio riguardo alle pratiche mediche “ufficiali”, o qualsiasi terapia alternativa a quelle ufficiali.
Ecco, allora, i loro punteggi:
Professor Yehuda Shoenfeld
Citazioni: 78584
i10-index: 1146
Indice H: 121
Fonte 

Professor Roberto Burioni
Citazioni: 2567
i10-index: 61
Indice H: 27
Fonte
Dottor Salvo Di Grazia
Citazioni: 0
i10-index: 0
Indice H: 0
Fonte: Nessun link, non risulta su Google Scholar.
Secondo le stesse regole che si è data la comunità scientifica, quindi, a chi dovremmo dare retta?
La cosa più paradossale, di cui chi è arrivato fin qui ormai dovrebbe essersi accorto, è che in realtà “la scienza”, definita come è stata dalla comunità scientifica, somiglia pericolosamente a una moda.
Paradossalmente, rispetto al titolo dell’articolo, “la scienza” sembra avere dei tratti “democratici” nel senso che citando gli autori gli si conferisce “autorità”, scadendo in un preoccupante “benpensantismo”, “rigorosamente” scientifico.
In altre parole, un’idea scientifica in realtà è una moda (o convinzione) fatta dal consenso degli addetti ai lavori e non dal popolo (forse è quello il vero senso della frase “la scienza non è democratica”?)
E a questo punto sarebbe lecito anche domandarsi cosa significhi radiare un medico che la pensa diversamente (o almeno questo ci hanno fatto credere) dal pensiero dominante, dalla moda del momento.
La storia, tragicamente, si ripete, sempre.
Nota: Questo articolo chiarisce il pensiero del Professor Yehuda Shoenfeld in merito ai vaccini.
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mercoledì 2 agosto 2017

Il virus del morbillo batte il cancro!

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Ricercatori americani sono riusciti a fermare il mieloma in una paziente usando una dose massiccia di virus del morbillo, che riesce a distruggere le cellule tumorali

di Vera Martinella

shadow


Distruggere il tumore utilizzando una dose massiccia di virus del morbillo, che riesce a infettare e uccidere le cellule cancerose, risparmiando i tessuti sani. Sono riusciti a farlo i ricercatori statunitensi della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, in una prima prova effettuata su due pazienti malate di mieloma multiplo che non rispondevano alle altre terapie disponibili e avevano già avuto diverse ricadute. In particolare, una delle due donne, una 49enne che lottava con la malattia da nove anni, pare essere in remissione completa da sei mesi, per cui gli studiosi sperano possa essere sulla via della guarigione. Anche l’altra partecipante alla sperimentazione, una 65enne malata da sette anni già sottoposta a vari trattamenti senza successo, ha beneficiato della cura, con una riduzione sia del tumore a livello del midollo osseo che delle proteine di mieloma. L’articolo che annuncia il successo è per ora comparso soltanto sulla rivista edita dallo stesso ospedale in cui lavorano i ricercatori, Mayo Clinic Procedeenigs , e non su una delle più importanti pubblicazioni scientifiche di rilievo internazionale, come solitamente avviene con le principali scoperte in campo medico.
Gli esperti italiani: «Buona notizia, ma non creiamo illusioni»
«La Mayo Clinic è un’istituzione seria e competente sulla patologia, gli autore dello studio sono buon livello e i risultati dello studio clinico incoraggianti, seppure solo di fase uno - commenta Fabio Ciceri, direttore di Ematoncologia e trapianto di midollo al San Raffaele di Milano -. Certo bisogna attendere le necessarie conferme, perché due soli casi sono pochi e pubblicare sul giornale della propria istituzione è un po’ troppo autoreferenziale». Dello stesso parere è Fabrizio Pane, presidente della Società Italiana di Ematologia e Direttore dell’ Ematologia e Trapianti di Midollo all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli: «Onde evitare di creare false speranze e creare troppe aspettative è bene essere chiari: presso la Mayo Clinic è in corso una sperimentazione di fase uno che utilizza dosi elevate di un virus del morbillo attenuato come cura contro il mieloma. Si è osservato che questo virus riconosce un recettore espresso sulle cellule del mieloma, il CD46, e entrando nelle cellule ne determina la lisi (demolizione, ndr). Utilizzando dosi elevate del virus, si può determinare una lisi selettiva della massa neoplastica. Ci sono ovviamente ancora aperti molti problemi - continua Pane -: bisogna valutare la sicurezza della procedura, capire fino a che punto la terapia sia efficiente (l’espressione del CD46 può essere un punto critico, visto che in un numero significativo di casi è bassa) e poi restano da valutare le eventuali possibili “interferenze” delle vaccinazioni effettuate dal paziente in età pediatrica». Nella loro pubblicazione, del resto, sono gli autori stessi dello studio che dichiarano di avere selezionato queste due pazienti perché non avevano avuto il morbillo in precedenza e dunque avevano minori anticorpi verso il virus.
Dagli anni Cinquanta si studiano i virus in chiave anticancro
La viroterapia, ovvero la tecnica che utilizza l’abilità o la proprietà dei virus di trovare e distruggere le cellule tumorali maligne senza danneggiare quelle sane, ha una storia che nasce intorno agli anni Cinquanta. Nella speranza di trovare una strategia anticancro efficace e di «sollecitare» o rafforzare i meccanismi di difesa del sistema immunitario, migliaia di pazienti sono stati trattati con virus oncolitici (elaborati in laboratorio) derivanti da molte famiglie differenti, da quella degli Herpes, alla varicella, ai più comuni virus influenzali. Ma questa sarebbe la prima volta, secondo i ricercatori americani, in cui si arriva a dimostrare che una paziente con un tumore disseminato in tutto l’organismo ha una remissione completa della malattia grazie al trattamento potenziato di un virus. Certo ci sono buone speranze, ma è purtroppo presto per cantare vittoria perché i tempi della ricerca scientifica, si sa, sono lunghi e le fasi di sperimentazione per essere certi che una cura funzioni sono tre. Per ora è stata superata la prima.
Fonte: http://www.corriere.it
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Vaccini: La Dottoressa Gatti e il bullismo di MedBunker (Salvo Di-s-Grazia)

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VACCINI, NANOPARTICELLE E IL BULLISMO DEL DISINFORMATORE DEL CICAP SALVO DI-S-GRAZIA (MEDBUNKER) : UN'INTERVISTA ALLA DOTTORESSA ANTONIETTA MORENA GATTI

Foto inserita da Medic Bunker La Verità.
http://www.azonano.com/article.aspx?ArticleID=3644Fo

Capire cosa dice la scienza quando si parla di vaccini, negli ultimi mesi è diventato davvero importante.

Purtroppo i media e i social hanno lavorato affinché quello che potrebbe e dovrebbe essere un dibattito civile e serio, diventasse uno scontro tra fazioni pro e contro vaccinazioni. Cosa che non rispecchia assolutamente la realtà dei fatti ed il bene del Paese. La maggior parte di quelli che vengono etichettati come antivax, sono persone che chiedono chiarezza, trasparenza, la possibilità di vaccinare i propri figli in modo graduale, solo per le malattie per cui è realmente necessario e soprattutto di poter controllare lo stato del sistema immunitario dei bambini prima della vaccinazione, cosa purtroppo ancora praticamente impossibile da ottenere.
Sui social, in particolare, mi sono trovata più volte a veder denigrata e presa in giro una persona che stimo molto, una ricercatrice e una scienziata che ha ricevuto e continua a ricevere riconoscimenti dalla comunità scientifica mondiale, la Dottoressa Antonietta Morena Gatti, che insieme al marito Stefano Montanari gestisce il laboratorio privato Nanodiagnostics, a Modena.
Li ho conosciuti circa quattro anni fa, quando io cercavo un assegno di ricerca e loro cercavano qualcuno che sapesse crescere piante in ambiente inquinato e avesse esperienza di microscopi e laboratorio, per un progetto europeo che avevano vinto come capofila: il progetto INESE.
Ero io! Sono stata assunta dall'ISTEC CNR di Faenza, dove la Dottoressa Gatti faceva parte dell’organico come Professore Associato esterno e pagata con fondi nazionali per un anno, per studiare gli effetti delle nanoparticelle sullo sviluppo delle piante che coltivavo in serra e poi preparavo e osservavo al microscopio elettronico, proprio a Faenza.
Quando ho visto il polverone che si sollevava in torno a lei e al marito per aver analizzato una quarantina di vaccini e aver pubblicato i risultati, non potevo crederci. Ho deciso di chiedere alla Prof. di incontrarmi e di rispondere alle domande che sapevo in tanti avrebbero voluto fare.
Come vedrete, qualcuno mette addirittura in dubbio la veridicità dei suoi titoli accademici e qualcun altro ha cavalcato l’onda, approfittando del bisogno di sicurezze e di streghe da bruciare della folla urlante, per diventare il paladino della scienza. 
Per farlo, come vedremo, utilizza tutto, tranne un metodo scientifico, e sbaglia pure a fare i conti!
Matematica e  fisica, per fortuna, sono ancora delle sicurezze e non delle opinioni.
Foto inserita da Medic Bunker La Verità
Parlo di Medbunker, dove il Ginecologo Salvo di Grazia esprime il suo amore per la scienza e cerca di mettere al bando i cialtroni. Con metodi a mio parere discutibili e dando informazioni parziali, ma vediamo cosa è successo nel caso della Prof. Gatti, la cui fotografia sta facendo il giro dei social associata a sbeffeggiamenti vari:

Il link porta ad un articolo in cui Di Grazia, tra lazzi e insinuazioni, vuole dimostrare che il lavoro di Gatti e Montanari non è scientifico e che la quantità di nanoparticelle nei vaccini è talmente piccola da non dare sicuramente problemi di salute, proprio per loro dichiarazione.
Scherza sul fatto che si definisca esperta di «Misterious diseases». In inglese si traduce, non c"esperta di ufo" come farebbe Giacobbo, ma semplicemente di «malattie difficili da spiegare ed identificare». Cosa c’entrano, poi, i Balcani, la Guerra nel Golfo e il 9/11?
Ve lo spiego io, che ho lavorato con loro e ho visto quanta gente arriva a chiedere aiuto:
Gatti e Montanari sono gli unici ricercatori che si battono per individuare una correlazione tra le malattie che sviluppano militari e operatori che si recano nelle zone di guerra, con il "lavoro" stesso che fanno. In tanti, rientrano a casa e si ammalano di tumori e altre malattie poco simpatiche. E muoiono. Dato che le malattie sono tutte diverse tra loro, e colpiscono organi diversi, per il governo italiano non sono correlate al lavoro svolto. Quindi queste persone, spesso molto giovani, spesso con famiglia, vengono lasciate a se stesse,ammalate e senza una pensione. La Prof. Gatti si è recata di persona nelle zone di guerra, nei poligoni militari e ha raccolto campioni. Trovando all'interno delle biopsie di queste persone nanoparticelle degli stessi elementi (da combustione/esplosione) presenti sul loro luogo di lavoro, ha potuto dimostrare una correlazione con la patologia e permettere a queste persone di avere una pensione.
La stessa cosa è spesso chiamata a fare per le vittime che continuano a mietere le polveri che si sono sviluppate a New York per il crollo delle Torri Gemelle. Questo lo racconterà bene lei nell'intervista. Io mi domando come, tutti quelli che hanno diffuso per anni sulle loro bacheche di Facebook il loro amore sviscerato per i Marò, possano non portare rispetto a chi fa veramente qualcosa di concreto  per i militari italiani. 
Ma continuiamo ad analizzare l'articolo di Di Grazia.

Dato che non sa nulla di microscopia elettronica, Di Grazia ritiene lacunosa la spiegazione di come si preparano i campioni e chiede all'autrice delle analisi di dimostrare che tutto quello che a trovato non provenga dall'inquinamento del suo lurido microscopio elettronico personale.
 Per dimostrare la scientificità del loro operato,  la Prof. Gatti dovrebbe insegnare a Di Grazia, nell'ordine, a:
  • Utilizzare il microscopio elettronico
  • La strada per arrivare all’Arpa di Pesaro, in modo che lui possa chiedere ai ricercatori se puliscono il microscopio e se è a norma, dato che Gatti e Montanari utilizzano quello per le loro analisi e non hanno microscopi privati.
  • Riconoscere cellule dalla morfologia simile ai globuli rossi dalle vertebre fossili di ittiosauro.
  • Spiegargli che il microscopio è dotato di meccanismi che impediscono l’inquinamento al suo interno, cosicché lui possa riprodurre l’esperimento una volta che imparerà ad utilizzare lo strumento.
Come mai nessuno scienziato che si occupa di nanotecnologie e che sa utilizzare un microscopio elettronico ha sollevato tali obbiezioni al loro metodo? 
Non mi dilungo su questo perché nell'intervista la Prof. Gatti risponde a tutto in modo chiaro, anche al perché non siano state analizzate fiale di acqua distillata come confronto. Vediamo invece come Di Grazia cerchi di smontare la validità dell’articolo, e a lui si unisca anche un altro medico in cerca di notorietà, tale Guido Silvestri.
Ecco cosa pubblicano: Di Grazia

Silvestri  che proprio ieri ho avuto il piacere di vedere citato da un compiaciuto Enrico Mentana. Stavo lavorando a questo articolo da un po', e non nascondo di essermi sbrigata a terminarlo anche in suo onore.


Come potete leggere voi stessi, entrambi, generosamente, CI RISPARMIANO I CALCOLI CHE HANNO FATTO. 
In realtà ce li risparmiano perchè i conti non li hanno fatti loro, hanno copiato entrambi quello che ha pubblicato un blogger americano di nome Orac. 
Copiando i calcoli altrui però, sarebbe bene come minimo controllare che siano giusti. Io non sono né laureata in fisica, né in chimica, ma mi sono accorta subito che qualcosa non andava. Curiosando tra i commenti  lasciati sotto all'articolo di Di Grazia, trovo che anche qualcun altro ha avuto dei dubbi: un certo Paolo Nicolini.

Lo riscrivo in grande per chi non leggesse: 
Salvo di Grazia risponde al conto che gli propone Nicolini:
“Non ricordo il conto che ho fatto (perché non l'ho fatto io ma un fisico e poi l'ho trovato identico in altri articoli in giro per il web), i tuoi mi sembrano corretti ma non ho idea se corrispondono ad un dato attendibile. Se ne sei sicuro provo a chiedere a chi mi ha fatto quei calcoli. Ciao!”.
IL METODO SCIENTIFICO DELLO SCOPIAZZAMENTO DA IGNOTI?
Quindi Di Grazia avrebbe scritto un intero articolo per sbugiardare la Gatti basandosi su numeri sbagliati, e già così non sarebbe una bella figura.

"Se i conti sono giusti o no, i tuoi mi sembrano corretti, rifalli, se pensi siano davvero corretti provo a chiedere a chi mi ha fatto il primo conto."
Con questa supercazzola Salvo di Grazia conclude la discussione con Nicolini.
Naturalmente non chiederà mai al suo amico fisico, né controllerà i conti. Se lo avesse fatto, e con lui Luigi Silvestri, forse si sarebbe accorto che l’errore di Orac e quindi anche il loro, è ancora più grave.
Non ho trovato tutte le risposte da sola, non sono così brava. Anzi, in matematica ho sempre fatto abbastanza schifo. Ma sono una scienziata, quindi, dato che qualcosa ancora non mi tornava, ho chiesto aiuto. Ad una ricercatrice laureata in fisica,  che ha chiesto di non essere citata, e aRoberta de Carolis, Dottoressa in chimica e mia collega qui su Greenme che è intervenuta in mio aiuto nella seconda fase, quando mi sono accorta che l'errore era doppio.
Quando ho mostrato alla prima ricercatrice i conti di Orac e quelli di Nicolini, insieme alle elucubrazioni dei due medici sopracitati.
Mi ha risposto che:
“ Sbagliano entrambi: la massa di un migliaio di particelle dovrebbe essere dell’ordine dei 0,01 ng
Per calcolarla ho fatto così:
Volume della nanoparticella = 4/3*pigrecor^3
Densità di ossido di alluminio =trovata su wikipedia
Peso della nanoparticella:Volume *densità
Peso di 1000 nanoparticelle = peso della singola nanoparticella *1000
(*= x =moltipicazione)
A mio parere, però, la Dottoressa in Fisica mi aveva liquidato troppo in fretta e con poche spiegazioni. Non aveva letto tutto l'articolo, rapita dal macho fascino scientifico di Di Grazia. Il mio sesto senso continuava a dirmi che qualcosa non quadrava. Ma cosa?
Da brava, mi sono rimessa a guardare i numeri e le tabelle e ho trovato l'ERRORE VERO. 
Il calcolo della Dottoressa in Fisica poteva essere corretto, ma per farlo,  la ricercatrice aveva dato per scontato che i dati riportati da Gatti e Montanari fossero stati letti ed utilizzati correttamente,  cosa che non è stata.: OLTRE A SBAGLIARE I CONTI, Di Grazia riporta che:
"Nel campione di Cervarix (sempre vaccino anti-HPV) sono state trovate 1569 particelle di idrossido di alluminio che rappresentano 0.000000000001 ng (nanogrammi) di alluminio in una fiala intera di vaccino (!). Il nulla."
Ma non è vero!! 1569 sono particelle con ben otto composizioni differenti, tra le quali c’è anche alluminio!
Mentre l’alluminio è citato unicamente per indicare ulteriormente la sua presenza o meno nel mix di particelle.
Solo in un vaccino, il numero 1, è stato trovato unicamente Alluminio.
QUESTO  E’ UN DATO IMPORTANTISSIMO. IL NUMERO CHE INDICA DIGRAZIA NEL CERVARIX SONO PARTICELLE MISTE. 
LE PARTICELLE HANNO DIVERSA DENSITÀ’ E VOLUME QUINDI QUESTO CALCOLO NON SI PUÒ’ FARE!!


questo si capisce ancora meglio osservando la tabella 3, che qui ho condensato mostrando meglio Cervarix.

Lo stesso problema si presenta quando si mette a fare i conti Guido Silvestri. Quasi si stupisce che Gatti e Montanari, gli autori, non traducano il numero di particelle in una concentrazione specifica. C'è un motivo: perché essendo tutte particelle si sostanze diverse, non si può fare!!!
Riporto la replica della Prof. Gatti sui social a Silvestri. Replica che probabilmente in pochi hanno compreso. Ma quei pochi sono stati zitti!
"Non ho parole…Si stravolgono le leggi della Chimica a proprio uso e consumo. Questo signore confonde atomi e molecole con reticoli cristallini, aggregati, composti organometallici...: Fa calcoli pensando che le nanoparticelle e le micropolveri, cioè uno stato solido, abbiano lo stesso ordine di grandezza di molecole; fa un errore di 2, 3 ordini di grandezza e fa calcoli palesemente sbagliati dal punto di vista concettuale... Se il signore di cui sopra avesse letto l'articolo sulle nanocontaminazioni in una giornata di sole e l'avesse letto fino in fondo, capendolo, si sarebbe accorto che ci sono termini tecnici che sono alla base di nuove ricerche mondiali, finanziate. Biocompatibilità di materiali, nanobiointerazioni, denaturazione di proteine sono parole di nessun senso per lui.»


Ma se anche le nanoparticelle nei vaccini fossero pochissime e i vaccini sarebbero comunque paragonabili all'acqua fresca? La risposta purtroppo è no.
Tutta questa fatica da parte di Di Grazia e Silvestri, è stata fatta per dimostrare che la quantità di inquinanti nei vaccini è talmente infinitesimale da non costituire un rischio per la salute. Non è così. Si deve pretendere che queste sostanze non siano presenti, perché le nanoparticelle, una volta iniettate, respirate, ingerite, non vengono sempre espulse, ma possono entrare nel circolo sanguigno per essere poi rapidamente sequestrate da vari organi (reni, fegato, ecc.), dove restano indefinitamente perché non sono biodegradabili.
Il problema è che sono dei corpi estranei e l’organismo li vede come tali, facendo partire una reazione infiammatoria (granulomatosi) che si cronicizza e può diventare cancro o restare, comunque, un’infiammazione che è pur sempre una malattia.
Secondo di Grazia, però, assumiamo 6 mg di alluminio ogni volta che mangiamo un piatto di pasta, quindi perché preoccuparci dei vaccini?
A parte il fatto che un bambino di tre mesi la pasta non la mangia e il paragone non ha senso, dove ha trovato questi dati?

Ero curiosa quindi ho cliccato su “sapete” nell'articolo, pensando di trovare il link alla fonte di questo dato. 
Mi si è aperto questo link: https://www.assomet.it/  che porta alla pagina dell’ Associazione Nazionale Industrie Metalli non Ferrosi.  Li ha trovati lì questi dati? Perché sarei curiosa di sapere, se le trafile per la pasta sono in bronzo, o in acciaio, perché ci dovrebbe essere dell’alluminio nella pasta.
Ho cercato ovunque, in rete, senza trovare traccia di questi dati. Ma naturalmente posso non averli visti, e chiedo aiuto a chi potrà illuminarmi.
Di Grazia stesso ammette di non sapere quali siano le reazioni del corpo alle nanoparticelle.
Ma "l'evidenza e l’esperienza" (scientificamente cosa significa??) secondo lui ci dicono che non ci sono rischi per la salute. Quindi lui ci può assicurare del fatto che tutti i malati di tumore in Italia e nel mondo possono stare tranquilli, le nanoparticelle, che si stanno iniziando a comprendere adesso, sono innocue, anche se l’EFSA stessa dice che:
L’alluminio ha mostrato effetti neurotossici nei pazienti dializzati e per questo cronicamente esposti ad elevate concentrazioni di alluminio. È stato inoltre suggerito che l’alluminio sarebbe associato al morbo di Alzheimer e ad altre malattie neurodegenerative dell’uomo; tuttavia, in base ai dati scientifici a disposizione, il gruppo di esperti scientifici non ha ritenuto che l’esposizione all'alluminio tramite gli alimenti costituisca un rischio per l’insorgenza del morbo di Alzheimer."
Sono poi andata a controllare sul sito dell’EFSA.
Dice che:
"L’alluminio contenuto negli alimenti è dovuto alla sua presenza in natura, all'uso di additivi alimentari che lo contengono e alla presenza di alluminio nei materiali a contatto con gli alimenti, come vasi, padelle e pellicole di alluminio. Gli alimenti che maggiormente contribuiscono all'assunzione alimentare di alluminio sono i cereali e i prodotti a base di cereali (come pane, dolci, biscotti e pasticceria), verdure (come funghi, spinaci, rafano e lattuga), bevande (come tè e cacao) e alcuni alimenti per lattanti. L’acqua potabile rappresenta una fonte di esposizione secondaria. Un’ulteriore esposizione può derivare da medicinali e prodotti di consumo che contengono composti dell’alluminio."
Cioè anche loro non hanno dati scientifici a sufficienza per dirci che non ci sono pericoli, ma sulla base delle loro impressioni, dobbiamo stare tranquilli.
LA SCIENZA NON FUNZIONA COSI’. SE NON SEI SICURO, AMMETTI DI NON SAPERE  E FAI ESPERIMENTI FINCHÉ’ NON RIESCI A DIMOSTRARE CHE E’ VERO.
ALTRIMENTI PRETENDI CHE LA GENTE ABBIA FEDE E QUESTA SI CHIAMA RELIGIONE. E NON HA NULLA DI SCIENTIFICO.
Davanti a un fenomeno di cui non conoscono la causa, gli scienziati: compiono osservazioni sistematiche; formulano una domanda; elaborano un’ipotesi, ossia una possibile soluzione alla domanda; traggono previsioni dall'ipotesi; controllano la validità delle previsioni con ulteriori osservazioni o esperimenti. Il procedimento che parte dall'osservazione, prevede la formulazione di ipotesi e previsioni, e infine verifica la correttezza delle previsioni e costituisce quello che chiamiamo metodo scientifico.
Cito le conclusioni dell'articolo incriminato di Gatti e Montanari, dimostrandovi che hanno diffuso interpretazioni fantasiose di ciò che hanno scritto. Se non conoscete l'inglese, usate google translator. Alla voce Conclusions nell'articolo pag. 11 e 12.
"Le analisi effettuate mostrano che, in tutti i campioni controllati, i vaccini contengono sostanze estranee non biocompatibili e bio-persistenti, contro cui il  corpo avrà sicuramente una reazione, che non sono stati dichiarate dai produttori. Questa nuova indagine rappresenta un nuovo mezzo di controllo di qualità, che può essere adottato per valutare la sicurezza di un vaccino. La nostra ipotesi è che questa contaminazione sia involontaria, probabilmente dovuta a componenti o procedure inquinanti di processi industriali (ad esempio filtri) utilizzati per produrre i vaccini, non indagati e non rilevati dai produttori. Se la nostra ipotesi corrisponde a realtà, un controllo stretto dei luoghi di lavoro e la piena conoscenza dell'intera procedura di preparazione del vaccino, probabilmente permetterebbe di eliminare il problema. Una ulteriore purificazione dei vaccini potrebbe migliorare la loro qualità e probabilmente potrebbe ridurre il numero e la serietà degli effetti avversi avversi."
Ah dimenticavo! Ora io entrerò a pieno titolo a far parte delle fila dei complottisti. Per fortuna non lavoro più all'università e non sono un medico, quindi non posso essere radiata. 
IL COMPLOTTO
Se non abbiamo argomenti scientifici, allora cosa facciamo? Diffamiamo i nostri avversari, distruggiamo la loro credibilità, li facciamo passare per ufologi.  Anzi, arriviamo a mettere in dubbio la loro laurea e i loro titoli. Diventano pseudoricercatori. Sono curiosa di sapere cosa diventerò io dopo questo articolo.
E se, come la Prof. Gatti, sparirò anche io dal database dell’università. Nel video ho documentato tutto, date un’occhiata.
E ho capito perché blogger in cerca di fama come l’Oca Sapiens de La Repubblica, anche lei fan di ORAC, possono permettersi di affermare, seguiti dai pecoroni avidi di malevolenze, che: “All'estero hanno dubbi sulle credenziali di Antonietta Gatti in Montanari. Vanta - vantava? - un'affiliazione con il CNR di Faenza, anche se non in un istituto di nanopsicopatologia dei morgelloni, ma ho trovato solo questo.”

Naturalmente, in Europa e in America, le commissioni permettono a gente non laureata o che millanta i propri titoli di vincere e gestire progetti scientifici del valore di migliaia di euro senza controllare.... ma facendo un giro su internet, si vede come sia il CNR che l’Università di Modena e Reggio Emilia (1979/2011) abbiano cancellato ogni riferimento inerente alla Prof. Gatti. Censura o gomblotto?

Anche il sito del progetto INESE,  nei link delle università partner, non è raggiungibile, o lo è unicamente in modo parziale.


Sarò una gomblottista, ma nel 2016 i media diffondono la voce che la Prof. Gatti sia stata nominata dalla parte contraria alla vaccinazione di una coppia, come perito. Nella disputa tra i genitori sulla vaccinazione o meno della prole, in realtà l'avvocato di una di queste aveva unicamente citato uno studio a firma della Professoressa.
Lei non c'entrava assolutamente nulla e risponde con una nota stampa: La dottoressa Antonietta Gatti, chiamata in causa nel caso giudiziario in cui due genitori sono divisi sulla decisione di vaccinare o meno la figlia, chiarisce di non “avere nulla a che fare con il caso”.
Ma l'Università ormai aveva diffuso questo simpatico comunicato in cui ribadisce la propria posizione a favore dei vaccini e sottolinea che " la dottoressa Antonietta Gatti, nominata dalla parte contraria alla vaccinazione come perito, non fa più parte dell’organico dell’Università da novembre 2011".

Mi fermo qui.
Invitandovi a controllare ciò che viene scritto da chiunque. Io non so tutto e mi sono fatta aiutare, ho chiesto e indagato finché le cose non sono state chiare. Se mi sbaglio, non basterà affermare che sono solo una stupida botanica-pasticcera-quasivegana-adoratricedellaluna. Aspetto che siano confutati i numeri, matematica e fisica.
Diffidate di chi è troppo arrogante e che per poter diffondere le sue idee ha bisogno di infangare e distruggere l’avversario, andando anche sul personale pur di mettere in dubbio la sua credibilità. Significa che non ha argomenti a sufficienza dando, inoltre, un pessimo esempio ai giovani. Condanniamo il bullismo nelle scuole, ma i bulli cresciuti diventano delle star del web. Non va bene. 
Vi lascio alla visione dell'intervista con la Dottoressa Gatti, sono sicura che la apprezzerete. 
Isy
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