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lunedì 30 ottobre 2017

Medicine letali e crimine organizzato.

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Medicine letali e crimine organizzato
Marcello Pamio - 25 maggio 2016

“Le aziende farmaceutiche non meritano più la nostra fiducia
per la loro arroganza e per il loro palese disinteresse
per la salute della popolazione”
Drummond Rennie, vicepresidente del JAMA

L’ultimo libro del dottor Peter C. Gøtzsche, “Medicine letali e crimine organizzato” è inquietante.
Se non fosse stato scritto da uno scienziato di fama internazionale il cui curriculum professionale è inossidabile e inattaccabile verrebbe da non crederci.
Due lauree (medicina e chimica) hanno permesso a Gøtzsche di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche sia come informatore impegnato a lanciare i nuovi farmaci sia come responsabile del prodotto. Quindi uno che conosce molto bene come funziona il Sistema dal di dentro…
Ha diretto inoltre il prestigioso e indipendente Nordic Center della Cochrane Collaboration (1).
Nel libro Gøtzsche spiega dettagliatamente, studio dopo studio come le aziende farmaceutiche sono riuscite a nascondere il fatto che i farmaci, al pari del tabacco, sono uno dei killer più spietati al mondo.
Le industrie grazie a comportamenti fraudolenti sia nel campo della ricerca che della promozione commerciale hanno sempre nascosto la letalità dei loro prodotti, e non appena emergono dati convincenti sulla loro pericolosità, vengono puntualmente realizzate ricerche di scarsissima qualità, spesso falsificandole, che arrivano a conclusioni opposte, generando volutamente confusione sia nell’opinione pubblica che nel mondo medico.
Così facendo le 
aziende guadagnano tempo e le persone continuano a prendere farmaci e a morire…

Le organizzazioni criminali
Per comprendere i livelli di corruzione e amoralità che circolano nelle sale ovali delle principali multinazionali ecco un elenco incompleto di condanne che hanno ricevuto.
Questo è solo uno dei tantissimi motivi delineati magistralmente nel libro che permettono al dottor Gøtzsche di paragonare le lobbies della chimica e farmaceutica alle organizzazioni criminali. Anzi, queste ultime uccidono di meno.
Le multe sono state affibbiate per truffe vere e proprie, corruzione di medici, omissioni volontarie di eventi avversi, prescrizioni off-label (fuori dalle indicazioni terapeutiche), promozioni illegali e informazioni ingannevoli.
Pfizer: 2,3 miliardi di dollari nel 2009; Novartis: 423 milioni di dollari nel 2010; Sanofi-Aventis: 95 milioni di dollari nel 2009; Glaxo-SmithKline: 3 miliardi di dollari nel 2011; AstraZeneca: 520 milioni di dollari nel 2010; Johnson & Johnson: 1,1 miliardi di dollari nel 2012; Merck: 670 milioni di dollari; Eli Lilly: 1,4 miliardi di dollari nel 2009; Abbott: 1,5 miliardi di dollari nel 2012.
Dei 165 procedimenti giudiziari conclusisi con un patteggiamento (dal 1991 al 2010) le lobbies hanno sborsato 20 miliardi di dollari di sanzioni. A questi si devono aggiungere fino a luglio 2012 altri patteggiamenti per un totale di 10 miliardi di dollari.
Negli ultimi 15 anni, solo di patteggiamenti le cifre si aggirano sui 30 miliardi di dollari!




Guerra ai generici
I farmaci generici (stesso principio chimico ma molto meno cari perché il brevetto è scaduto) possono essere tenuti fuori dal mercato con una strategia in stile mafioso. Basta che un’azienda avvii una causa legale contro il produttore del generico, accusandolo di aver violato la legislazione sui brevetti, anche se l’accusa è del tutto priva di fondamento. L’autorizzazione per il generico slitta negli Stati Uniti automaticamente di ben 30 mesi.
In questo modo riescono a tenere per diversi anni l’esclusiva sulle proprie molecole anche dopo la scadenza dei brevetti. Impediscono di fatto l’utilizzo commerciale dei farmaci generici provocando un danno economico enorme ai vari sistemi sanitari e alle persone.
Un’altra strategia commerciale sfrutta la stereoisomericità delle molecole. I farmaci infatti sono stereoisomeri, cioè composti da due metà speculari, dal punto di vista chimico, di cui solo una metà è farmacologicamente attiva.
Quando il brevetto del farmaco originale sta per scadere la società mette sotto brevetto la metà attiva delle due. Modificano il nome, aggiungendo per esempio una o più lettere davanti al nome vecchio, e il farmaco-fotocopia viene immesso nel mercato per altri decenni. In questo modo ogni singolo farmaco viene brevettato per almeno due volte.
Il citalopram (scaduto) è diventato escitalopram.
Un’altra strada è rimettere il farmaco in commercio ma per un altro disturbo.
L’olanzapina era un principio attivo molto datato e quando il suo brevetto era prossimo alla scadenza, la Eli Lilly riuscì ad ottenere un nuovo brevetto dimostrando che il farmaco induce un aumento del colesterolo nei cani inferiore però a quello di un altro farmaco che non è mai stato autorizzato. Tutto questo è folle, anche perché l’olanzapina aumenta il colesterolo più di quasi tutti i farmaci in commercio!
Ma questo poco importa perché grazie ad una campagna di marketing spietata lo Zyprexa (nome commerciale dell’olanzapina) è divenuto l’antipsicotico più usato al mondo e nel 2005 ha portato ricavi per 4,2 miliardi di dollari.

Non tutti sanno che i farmaci fortemente innovativi nascono quasi tutti dalle ricerche pubbliche e non private. Tutta la ricerca di base che ha consentito alla medicina moderna di progredire è stata realizzata dal settore no-profit (università, centri di ricerca, laboratori finanziati dai governi). Circa 15 dei 21 farmaci più importanti entrati nel mercato statunitense dal 1965 al 1992 sono stati sviluppati da finanziamenti federali.
Le aziende farmaceutiche investono nella 
ricerca di base per la scoperta di nuove molecole e di nuovi vaccini solo l’1% dei loro profitti, la maggior parte dei soldi li usano infatti per il marketing.

Manipolazione degli studi
Attualmente il solo requisito che viene considerato vincolante per stabilire se un farmaco è efficace è la presenza di un effetto statisticamente significativo in soli due studi clinici randomizzati e controllati (dalle aziende stesse) a confronto con il placebo. Questo obiettivo è facilmente raggiungibile, anche perché se l’azienda non raggiunge il proprio obiettivo può continuare a realizzarne altri, fino al momento in cui ce ne sono almeno due che cedono alle sue insistenze…
La comparazione con il placebo non ci dice nulla purtroppo se il nuovo farmaco è migliore o peggiore di un farmaco già in commercio.
Le aziende dispongono di svariate tecniche per manipolare gli studi clinici randomizzati che finanziano. Possiedono vari sistemi per ingannare le agenzie di controllo e far approvare farmaci pericolosissimi per la salute umana.
Per esempio se le dimensioni del campione sono sufficientemente ampie, uno degli effetti del farmaco assumerà valori statisticamente significativi e il farmaco verrà approvato anche se è pericoloso per la salute pubblica.
La storia ci insegna che sono tantissimi i farmaci entrati in commercio e poi ritirati dopo aver causato vere e proprie stragi. Sanno che un farmaco rischia di uccidere centinaia di migliaia di persone? Nessun problema, ai produttori non importa nulla, se quel farmaco farà incassare miliardi di dollari.


Si calcola il Vioxx della Merck abbia ucciso oltre 120.000 persone; il Celebrex della Pfizer circa 80.000, ecc. ecc. Questi semplici due casi dimostrano che i FANS sono un gruppo di farmaci ad alta letalità, mentre la pubblicità e il marketing hanno spinto i medici, col supporto di reumatologi venduti a prescriverli per qualsiasi forma di dolore.


Poi c’è tutto il mondo delle scorrettezze scientifiche come far sparire i dati raccolti nello studio se non sono in linea con i risultati desiderati.
Negli studi controllati, lo dice il nome stesso, è possibile controllare e manipolare ogni risultato.

I dati infatti sugli studi parlano da soli: i risultati sono più favorevoli per il farmaco valutato se l’azienda che lo produce è quella che finanzia lo studio (20 volte più favorevoli del previsto).
E’ davvero incredibile che si sia arrivati ad accettare un sistema in cui le aziende fanno la parte sia dei giudici che dell’imputato, e chi ne paga le spese siamo 
noi.

Ghostwriters
Il livello dell’attuale ricerca è così corrotto che esistono autori invisibili direttamente stipendiati dalle aziende farmaceutiche che sfornano revisioni e articoli secondari in modo da inondare e deviare il mondo accademico.Questa prassi produce gravi danni alla sanità pubblica dal momento che spinge i medici verso conclusioni sbagliate sui benefici e svantaggi dei farmaci. Si tratta di una vera e propria truffa.
In pratica la divisione marketing produce articoli scritti da autori aziendali, ma questi verranno poi firmati da importanti e autorevoli professori e baroni universitari, i quali ricevono una lettera con l’offerta di decine di migliaia di dollari semplicemente per firmare con il proprio nome un articolo che tesse le lodi del nuovo farmaco!

Questi medici venduti avvallano il farmaco basandosi su studi scritti dalle stesse aziende (spesso neppure letti), in un conflitto di interessi pericolo per la salute dei pazienti.
Poi la maggior parte dei medici in buona fede credendo che gli articoli scientifici siano stati scritti dai colleghi più autorevoli, prescriveranno il farmaco….
Corruzione dei medici
Con l’informatizzazione della vita umana le aziende riescono a sapere ogni settimana tutti i dati relativi alle prescrizioni farmaceutiche effettuate da ogni singolo medico. In questo modo sono in grado di tenere sotto controllo e verificare come stanno lavorando i loro medici. Se lavorano bene oppure no. Se meritano premi, soldi oppure no.
Negli USA le farmacie non forniscono i nomi dei medici, ma solo il loro numero di codice.
Sapete chi vende alle aziende i nominativi dei codici corrispondenti? L’AMA, l’Associazione dei Medici Americani. Solo nel 2005 l’AMA ha dichiarato profitti per 44 milioni di dollari dalla vendita dei propri database. Ecco a cosa serve la casta dei camici bianchi, il sindacato dei medici americani: a vendere i dati personali dei medici.
Non c’è nulla da stupirsi se teniamo conto che per molti decenni l’AMA ha negato il collegamento tra fumo e salute e questo soltanto perché riceveva decine di milioni di dollari dalle lobbies del tabacco.
Le industrie ovviamente puntano tutto sui medici perché sono loro che prescrivono le droghe.
Circa 20 anni fa l’investimento annuale delle lobbies oscillava già tra gli 8000 e i 15000 euro a singolo 
medico, oggi tale investimento supera il miliardo di dollari, solo negli States.

Promozione illegale dei farmaci
La forma peggiore di prostituzione dei medici è il loro supporto alla promozione illegale dell’utilizzo dei farmaci al di fuori delle indicazioni autorizzate (off-label). Prescrivere un farmaco fuori dalle indicazioni per il quale è stato autorizzato significa allargare immensamente il mercato, ma tale promozione espone i pazienti ai gravi effetti avversi, senza che vi sia alcuna garanzia di un qualche beneficio. Queste attività criminali che si sono lentamente espanse (come si evince dall’elenco delle condanne), hanno prodotto moltissime vittime, uccise dainfarti e ictus o danneggiate in modo permanente a livello di sistema nervoso.

La psichiatria è il gotha delle aziende
La psichiatria è diventata il paradiso delle aziende perché le definizioni dei disturbi psichiatrici sono vaghe e facilmente manipolabili. Gli psichiatri non a caso ricevono dalle aziende farmaceutiche più denaro dei colleghi di qualsiasi altra branca della medicina.
A livello internazionale la psichiatria basa le diagnosi sul DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, in pratica un documento basato sul consenso degli esperti e come tale non ha NULLA di serio e scientifico.
Il livello di confusione e incompetenza è tale che il DSM non è in grado di definire neppure quale sia la natura di un disturbo mentale!
Ma il DSM è funzionale al Sistema perché ha contribuito a scatenare svariate epidemie di falsi positivi sulla base di definizioni troppo vaghe, come per esempio l’ADHD e il disturbo bipolare giovanile

Da quando è stato inserito nel manuale il disturbo bipolare nell’infanzia le diagnosi sono aumentate di 35 volte negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti.
La situazione è così grave che nel 2009 al primo posto nella classifica dei farmaci più venduti c’erano gli antipsicotici, mentre gli antidepressivi erano al quarto posto, preceduti da quelli per ridurre i colesterolo (statine) e gli inibitori di pompa (antiacidi).
I farmaci a livello psichiatrico sono certamente i più pericolosi di tutti.
Per esempio gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono simili alle anfetamine, e vengono usati per la depressione e l’ADHD, ma provocano il disturbo bipolare.
Il termine Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) è stato ideato dalla SmithKline Beecham (oggi Glaxo). Nonostante questi farmaci non abbiano nulla di selettivo e nulla di specifico è purtroppo diventata la definizione di queste droghe. La loro funzione è quella di ridurre il numero dei recettori cerebrali della serotonina e quando il farmaco viene bruscamente interrotto le persone iniziano a sentirsi male, esattamente come un drogato o un alcolista in crisi di astinenza. Gli effetti collaterali sono numerosissimi e devastanti(agitazione, irrequietezza, attacchi di 
panico, insonnia, aggressività, idee suicidarie, allucinazioni, violenza, ecc.).

La bufala dello squilibrio chimico
La psichiatria invece di comprendere le esperienze dei propri pazienti si è trasformata in una disciplina fondata sui questionari. Per una diagnosi basta una breve visita di 10-15 minuti al termine della quale al paziente verrà detto che dovrà prendere un farmaco per rimettere a posto lo “squilibrio chimico cerebrale” per tutto il resto della vita.
La favola dello squilibrio chimico viene raccontata per spiegare l’azione degli psicofarmaci, ma si tratta di una bufala perché NON è mai stato dimostrato che una qualsiasi delle principali patologie psichiatriche sia determinata da un difetto biochimico e infine NON esiste alcun test biologico che lo dimostri.
Gli psicofarmaci quindi non correggono uno squilibrio ma lo provocano, ecco perché è così difficile sospenderli. Infine possono favorire azioni violente, suicidi e omicidi compresi.

I farmaci uccidono più della malavita
Sono almeno 100.000 le persone che ogni anno solo negli Stati Uniti muoiono a causa dei farmaci che assumono. Ce ne sono altri 100.000 che muoiono per errori, quali l’eccessivo dosaggio o l’utilizzo di un farmaco in presenza di controindicazioni specifiche.
Poiché almeno un terzo delle morti avviene in ospedale, queste percentuali ci portano a una stima sicuramente in difetto, di almeno 200.000 americani che muoiono ogni anno per i farmaci.
Anche in Europa la Commissione ha stimato attorno ai 200.000 i cittadini europei che muoiono per eventi avversi dei farmaci.
Questi dati significano solo una cosa: negli Stati Uniti e in Europa i farmaci sono la terza più importante causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e il cancro!E’ probabile che il numero reale sia superiore, anche perché nelle schede di morte degli ospedali e dei medici legali, le morti che derivano dai farmaci prescritti (vedi chemio) sono spesso attribuite a cause naturali o sconosciute, visto che non sono facili da dimostrare.
Se un’epidemia letale delle stesse dimensioni fosse stata provocata da un batterio avremmo fatto di tutto per riportarla sotto controllo. Con i farmaci no, come mai?
Inoltre va tenuto presente che oltre ai morti ci sono milioni di persone che ogni anno vengono colpite da eventi avversi molto gravi e invalidanti.
Quella dei farmaci antitumorali è una delle aree cui si verifica una vera e propria situazione disastrosa. In questo campo i vincoli che le agenzie impongono sono pressoché nulli: questi farmaci (tra i più tossici e pericolosi in commercio) vengono autorizzati sulla base di studi clinici con un solo braccio di trattamento (quando il minimo sarebbe due). Questo non consente di avere un’idea precisa della capacità di aumentare o diminuire la mortalità.
Una ricerca che ha preso in esame i 12 farmaci antitumorali che sono stati autorizzati in Europa dal 1995 al 2000 ha dimostrato che nessuno di essi portava a risultati decisamente migliori, ma che in compenso costavano centinaia di volte di più 
rispetto a farmaci già disponibili.
Il tutto per la gioia delle industrie produttrici.

Conclusione
La strategia messa in atto dalle lobbies è perfetta e diabolica: controllano e manipolano gli studi clinici, corrompono le agenzie di controllo, comprano i giornalisti e i medici, e infine riescono a convincere le persone sane che sono malate e che hanno bisogno di prendere sempre più farmaci.
Il motivo per cui assumiamo sempre più farmaci è che le aziende farmaceutiche non vendono farmaci, ma bugie sui farmaci! Quasi tutto quello che possiamo sapere infatti su un farmaco è quello che le stesse aziende produttrici hanno deciso di far sapere a noi e ai medici...
(1) La Cochrane Collaboration è un’organizzazione senza fini di lucro nata a Oxford nel 1993 che coinvolge circa 30.000 persone e le revisioni sono diventate oltre 5000.

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IL VIRUS HIV NON ESISTE – L’AIDS è causata da…....ecco l'eBook gratuito

NUOVO EBOOK GRATUITO: “IL VIRUS HIV NON ESISTE – L’AIDS È CAUSATA DA…

Ignoranza e’ conoscere solo la versione ufficiale. Questa ignoranza causa malattie, sofferenze, guerre, fame, ingiustizie, miserie, morte, distruzione, ossia tutti i mali del mondo. Questo eBook porta il lettore a conoscenza di fatti che documentano per l’ennesima volta quali raggiri e falsità ci vengono dagli Organi Ufficiali circa la storia sull’AIDS, ossia sulla teoria che il virus HIV sia la causa dell’AIDS. Questa teoria è stata smontata dagli scienziati più autorevoli del mondo, ma essa continua ad esistere perché la verità portata da questi scienziati viene osteggiata dalle multinazionali chimico-farmaceutiche…

In questo eBook medici e scienziati di fama mondiale, come il Dott. Stefan Lanka, il Dott. Kary Mullis (Premio Nobel 1993 per la Chimica), e molti altri, rivelano chenelle autopsie di persone morte di AIDS non è mai stato trovato il virus HIV, che questo virus è un’invenzione di ricercatori e speculatori, e portano le prove di tali affermazioni

L’ “invenzione del falso virus HIV” ha provocato la morte di migliaia di persone a causa del cancerogeno farmaco AZT e dei micidiali cocktails di antibiotici, antiretrovirali, ecc. che distruggono completamente il sistema immunitario.
Questo eBook riporta anche le testimonianze di malati di AIDS che sono guariti completamente e descrivono in che modo hanno sconfitto l’AIDS senza l’uso dei pericolosi prodotti farmaceutici. L’AIDS non è altro che “la distruzione e l’abbassamento delle difese immunitarie” causati da vari “fattori” descritti nell’eBook.

L’eBook “IL VIRUS HIV NON ESISTE – L’AIDS è causata da…” è scaricabile gratuitamente dal nostro sito cliccando sul link qui sotto:http://laviadiuscita.net/ebook-il-virus-hiv-non-esiste/

Vista l’importanza di questa informazione e di questo eBook, fate girare questo articolo condividendolo con parenti, amici e conoscenti.

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domenica 29 ottobre 2017

La pianta di 270 milioni di anni fa che ripara i danni da ictus, tratta la demenza e l’Alzheimer rigenerando tutto il cervello






Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Ginkgo Biloba. L’estratto naturale curativo per demenza, declino cognitivo, Alzheimer, riparare i danni da ictus, acufeni, emicrania, sindrome premestruale, circolazione sanguigna, vitiligine e deficit di attenzione.



Il Ginkgo Biloba (nome botanico Salisburia adiantifolia) è uno degli integratori naturali più venduti al mondograzie agli effettivi benefici curativi che offre. E’ l’estratto naturale delle foglie dell’albero del Ginkgo, una pianta di origine asiatica che risale a 270 milioni di anni fa fino all’era dei dinosauri e considerata un fossile vivente oltre ad essere una delle piante più antiche del mondo.

Gin-Ke-Tze - Ginkgo Biloba - Integratore in Compresse
Turbe della memoria, sindrome di Ménière, arteriosclerosi, ipertensione, insonnia, insufficienze venose degli arti inferiori, acufeni.
Voto medio su 10 recensioni: Buono
€ 19.95


Un singolo albero di Ginkgo può vivere fino a 1.000 anni anche se un albero presso un tempio taoista in Cina si ritiene abbia circa 10.000 anni. E nel 1945 sei di questi alberi sono stati sopravvissuti a Hiroshima nell’area devastata dall’impatto della bomba atomica. L’albero è stato introdotto in Europa nel 1730 e nella medicina omeopatica lo si può trovare sotto forma di granuli con indicazioni per il trattamento delle tonsilliti e della cefalea.




La storia medicinale del Ginkgo è anch’essa lunga. Antichi testi cinesi riportano l’utilizzo delle foglie già attorno al 2800 a.C. per migliorare la circolazione del sangue e la funzione polmonare. Nella medicina tradizionale cinese veniva usato per curare il cuore e i polmoni, ed in particolare i medici lo utilizzavano per curare l’asma, l’angina pectoris, acufeni e i geloni causati dal freddo. Nella medicina ayurvedica invece veniva associato alla longevità usandolo come ingrediente del “soma”, l’elisir di lunga vita.



Attualmente i numerosi studi attorno a questo albero antichissimo suggeriscono che può trattare 100 diversi disturbi di salute e agire con più di 50 meccanismi fisiologici differenti.



Proprietà del Ginkgo Biloba 




Il Ginkgo Biloba è una delle poche piante al mondo a possedere la proprietà adattogena ovvero quella di ridurre gli effetti dello stress fisico e mentale ed aumentare la resistenza ad esso. Inoltre svolge un’azione antiossidante ed antinfiammatoria grazie ai ginkgolidi in essa contenuti che si sono dimostrati utili per combattere i radicali liberi, ritardare l’invecchiamento e prevenire danni cellulari. 





A livello cerebrale il Ginkgo Biloba è una vera panacea: 


Migliora la memoria 


Favorisce le funzioni cognitive 


Previene il deterioramento mentale 


Ripara i danni cerebrali 








Ma la sua azione non finisce qui perché migliora la micro-circolazione sanguigna, non solo quella che irrora i tessuti cerebrali, ma anche la circolazione periferica. Questa sua azione combinata con gli altri principi attivi presenti lo rendono molto utile per: 


Mani e piedi freddi 


Calvizia 


Emicrania 


Cefalea 


Disfunzione erettile 


Depressione 


Degenerazione maculari e problemi alla retina 


Ipertensione 


Vertigini 


Acufeni 


Stress 


Aterosclerosi 


Infarto 


Cardiopatia ischemica 


Malattia di Raynaud 


Insufficienza vertebrobasilare 


Claudicatio intermittens 




In particolare il ginkolide B (contenuto nel Ginkgo Biloba) previene il danno metabolico causato da ischemia cerebrale e riduce gli infarti causati da occlusione vasale, svolgendo inoltre un’azione protettiva nei confronti di questi disturbi. Inoltre il ginkolide B contrasta i processi di aggregazione piastrinica, formazione del trombo e reazioni infiammatorie (iperattività bronchiale). 



18 Benefici scientificamente dimostrati del Ginkgo Biloba 



1. Disfunzione cognitiva, demenza, Alzheimer e rigenerazione cerebrale. Questa è la proprietà secondo me più potente del Ginkgo Biloba. Uno studio del 2006 pubblicato sul European Journal of Neurology ha concluso che il Ginkgo Biloba è efficace quanto il farmaco donepezil per trattare i disturbi dell’Alzheimer con il vantaggio che non ha gli effetti collaterali del farmaco. E non solo previene ma è anche in grado svolgere delle proprietà rigenerative cerebrali stimolando il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), una proteina presente nel cervello e nel sistema nervoso periferico che è essenziale nella regolazione, la crescita e la sopravvivenza delle cellule cerebrali e che è particolarmente importante per la memoria a lungo termine. Inoltre solo di recente è stato scoperto un nuovo meccanismo di guarigione a livello cerebrale del Ginkgo Biloba ed è quello che la rende unica rispetto a tutti gli altri rimedi naturali per il cervello. Infatti i ricercatori hanno pubblicato uno studio sulla rivista Cell and Molecular Neurobiology in cui mostrano come questa pianta sia in grado di modulare positivamente le cellule staminali neurali (NSC), una sottopopolazione di cellule all’interno del cervello che come cellule multipotenti sono in grado di generare molti tipi differenti (fenotipi) di cellule che compongono il cervello. Infatti è stato scoperto che il Ginkgo Biloba stimola la proliferazione delle cellule staminali neuronali e ne favorisce la differenziazione il che significa idealmente rigenerare completamente il cervello. In una meta-analisi i ricercatori tedeschi hanno esaminato nove studi che hanno dimostra come i pazienti affetti da demenza e Alzheimer che usavano l’estratto di Ginkgo Biloba avevano una migliorare cognizione mentale con effetti positivi sulla qualità della vita. Un’altra meta-analisi pubblicata nel Journal of Alzheimer’s Disease ha mostrato che una dose giornaliera di 240 mg di Ginkgo Biloba è efficace per stabilizzare o rallentare il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer, demenza e lieve compromissione cognitiva. 


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