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giovedì 16 marzo 2017

Le ceneri del caffè, molto efficaci nella psoriasi


Le ceneri del caffè sono molto efficaci per trattare la psoriasi, patologia dermica considerata incurabile. Così assicura l'averlo constatato in più di un migliaio di malati l'impresario caffeario spagnolo Feliu Pont che decise per ciò di brevettare e commercializzare un prodotto per il suo trattamento che ha battezzato come CeniPont. E lo riesce in appena due o tre mesi dipendendo dall'estensione della patologia,
In foto l'impresario Feliu Pont
Secondo la relazione che a suo tempo sollecitò una squadra di esperti dell'Università Politecnica della Catalogna le ceneri sono integrate per potassio, calcio, magnesio, zolfo e fosforo senza che si sia trovato residuo organico alcuno che quello che fa che il prodotto non si degradi.
In quanto alla sua innocuità nell'applicarsi nella pelle, una consulente internazionale affezionata alla valutazione clinica dichiara che ha "una buona compatibilità cutanea" non avendo apprezzato reazione negativa alcuna; aggiungendo che "il prodotto si è mostrato efficace riuscendo a ridurre la proliferazione delle placche di psoriasi, il suo grado di inflazione è di ammorbidire la tessitura delle stessa."
Il prodotto era già disponibile nel momento di redigersi questa notizia in più di 300 farmacie della Catalogna.
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La interluchina-2 è efficace nelle terapie neurodegenerative

L'infiammazione caratteristica delle cellule cerebrali nelle patologie neurodegenerative che da luogo a perdite delle funzioni cognitive può risolverla il proprio sistema immunitario grazie all'Interleuchina-2. Almeno bastò aumentare la sua presenza nel cervello di topi per riuscire a ridurre il carico di amiloide delle placche senili proprie della degenerazione neuronale e migliorare la funzione delle sinapsi. I topi cosi trattati arrivarono ad ottenere nei test nei ai quali furono sottoposti, risultati nella memoria paragonabili a topi sani. Si è spiegato in dettaglio nel lavoro coordinato dal team di Sandro Alves pubblicato nel 2016 con il titolo di cervello interleuchina-2, migliora la patologia amiloide, il fallimento della sinaptica e la memoria nei topi con malattia di Alzheimer, in questo articolo avevo spiegato l'efficacia dell' Omega 3 . Il dr Alves spiega che il fatto constatato è che le cellule del sistema immunitario- tanto adattative come innate - circolano per il cervello. Ha portato a un rinnovato interesse per la ricerca su carta nelle malattie neurologiche, altre patologie immunomediate come la sclerosi multipla. La cosa sorprendente è che sulla carta l'Interleuchina-2 non si è studiata molto fino ad ora nelle malattie neurodegenerative benché siano numerosi i lavori che sottolineano la sua importanza nel sistema nervoso centrale e nel sistema immune. 
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lunedì 13 marzo 2017

Un derivato dell'omega 3 è efficace nei problemi di memoria e di alzheimer


La membrana che ricopre le cellule è vitale nella regolazione delle sue funzioni, è costituita da una sottile cappa di distinti lipidi,per le sue caratteristiche attrae alcune proteine o altre che sono quelle che le dettano quello che deve fare. Può bene l'alterazione di quella cappa lipidica, essere implicata nella maggioranza delle malattie non infettive, dall'alzheimer al cancro passando per le patologie cardiovascolari, il diabete ed altre. Almeno così lo postula il prestigioso professore universitario di Biologia Cellulare Pablo Escribá
Nella foto il biologo e ricercatore Pablo Vicente Escribà Ruiz
 che dopo tre decadi di ricerche sul tema ha coniato il termine di "Terapia Lipidica di Membrana" per definire un metodo che permetterebbe di ritornare ai tanto distinti processi patologici essendo specialmente efficace nel problema della memoria e nei problemi di alzheimer. Terapia nella quale svolge un ruolo fondamentale un derivato dell'omega-3 DHA: l'Acido 2-Hidroxi Docosahexaenoic o .  


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Supera una sclerosi multipla classificata incurabile con metodi naturali

Nella foto l'attore Jose Segurado


A 31 anni gli diagnosticarono una sclerosi multipla classificata come incurabile,
Stordito per la notizia fece tuttavia il contrario di quello che fa il 99% dei malati ai quali si dà una notizia simile:
ribellarsi, non accettare la condanna medica, informarsi per suo conto, imparare in fonti non convenzionali che si poteva affrontare la sua situazione e decidersi a prendere le redini della sua vita con tutte le conseguenze. Appena tre mesi dopo il miglioramento era spettacolare.
Ed il 31 gennaio del 2017, poco più di due anni e mezzo dopo, la neurologa gli dava una splendida notizia: l'ultima risonanza indica
 che non ci sono nuove lesioni;  quello che spiega il suo eccellente stato di salute attuale. 


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