Vivere in Modo Naturale: ricerche scientifiche su medicina naturale, spiritualità, energia, piante, minerali, acqua, terra e benessere olistico.

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martedì 22 agosto 2017

Chi c'è dietro la campagna contro le terapie naturali?




La grande industria farmaceutica vuole imporre nel mondo l'esclusività della Medicina convenzionale allopatica e farmacologica suppostamente basata nell'evidenza scientifica demonizzando e criminalizzando quelli che esercitano le terapie tradizionali native, complementari ed alternative che avalla proprio l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità. Stanno tentando mediante  campagne perfettamente orchestrate nelle quali condividono i dirigenti l'Organizzazione Medica Collegiale (OMC), come quelli di altre associazioni mediche, professionisti, scienziati, accademici e di pazienti. Conta perfino sulla collaborazione di politici, giornalisti e giudici. 


Perché bene, facciamo conoscere alcuni dei nascondigli di una cospirazione che nonostante tutto fallisce ritorcendosi contro chi l'ha organizzata e verso chi vi ha collaborato. 
Quello che basta perciò, è che la cittadinanza sia correttamente informata.


In meno di sette anni il Gruppo Spagnolo di Pazienti con Cancro (GEPAC) conta su 51 associazioni, 15 membri corporativi e 9 divisioni oncologiche perché dietro sta l'industria farmaceutica.
Il Gruppo Spagnolo di Pazienti con Cancro (GEPAC) non nacque per aiutare i malati di quella malattia, bensì per approfittarsi di essi.
La connessione tra (l'ARP-SAPC) il Circolo Scettico, (l'APEPT) la (GEPAC), l'Organizzazione Medico Collegiale, (OMC), e varie multinazionali farmaceutiche stanno completamente provate.
L'attuale campagna contro le medicine naturali, tradizionali, complementari ed alternative ubbidisce ad una cospirazione perfettamente organizzata.




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mercoledì 9 agosto 2017

Stiamo vincendo – di Stefano Montanari

Senza falsa modestia, siamo davvero importanti.
La signora Lorenzin, la ministrina dell’ospedale che per motivi misteriosi siede non solo in parlamento ma sul trono del ministero della salute, è in delirio: le nanoparticelle, roba piccina picciò che non si è mai dibattuta nei salottini mondani dove di sorbisce il tè al gelsomino e si mangiano dolcetti, la perseguitano e i suoi consiglieri e manutengoli, pieni di conflitti d’interesse più di quanto non sia un cane di pulci, ignoranti e furbetti ma, ahimè, non propriamente intelligenti, non sono capaci di controbattere altro che con strilli isterici e zappate sui loro stessi piedi. È terribile: il seguito d’imbecilli su cui si basava il Beatrice-pensiero si sta vistosamente assottigliando e c’è addirittura di che rischiare la poltrona per le prossime elezioni. E che dire degli scienziati di regime, quelli che insegnano (?) in università nate or ora dal nulla e saliti senza alcun concorso o cursus honorum et studiorum in cattedra? E di quelli che non sono nemmeno a quel pur miserabile livello? (https://www.informarexresistere.fr/vicepresidente-commissione-sanita-del-senato-se-vi-fidate-di-scienziati-come-burioni-video/). Vabbè: c’est la vie.
Ai numeri di arte varia della signora Lorenzin si aggiunge una bella lista di esibizioni che, lo confesso, mi divertono e, lo ammetto, mi riempiono d’orgoglio: stiamo vincendo.
L’Università di Urbino, la gloriosa istituzione che con il comico Grillo Giuseppe da Genova e la dama di carità Bortolani Marina da Reggio nell’Emilia ci sottrasse il microscopio tenendolo accuratamente inattivo 18 mesi per poi sbolognarlo all’ARPAM di Pesaro, ora sta cercando goffamente di ostacolare le ricerche che continuiamo a condurre nonostante loro, vedi quelle sulle leucemie. Su quei personaggi ci sarebbe da scrivere un libro o, almeno, qualche capitolo di un libro, e non è escluso che lo farò. Allora ci sarà di che divertirsi.
Poi, continuando, se, nella mente malata di qualcuno in passato io fui dentista, rappresentante di farmaci e, recentemente, medico abusivo (da me si pagano 240 Euro a visita, stando alla cretinotta di turno), ora un giornalista sulla cui salute mentale nutro qualche preoccupazione scrive che io sono nientemeno che un agente della NATO. Un vero peccato che nessuno nell’ambito dell’Alleanza Atlantica ne sia informato: chissà quanti quattrini farei con tutto quello che so.
Ma ciò che mi ha fatto definitivamente capire che siamo davvero importanti è quanto è accaduto con l’International Journal of Vaccines and Vaccination, il giornale su cui nel gennaio scorso pubblicammo un articolo in cui illustravamo l’inquinamento da particelle (cercate di capire: particelle e non “metalli pesanti” come troppi credono, scrivendo poi un monte di fesserie) nei vaccini. Era fin troppo ovvio che ci sarebbe stata una reazione violenta da parte di chi di vaccini prospera, da parte di chi di vaccini vive, da parte di chi usa i vaccini come la coperta di Linus. E, infatti, ci fu. Pseudoscienziati, tuttologi, troll e psicolabili si diedero da fare per attaccare l’articolo cadendo invariabilmente nel ridicolo e senza mai fare la sola cosa che si deve fare: ripetere le analisi. Ieri la sorpresa: il giornale ci scrive dicendo che hanno cancellato l’articolo (http://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.pdf) perché hanno ricevuto dei commenti che dicevano che siamo brutti e cattivi. Nel giro di poche ore un po’ di scienziati, in maggioranza americani, hanno scritto al giornale in termini non proprio elogiativi. Noi stessi abbiamo informato chi di dovere che stavamo partendo un’azione legale. Poche ore dopo l’articolo è tornato on line con le scuse dell’editore. Curiosamente manca il video in cui mostriamo la preparazione dei campioni e i controlli, ma credo che anche quel filmato ritornerà in fretta. Sì: un po’ mi dispiace. Già avevamo qualche avvocato americano che si fregava le mani pensando che sarebbe arrivato qualche milione di dollari da spartire tra lui e noi.
Ora siamo chiari: per me tutto questo è solo una gara sportiva, non avendo io niente da dimostrare né da guadagnare né da perdere. Osservando freddamente le cose, non posso non accorgermi che stiamo vincendo. I politicuzzi stanno perdendo la testa e Big Pharma pure. Insomma, facciamo paura. Se saremo in tanti, poi, saremo anche pesanti dal punto di vista della clientela e dell’elettorato. Questa è la situazione di oggi. Se vorrete, noi ci saremo come ci siamo sempre stati. A voi non si chiedono certo i sacrifici che abbiamo fatto noi, ma di fare la vostra parte, sì.

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giovedì 3 agosto 2017

"La scienza non è democratica"

di Federico Giovannini

Quante volte abbiamo sentito dire questa frase in tv riguardo ai vaccini, oppure da qualcuno che lo ripeteva come un mantra? Ma cosa significa esattamente? Vorrebbe per caso dire che un fatto provato rimane tale anche se non è accettato dal popolo? Detta così potrebbe sembrare ragionevole.

Ovviamente tutto ruota intorno al concetto di scienza e cosa esattamente voglia dire. Citando un celebre filosofo, diciamo quindi cosa non è la scienza: ”La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza: non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità come la probabilità” (Karl Popper, “Logica della scoperta scientifica”).
Dovrebbe essere scontato ma bisogna qui ricordare che “la scienza” è un concetto astratto, non esiste, cioè, se non nella mente degli uomini. Purtroppo sempre più spesso si commette l’errore di indentificare “la scienza” con “la comunità scientifica”, o più maliziosamente qualcuno vorrebbe farlo credere. Ma “la comunità scientifica” a sua volta, è un altro concetto astratto, perché anch’essa non esiste; esiste piuttosto un numero imprecisato di scienziati con le più diverse opinioni, basate tutte su concetti scientifici, chi più chi meno.
Chiarito il fatto che “la scienza” non scrive le sue leggi sulla pietra, cerchiamo di capire in particolare nella “scienza medica” cosa significa una “verità scientifica”. Il metodo scientifico, su cui gli scienziati si basano, prevede l’osservazione del fenomeno e la sua ripetibilità con un esperimento. Il medico (scienziato?) tuttavia osserva un essere umano, che per definizione è un essere unico e irripetibile in un laboratorio, quindi già qui dovremmo cominciare a domandarci quanto un medico possa mai essere uno scienziato.
In ogni caso, la comunità medica (scientifica?) si è data delle regole proprie per misurare l’“autorevolezza” (concetto che poco si sposa con l’idea di oggettività che siamo abituati a confondere con “scienza”) di una determinata ricerca rispetto ad un’altra.
Nel mondo delle pubblicazioni scientifiche, per misurare la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, si utilizzano tre numeri:
– Il primo, è il numero di citazioni dirette ricevute negli studi altrui, cioè quante volte gli studi di quello scienziato/autore vengono citati e referenziati nelle pubblicazioni, anch’esse accreditate, di altri autori.
– Il secondo numero, è l’ “i10-index” e rappresenta il numero di pubblicazioni accreditate che hanno al loro interno almeno 10 citazioni degli studi dello scienziato/autore.
– Il terzo numero, è il più indicativo, e il più difficile da calcolare: l’“Indice H” o “Indice di Hirsch”. Esso si basa contemporaneamente sul numero di citazioni e sul numero di pubblicazioni: indica quant’è il massimo numero H per autore, con H pubblicazioni che abbiano ciascuna al proprio interno almeno H citazioni degli studi dello scienziato/autore.
Per andare sul pratico, prendiamo 3 soggetti coinvolti nel dibattito sui vaccini: il Professor Yehuda Shoenfeld, il padre della ricerca sulle malattie autoimmunitarie, spesso citato come fonte autorevole dai free-vax; il Professor Roberto Burioni, l’esperto che vediamo sempre in tv e che sponsorizza senza se e senza ma il recente decreto Lorenzin sui vaccini; il Dottor Salvo Di Grazia, ginecologo, noto per il suo sito ‘Medbunker’, su cui si impegna ad attaccare qualsiasi tipo di dubbio riguardo alle pratiche mediche “ufficiali”, o qualsiasi terapia alternativa a quelle ufficiali.
Ecco, allora, i loro punteggi:
Professor Yehuda Shoenfeld
Citazioni: 78584
i10-index: 1146
Indice H: 121
Fonte 

Professor Roberto Burioni
Citazioni: 2567
i10-index: 61
Indice H: 27
Fonte
Dottor Salvo Di Grazia
Citazioni: 0
i10-index: 0
Indice H: 0
Fonte: Nessun link, non risulta su Google Scholar.
Secondo le stesse regole che si è data la comunità scientifica, quindi, a chi dovremmo dare retta?
La cosa più paradossale, di cui chi è arrivato fin qui ormai dovrebbe essersi accorto, è che in realtà “la scienza”, definita come è stata dalla comunità scientifica, somiglia pericolosamente a una moda.
Paradossalmente, rispetto al titolo dell’articolo, “la scienza” sembra avere dei tratti “democratici” nel senso che citando gli autori gli si conferisce “autorità”, scadendo in un preoccupante “benpensantismo”, “rigorosamente” scientifico.
In altre parole, un’idea scientifica in realtà è una moda (o convinzione) fatta dal consenso degli addetti ai lavori e non dal popolo (forse è quello il vero senso della frase “la scienza non è democratica”?)
E a questo punto sarebbe lecito anche domandarsi cosa significhi radiare un medico che la pensa diversamente (o almeno questo ci hanno fatto credere) dal pensiero dominante, dalla moda del momento.
La storia, tragicamente, si ripete, sempre.
Nota: Questo articolo chiarisce il pensiero del Professor Yehuda Shoenfeld in merito ai vaccini.

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mercoledì 2 agosto 2017

Il virus del morbillo batte il cancro!



Ricercatori americani sono riusciti a fermare il mieloma in una paziente usando una dose massiccia di virus del morbillo, che riesce a distruggere le cellule tumorali

di Vera Martinella

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Distruggere il tumore utilizzando una dose massiccia di virus del morbillo, che riesce a infettare e uccidere le cellule cancerose, risparmiando i tessuti sani. Sono riusciti a farlo i ricercatori statunitensi della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, in una prima prova effettuata su due pazienti malate di mieloma multiplo che non rispondevano alle altre terapie disponibili e avevano già avuto diverse ricadute. In particolare, una delle due donne, una 49enne che lottava con la malattia da nove anni, pare essere in remissione completa da sei mesi, per cui gli studiosi sperano possa essere sulla via della guarigione. Anche l’altra partecipante alla sperimentazione, una 65enne malata da sette anni già sottoposta a vari trattamenti senza successo, ha beneficiato della cura, con una riduzione sia del tumore a livello del midollo osseo che delle proteine di mieloma. L’articolo che annuncia il successo è per ora comparso soltanto sulla rivista edita dallo stesso ospedale in cui lavorano i ricercatori, Mayo Clinic Procedeenigs , e non su una delle più importanti pubblicazioni scientifiche di rilievo internazionale, come solitamente avviene con le principali scoperte in campo medico.
Gli esperti italiani: «Buona notizia, ma non creiamo illusioni»
«La Mayo Clinic è un’istituzione seria e competente sulla patologia, gli autore dello studio sono buon livello e i risultati dello studio clinico incoraggianti, seppure solo di fase uno - commenta Fabio Ciceri, direttore di Ematoncologia e trapianto di midollo al San Raffaele di Milano -. Certo bisogna attendere le necessarie conferme, perché due soli casi sono pochi e pubblicare sul giornale della propria istituzione è un po’ troppo autoreferenziale». Dello stesso parere è Fabrizio Pane, presidente della Società Italiana di Ematologia e Direttore dell’ Ematologia e Trapianti di Midollo all’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli: «Onde evitare di creare false speranze e creare troppe aspettative è bene essere chiari: presso la Mayo Clinic è in corso una sperimentazione di fase uno che utilizza dosi elevate di un virus del morbillo attenuato come cura contro il mieloma. Si è osservato che questo virus riconosce un recettore espresso sulle cellule del mieloma, il CD46, e entrando nelle cellule ne determina la lisi (demolizione, ndr). Utilizzando dosi elevate del virus, si può determinare una lisi selettiva della massa neoplastica. Ci sono ovviamente ancora aperti molti problemi - continua Pane -: bisogna valutare la sicurezza della procedura, capire fino a che punto la terapia sia efficiente (l’espressione del CD46 può essere un punto critico, visto che in un numero significativo di casi è bassa) e poi restano da valutare le eventuali possibili “interferenze” delle vaccinazioni effettuate dal paziente in età pediatrica». Nella loro pubblicazione, del resto, sono gli autori stessi dello studio che dichiarano di avere selezionato queste due pazienti perché non avevano avuto il morbillo in precedenza e dunque avevano minori anticorpi verso il virus.
Dagli anni Cinquanta si studiano i virus in chiave anticancro
La viroterapia, ovvero la tecnica che utilizza l’abilità o la proprietà dei virus di trovare e distruggere le cellule tumorali maligne senza danneggiare quelle sane, ha una storia che nasce intorno agli anni Cinquanta. Nella speranza di trovare una strategia anticancro efficace e di «sollecitare» o rafforzare i meccanismi di difesa del sistema immunitario, migliaia di pazienti sono stati trattati con virus oncolitici (elaborati in laboratorio) derivanti da molte famiglie differenti, da quella degli Herpes, alla varicella, ai più comuni virus influenzali. Ma questa sarebbe la prima volta, secondo i ricercatori americani, in cui si arriva a dimostrare che una paziente con un tumore disseminato in tutto l’organismo ha una remissione completa della malattia grazie al trattamento potenziato di un virus. Certo ci sono buone speranze, ma è purtroppo presto per cantare vittoria perché i tempi della ricerca scientifica, si sa, sono lunghi e le fasi di sperimentazione per essere certi che una cura funzioni sono tre. Per ora è stata superata la prima.
Fonte: http://www.corriere.it

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