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lunedì 1 settembre 2025

Il più grande esperimento medico della storia: le iniezioni di mRNA sfuggono alle leggi e alla responsabilità

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le iniezioni di mRNA sfuggono alle leggi e alla responsabilità

La grande anomalia: i vaccini mRNA, farmaci sperimentali protetti da una legge per le emergenze di guerra



A cura di Salvatore Calleri NatMed.

Le iniezioni di mRNA anti-Covid non sono state sviluppate e distribuite secondo i tradizionali e rigorosi quadri normativi che regolano l'approvazione dei farmaci negli Stati Uniti. Si tratta, invece, di prodotti resi disponibili attraverso l'Emergency Use Authorization (EUA) e il Public Readiness and Emergency Preparedness (PREP) Act. Questi strumenti legali sono stati originariamente creati per le emergenze di natura chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN), come attacchi terroristici o guerre con armi di distruzione di massa, non per lo sviluppo di farmaci di routine per la salute pubblica. Questo solleva una domanda inquietante: la pandemia è stata forse trattata come un attacco terroristico per giustificare l'uso di questi strumenti legali?

Un percorso parallelo e senza supervisione


Un percorso parallelo e senza supervisione




A differenza di qualsiasi altro prodotto medico convenzionale, le contromisure previste dall'EUA e dal PREP Act non sono soggette a requisiti obbligatori di supervisione normativa, test di sicurezza o sperimentazioni cliniche complete. Qualsiasi test o segnalazione di eventi avversi da parte dei produttori è stata, e rimane, puramente volontaria.

  • Nessuna responsabilità legale: Il PREP Act concede un'ampia immunità legale a produttori, distributori e somministratori. Questo significa che anche se emergono segnali di sicurezza o si verificano danni, non sussiste alcuna responsabilità legale finché la dichiarazione di emergenza rimane attiva, un'immunità attualmente prorogata fino a dicembre 2029.

  • Affermazioni non validate scientificamente: L'EUA non genera dati scientificamente validi su sicurezza ed efficacia. Di conseguenza, le affermazioni sulla "sicurezza ed efficacia" delle iniezioni di mRNA non possono essere basate su standard scientifici regolamentati, poiché i prodotti non sono mai stati sottoposti a un percorso di approvazione non di emergenza.

Un processo di produzione di tipo militare


Un processo di produzione di tipo militare




Le iniezioni di mRNA non hanno seguito il normale iter di approvazione dei farmaci. Una pubblicazione del 2009 dell'Institute of Medicine afferma chiaramente che il percorso EUA non è mai stato concepito per dimostrare sicurezza ed efficacia, ma solo per accelerare l'accesso a contromisure mediche in caso di emergenza.


Inoltre, i contratti di produzione per queste iniezioni sono stati gestiti tramite gli Other Transaction Agreements (OTA) del Pentagono. Questi sono contratti di appalto di tipo militare, usati per aggirare la supervisione convenzionale e accelerare l'implementazione di nuove tecnologie. Per loro natura, questi contratti sono esenti dai quadri normativi civili, il che getta un'ulteriore ombra sul processo.


Domande aperte e conseguenze per il futuro

Questa mancanza di supervisione solleva questioni cruciali che le autorità di regolamentazione e la stampa hanno evitato di affrontare onestamente.

  • Perché prodotti progettati per le emergenze sul campo di battaglia sono stati distribuiti a miliardi di civili?

  • Come possono essere comprovate le affermazioni sulla sicurezza e l'efficacia senza sperimentazioni regolamentate?

  • Perché i destinatari non sono stati informati esplicitamente che si trattava di contromisure di emergenza non approvate?

In sintesi, le iniezioni di mRNA anti-Covid hanno aggirato il normale processo legale e normativo per l'approvazione dei farmaci. Rimangono protette dalle disposizioni di emergenza in tempo di guerra, lasciando irrisolte questioni fondamentali su sicurezza, efficacia, responsabilità e consenso informato. 

Un'ombra che continua a gettare dubbi sul futuro della nostra salute e della nostra libertà.

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sabato 30 agosto 2025

🧪 Vaccini, Nanopolveri e Obblighi: il Dossier Italiano di Gatti e Montanari (2016-2017)

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il Dossier Italiano di Gatti e Montanari (2016-2017)

💉 Dossier Italia: 

 Le Nanoparticelle nei Vaccini: il lavoro di Gatti e Montanari (2016-2017)


Di Salvatore Calleri NatMed e Corrado Cianchino PhD

Introduzione

Il biennio 2016-2017 rappresenta un punto di svolta nella storia scientifica e politica italiana in materia di vaccini.
Da un lato, due ricercatori indipendenti, Antonietta Gatti e Stefano Montanari, pubblicavano uno studio rivoluzionario in cui denunciavano la presenza di nanopolveri inorganiche e particelle industriali nei vaccini.
Dall’altro, il Parlamento italiano, guidato dall’allora ministra della salute Beatrice Lorenzin, approvava una delle leggi più discusse della storia recente: l’obbligo di 12 vaccinazioni pediatriche per poter accedere a scuola.

Due binari paralleli che, sebbene non si siano mai ufficialmente incrociati, raccontano la stessa vicenda: quella di un Paese che sceglie di blindare la strategia vaccinale proprio mentre emergono dati che ne avrebbero imposto una revisione critica.


Le radici della nanopatologia


Le radici della nanopatologia



Per comprendere il significato della ricerca di Gatti e Montanari bisogna tornare indietro di oltre un decennio.

  • 1990-2000 → I due scienziati iniziano a indagare gli effetti delle polveri sottili sull’organismo umano, scoprendo che nanoparticelle invisibili a occhio nudo possono penetrare nei tessuti, provocare infiammazioni croniche e alterare i processi cellulari.

  • 2004 → Antonietta Gatti diventa consulente della Commissione Europea sui rischi delle nanoparticelle.

  • 2006 → I due pubblicano uno dei primi testi divulgativi italiani sulla “nanopatologia”. Nello stesso anno, subiscono il sequestro del loro microscopio elettronico a Modena, vicenda che durerà anni e che verrà interpretata come un tentativo di fermare le loro ricerche indipendenti.

  • 2010-2015 → Lavorano su polveri di guerra (Iraq, Kosovo, Afghanistan) e su casi civili (Ilva di Taranto, poligoni militari italiani), documentando danni a popolazioni esposte a nanopolveri.

Queste esperienze scientifiche, accumulate sul campo, li porteranno a chiedersi: cosa accade quando queste stesse nanoparticelle vengono iniettate direttamente nel corpo attraverso un vaccino?


La ricerca sui vaccini (2016-2017)

La ricerca sui vaccini (2016-2017)

Nel 2016, Montanari e Gatti iniziano a raccogliere campioni di vaccini distribuiti in Europa. Grazie al loro microscopio elettronico a scansione (SEM) e alla tecnica di spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (EDX), analizzano 44 tipi diversi di vaccini, tra pediatrici e per adulti.

I risultati: un catalogo di contaminazioni

Pubblicati nel gennaio 2017 sulla rivista International Journal of Vaccines and Vaccination, i dati rivelarono una realtà inquietante:

  • Tutti i vaccini analizzati risultavano contaminati da micro- e nanoparticelle inorganiche.

  • Tra le sostanze rinvenute:

    • Alluminio in diverse forme cristalline,

    • Acciaio inossidabile,

    • Tungsteno,

    • Piombo,

    • Cromo,

    • Titanio,

    • Antimonio,

    • Residui di leghe industriali.

Alcuni campioni presentavano quantità tali da mostrare decine di particelle per campo visivo al microscopio.

📌 Nel paper si legge:

“The vaccines analyzed contain non-biodegradable and non-biocompatible foreign bodies that are neither declared nor expected. Their presence is inexplicable and extremely concerning in view of their potential toxicological effects.”


Le implicazioni biologiche

Le nanoparticelle rilevate non erano menzionate nei bugiardini ufficiali. Gatti e Montanari avvertivano che queste particelle:

  • non si degradano nel corpo umano,

  • possono accumularsi nei tessuti (fegato, milza, midollo osseo, cervello),

  • attivano il sistema immunitario in maniera cronica,

  • possono innescare processi autoimmuni e degenerativi.

In altre parole, sostanze mai testate per inoculazione diretta risultavano presenti nei vaccini pediatrici e destinati a neonati.

Lo studio specifica:

“Given their small size, these particles can enter cell nuclei and interact with DNA, potentially triggering genotoxic effects.”


Il contesto politico: la legge Lorenzin del 2017

La legge Lorenzin del 2017



Mentre queste scoperte venivano pubblicate, l’Italia viveva uno dei momenti più controversi della sua storia sanitaria.

  • Maggio 2017 → Il governo Gentiloni approva un decreto che introduce 12 vaccini obbligatori per i bambini da 0 a 16 anni (morbillo, polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B, varicella, haemophilus, rosolia, parotite, meningococco B e C).

  • Luglio 2017 → La legge viene ratificata dal Parlamento con proteste popolari senza precedenti. Migliaia di famiglie scendono in piazza in tutta Italia.

  • Votazioni: alla Camera il decreto passa con 296 voti favorevoli e 92 contrari; al Senato con 171 voti favorevoli e 63 contrari.

  • Settembre 2017 → Scatta l’obbligo di presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione a scuola.

La coincidenza temporale è evidente: mentre due scienziati documentavano la presenza di nanocontaminazioni non dichiarate nei vaccini, lo Stato italiano sceglieva di renderli imposti per legge a tutta la popolazione infantile.


Reazioni mediatiche e ostracismo


Nella foto il Dott. Stefano Montanari e la coniuge Dott.ssa Antonietta Morena Gatti


Le conseguenze non tardarono:

  • I principali quotidiani italiani ignorarono lo studio.

  • Trasmissioni TV e opinionisti ridicolizzarono Gatti e Montanari, etichettandoli come “allarmisti” o “anti-scientifici”.

  • La comunità accademica ufficiale rifiutò di aprire un dibattito sui dati.

Eppure, nessuno entrò nel merito dei risultati al microscopio. La critica si fermò all’etichetta, senza affrontare la sostanza: perché nei vaccini sono state trovate particelle industriali come tungsteno e acciaio inossidabile?

Montanari dichiarò in un’intervista del 2017:

“Noi mostriamo immagini al microscopio. Chiunque può verificarle. Non si tratta di opinioni, ma di fatti materiali.”


La questione etica e il nodo irrisolto


La questione etica e il nodo irrisolto



La pubblicazione del 2017 sollevava domande etiche di enorme portata:

  1. Controllo di qualità: chi verifica realmente la composizione dei vaccini prima dell’immissione sul mercato?

  2. Trasparenza: perché sostanze non dichiarate sono state trovate in prodotti somministrati a milioni di bambini?

  3. Rischi a lungo termine: quali effetti possono avere nanoparticelle inorganiche sul sistema immunitario e neurologico di un bambino vaccinato nei primi mesi di vita?

  4. Obbligo: è legittimo imporre un trattamento sanitario che contiene elementi mai testati ufficialmente per la sicurezza?


Dopo il 2017: silenzi e resistenze

Negli anni successivi, nonostante l’eco che la ricerca ebbe a livello internazionale (in Germania, Francia e Spagna se ne discussero in convegni indipendenti), in Italia il tema rimase tabù.

  • 2018-2019 → Montanari e Gatti continuano conferenze in Italia ed Europa, ma incontrano ostilità crescente.

  • 2020-2021 → Con l’arrivo della pandemia e dei vaccini Covid-19, il loro lavoro viene richiamato da associazioni indipendenti che chiedono analisi analoghe sui nuovi prodotti a mRNA.

  • Oggi → Lo studio resta consultabile online, ma raramente citato nei dibattiti ufficiali.

Montanari in più occasioni ha ribadito:

“La scienza non è un atto di fede. Mostrare che nei vaccini ci sono particelle estranee non significa essere contro i vaccini, ma pretendere che siano sicuri e controllati.”


Il nodo ancora aperto

La vicenda Montanari-Gatti mostra come scienza e politica possano correre su binari opposti.
Nel momento in cui si sarebbero dovuti aprire controlli indipendenti e trasparenti, l’Italia ha scelto di rispondere con l’imposizione e con il silenzio mediatico.

Restano aperte le stesse domande di allora:

  • Perché quelle particelle erano lì?

  • Perché nessuna autorità ha avviato indagini indipendenti dopo la pubblicazione del 2017?

  • E soprattutto: quanto possiamo fidarci di un sistema che ignora le proprie stesse contraddizioni?

📌 La storia non si è chiusa nel 2017. Al contrario, oggi – nell’era post-Covid – quella ricerca appare ancora più attuale.


Dossier 2004–2017: 13 Anni di Scoperte Oscurate

13 Anni di Scoperte Oscurate



  • 2004 → inizio studi nanoparticelle in ambito biomedico.

  • 2006 → prime denunce di nanopolveri nei tessuti umani.

  • 2012 → pubblicazioni scientifiche internazionali.

  • 2016 → ricerca Gatti–Montanari sui vaccini.

  • 2017conferma tedesca (AGBUG).

  • 2018–2019 → censura crescente, attacchi mediatici. 

  • 2020+ → collegamenti con vaccini Covid.


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mercoledì 27 agosto 2025

📌 Dossier Germania Shock 2017: Nei Vaccini Iniettati Metalli Tossici, Tracce di Uranio e Alluminio 6000× sopra i limiti consentiti!

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Dossier Germania Shock 2017
Nei Vaccini Iniettati Metalli Tossici, Tracce di Uranio e Alluminio 6000× sopra i limiti consentiti!


Introduzione: La Ricerca Indipendente che Sfidò il Silenzio


Di Salvatore Calleri NatMed

Nel 2016, l'associazione no-profit AGBUG e.V., con sede a Herrenberg, in Germania, avviò un'indagine pionieristica con un obiettivo preciso: sottoporre a un'analisi indipendente e rigorosa il contenuto dei vaccini. La motivazione iniziale era la crescente preoccupazione per la presenza di mercurio, un metallo pesante noto per la sua tossicità. Questo progetto, nato come una ricerca mirata, si è rapidamente evoluto in un'analisi completa e sistematica per una vasta gamma di metalli e contaminanti.

Per garantire la massima imparzialità e competenza, le fiale vaccinali sono state affidate al laboratorio Micro Trace Minerals, un'entità fondata nel 1975 in Germania e riconosciuta a livello internazionale per la sua specializzazione nell'analisi clinica e ambientale di minerali e contaminanti. I risultati preliminari di questa indagine, pubblicati l'8 febbraio 2017, hanno portato alla luce dati allarmanti che hanno scosso le fondamenta del dibattito sulla sicurezza dei vaccini.


L'Analisi dei Vaccini e i Risultati Allarmanti

L'Analisi dei Vaccini e i Risultati Allarmanti



Tra il 2015 e il 2017, l'indagine ha esaminato 16 fiale che coprono una parte significativa del calendario vaccinale, tra cui vaccini antinfluenzali (Afluria, Influvac), l'esavalente Hexyon, i vaccini anti-HPV (Gardasil, Gardasil 9, Cervarix), e altri per la meningite, il rotavirus e il tetano. I risultati, come riportato nel dossier congiunto AGBUG-Micro Trace Minerals, hanno rivelato una vasta e preoccupante contaminazione.

La tabella dei contaminanti mostra una presenza diffusa di metalli pesanti:

  • Mercurio: Trovato in tutti e 16 i vaccini analizzati.

  • Nichel: Rilevato in 8 fiale su 16.

  • Arsenico: Presente in 6 fiale su 16.

  • Uranio: Rilevato in 15 fiale su 16, una scoperta che ha sollevato un'allerta significativa.

  • Alluminio: Presente in tutti i vaccini, con concentrazioni che, in alcuni casi (Gardasil, Gardasil 9, Synflorix), superavano del doppio la quantità dichiarata dai produttori.

Inoltre, il rapporto ha sottolineato un'altra discrepanza fondamentale: il contenuto di alluminio nei vaccini inattivati è risultato essere da 1000 a 6000 volte superiore al limite massimo consentito per l'acqua potabile, una misura che evidenzia la gravità della concentrazione di queste sostanze.


Le Gravi Implicazioni Tossicologiche

Le Gravi Implicazioni Tossicologiche


Le sostanze rilevate in questi vaccini non sono inerti. Al contrario, ognuna di esse è nota nella comunità scientifica per i suoi potenziali effetti tossici sul corpo umano.

  • Alluminio: Numerosi studi scientifici e pubblicazioni, tra cui quelli del Prof. Chris Exley e del team del Prof. Christopher Shaw, hanno evidenziato la neurotossicità dell'alluminio. Questo metallo è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, accumulandosi nel cervello e interferendo con il sistema immunitario, con possibili correlazioni a malattie neurologiche e disturbi autoimmuni. La sua forma iniettata, in particolare, bypassa i naturali meccanismi di difesa del corpo, rendendo la sua eliminazione più difficile.

  • Mercurio: La tossicità del mercurio, sia in forma organica che inorganica, è un fatto assodato. Anche a dosi minime, questo elemento può danneggiare in modo irreversibile il sistema nervoso e il sistema immunitario. La sua presenza, soprattutto nei vaccini destinati ai bambini, solleva serie preoccupazioni per lo sviluppo neurologico.

  • Uranio: Si tratta di un elemento radioattivo con un potenziale di danno biologico e genetico, come dimostrato da ricerche sulla tossicità da uranio. La sua rilevazione in quasi tutti i campioni analizzati solleva interrogativi non solo sulla sicurezza dei processi produttivi, ma anche sulle potenziali conseguenze a lungo termine dell'esposizione, incluso il rischio di danni al DNA e di cancerogenesi.

  • Nichel e Arsenico: Entrambi sono classificati come cancerogeni noti. La loro introduzione diretta nel corpo attraverso un'iniezione può scatenare effetti cronici a lungo termine, inclusa la compromissione delle funzioni cellulari e l'aumento del rischio di malattie degenerative e neoplastiche.

La combinazione sinergica di questi metalli pesanti, somministrata contemporaneamente attraverso i vaccini, rappresenta un rischio potenziale per la salute pubblica che non può essere sottovalutato.


Il Grande Silenzio e la Richiesta di Trasparenza

Il Grande Silenzio e la Richiesta di Trasparenza


Nonostante la gravità e l'evidenza dei dati presentati nel dossier dell'8 febbraio 2017, la risposta delle autorità e dei media è stata un assordante silenzio. Nessun importante canale di informazione ha riportato i risultati. Non sono pervenuti commenti né dall'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), né dal Ministero della Sanità tedesco, né da altre istituzioni sanitarie a livello internazionale. Questo "silenzio istituzionale" ha alimentato la domanda cruciale: perché la presenza di metalli tossici come uranio e arsenico nei vaccini destinati a infanti e adulti è stata ignorata?

Oltre 8 anni dopo la pubblicazione del dossier tedesco, questo documento rimane uno dei più scioccanti e inesplorati nel panorama sanitario moderno. Le sue implicazioni sanitarie e i quesiti che solleva sono troppo gravi per essere trascurati. È fondamentale esigere trasparenza, controlli indipendenti e risposte concrete alle domande che, a tutt'oggi, rimangono senza risposta.


Approfondimenti utili (da cercare su Google Scholar o siti istituzionali):

  • AGBUG e.V. sito ufficiale: ricerca dei documenti pubblicati nel 2017.

  • Micro Trace Minerals: presenza di pubblicazioni o report di laboratorio relativi al 2017.

  • Articoli su contaminazioni vaccinali attraverso analisi indipendenti.

  • Studi tossicologici su uranio, alluminio e mercurio in ambito medico.

  • Confronto tra limiti di metalli pesanti nell’acqua potabile e concentrazioni rilevate nei vaccini.

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