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sabato 11 maggio 2024

Trattamento per danneggiati da vaccino – Il digiuno per 48-72 ore

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Trattamento per danneggiati da vaccino – Il digiuno per 48-72 ore crea autofagia – il processo di disintossicazione del corpo che uccide le cellule danneggiate dalle proteine ​​​​del picco del vaccino COVID-19 e riavvia il sistema immunitario


Originariamente pubblicato nel Substack del Dr. William Makis

Traduzione a cura di Salvatore Calleri (NatMed)

Qual è la letteratura sul digiuno e sui danni da vax COVID-19?

I benefici del digiuno sulle lesioni da vaccino COVID-19 vengono ora esaminati seriamente nella letteratura scientifica con una serie di nuovi articoli in uscita:

Danni alle proteine ​​Spike del COVID-19:

  • La proteina Spike crea coaguli di sangue, danneggia le pareti dei vasi sanguigni e provoca infiammazioni
  • La proteina Spike danneggia i mitocondri (causa una diminuzione della produzione di energia, accumulo di specie reattive dell'ossigeno)
  • La proteina Spike impedisce che i mitocondri danneggiati vengano eliminati dal corpo
  • La proteina Spike crea aggregati di proteine ​​anormali
  • i frammenti proteici del picco possono produrre proteine ​​amiloidi ( clicca qui )
  • la proteina Spike distrugge il microbioma intestinale ( clicca qui )
  • la proteina Spike provoca gravi disfunzioni del sistema immunitario, che possono portare a malattie autoimmuni e cancro ( clicca qui )

Autofagia

  • l'autofagia è il modo in cui il corpo rimuove proteine ​​​​anormali, componenti cellulari danneggiati, cellule danneggiate.
  • l'autofagia è stimolata dal digiuno, dalla terapia del calore (sauna), dall'ozono terapia, dall'ossigenoterapia iperbarica
  • l'autofagia è stimolata anche da: caffè, resveratrolo, curcuma, metformina

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Digiuno:

Esistono due categorie principali di digiuno:

  • digiuno prolungato (della durata di almeno 36 ore)
  • digiuno intermittente (periodi di digiuno più brevi da 12 a 24 ore)

Gli obiettivi del digiuno prolungato sono diversi:

  • rimuovere la maggior quantità possibile di proteine ​​​​spike dal corpo tramite l'autofagia delle cellule che esprimono la proteina spike
  • rimuovere gli aggregati proteici del picco, le proteine ​​amiloidi, i prioni e altre proteine ​​anomale o mal ripiegate che possono causare malattie
  • riavviare il sistema immunitario e produrre nuove cellule immunitarie
  • migliorare il microbioma intestinale
  • migliorare la salute e la funzione mitocondriale, creare nuovi mitocondri
  • stimolare la produzione di cellule staminali

I benefici del digiuno per un periodo di 72 ore spiegati passo dopo passo (Dr. Jin W. Sung):


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Le proprietà antitumorali della bromelina: Stato dell'arte e tendenze recenti

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La bromelina, un enzima estratto dal gambo dell'ananas (Ananas comosus (L.) Merr.), è al centro di studi approfonditi per le sue molteplici proprietà benefiche per la salute umana, tra cui effetti anti-infiammatori, immunomodulatori, antiossidanti e anticancerogeni.


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Tradizionalmente utilizzata in numerosi paesi per il suo potenziale terapeutico, la bromelina sta ora emergendo come un candidato promettente per il trattamento oncologico grazie alla sua capacità di indurre effetti citotossici, apoptotici, necrotici, autofagici, immunomodulanti e anti-infiammatori sia in cellule tumorali che in modelli animali.

Approfondimenti sull'enzima e il suo impatto nel campo oncologico

Studi recenti hanno esaminato in dettaglio gli effetti della bromelina a livello cellulare, molecolare e dei segnali, con dati raccolti da database come PubMed/MedLine, TRIP database, GeenMedical, Scopus, Web of Science e Google Scholar. Le ricerche hanno confermato le attività farmacologiche della bromelina, che includono non solo la lotta contro il cancro, ma anche proprietà anti-edemigene, anti-microbiche, anti-coagulanti, anti-artrosiche, antidolorifiche post-traumatiche, anti-diarrea e di guarigione delle ferite. Nonostante ciò, gli studi clinici sulla bromelina sono ancora limitati, e sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare il valore scientifico di questo enzima nelle malattie oncologiche umane.

Cancro: un problema globale e la ricerca di nuove cure

Il cancro rappresenta una sfida globale che incide negativamente sui pazienti, le loro famiglie e l'intera società. Le cellule tumorali possono colpire qualsiasi parte del corpo e si caratterizzano per la proliferazione causata dalla perdita di controllo della divisione cellulare, dalla ridotta capacità di riparare le mutazioni del DNA cellulare, dalla capacità di evitare la morte cellulare programmata (apoptosi), di formare nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), di invadere altri tessuti e sviluppare metastasi, e dalla capacità di nascondersi all'azione del sistema immunitario.

Trattamenti oncologici e il potenziale della bromelina

I trattamenti oncologici tradizionali come la chemioterapia mirano alla remissione o alla cura della malattia, estendendo la durata e migliorando la qualità della vita del paziente. Tuttavia, la chemioterapia può anche colpire le cellule sane che si moltiplicano rapidamente, causando reazioni avverse. In questo contesto, la bromelina si presenta come un trattamento naturale con potenziali risultati paragonabili a quelli della chemioterapia e della radioterapia, ma con una tossicità molto inferiore.

Conclusione e prospettive future

La bromelina ha dimostrato di possedere interessanti applicazioni farmacologiche e potenziali applicazioni mediche sin dalla sua scoperta. L'enzima è stato utilizzato per il trattamento di diverse condizioni di salute, dal trattamento dell'osteoartrite e delle ferite croniche alla gestione del dolore post-traumatico e dei processi infiammatori. La ricerca futura dovrebbe continuare a esplorare questi usi, in particolare l'efficacia antitumorale della bromelina, per fornire nuove opzioni terapeutiche ai pazienti oncologici. Le prospettive sono promettenti, ma la strada verso l'applicazione clinica generalizzata richiederà ancora approfondimenti e validazioni attraverso studi clinici mirati.




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venerdì 10 maggio 2024

Virus, nanoparticelle lipidiche nei vaccini, armi biologiche

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Una nanoparticella lipidica è un virus. È un retrovirus e un Coronavirus .


Il lipide forma la busta in cui confezioni l'mRNA e poi lo spedisci all'indirizzo, alla città, allo stato e al codice postale.


Traduzione a cura di Salvatore Calleri (NatMed)

Se vuoi causare danni al cervello, lo invii al cervello, lo invii alle microglia nel cervello e paralizzi le cellule staminali disintossicanti nel cervello. Se vuoi causare una disfunzione epatica, la invii alle cellule di Kupffer del fegato.

È il codice postale, ed è ciò che ha effettivamente fatto Robert Malone . Non aveva niente a che fare con l'RNA, aveva a che fare con il virus sintetico che trasporta l'arma biologica nel corpo.

Le nostre cellule sono microparticelle lipidiche: 10 alla meno sei. Nano è un virus. Sono 10 meno nove. Ecco perché non inseriamo noi stessi le nanoparticelle.
E sì, i virus, ogni vaccino è una nanoparticella lipidica che inietti. Mi dispiace, è un'arma biologica.
Dott.ssa Judy Mikovits, PhD - 05/08/2024

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mercoledì 8 maggio 2024

AstraZeneca ammette la relazione tra il suo vaccino COVID-19 e la trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS)

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AstraZeneca ha finalmente ammesso che il suo vaccino contro il COVID-19 può causare trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), una condizione rara ma grave.


Questa ammissione è avvenuta durante un procedimento legale presso l'Alta Corte del Regno Unito, dove l'azienda farmaceutica ha presentato documenti affermando che il loro vaccino "può, in casi molto rari, causare la TTS".


Di Salvatore Calleri (NatMed)

Fonte dailymail.co.uk

La notizia arriva mentre decine di famiglie colpite da lesioni da vaccino si battono per ottenere giustizia in tribunale. Nonostante le clausole di indennizzo firmate dai governi con le aziende farmaceutiche, molte famiglie si sono unite per affrontare AstraZeneca in tribunale, accusando il suo vaccino di essere "difettoso" e di causare gravi disturbi della coagulazione del sangue, incluso il TTS.

Gli avvocati delle famiglie colpite affermano che alcuni casi potrebbero valere fino a 20 milioni di sterline di risarcimento, ma il processo per dimostrare il danno da vaccino è faticoso e dispendioso. Le famiglie devono trovare testimoni medici disposti a sfidare le convenzioni mediche tradizionali e a combattere la propaganda dell'industria farmaceutica.

Inoltre, l'azienda farmaceutica non sarà ritenuta responsabile penalmente o civilmente per i danni causati dal suo vaccino, grazie a clausole di indennizzo che obbligano i contribuenti a coprire gli accordi di risarcimento.

La complicazione legata al vaccino, nota come trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT), è stata studiata da medici ed esaminatori. Si ritiene che il virus modificato all'interno del vaccino possa scatenare una reazione autoimmune contro una specifica proteina nel sangue, causando la formazione di coaguli.

Una delle vittime del vaccino di AstraZeneca è Jamie Scott, un ingegnere informatico e padre di due figli, che ha subito un'emorragia cerebrale dopo aver ricevuto il vaccino nell'aprile del 2021, lasciandolo con una lesione cerebrale permanente. Sua moglie ha sottolineato la necessità di scuse e di un giusto risarcimento per le famiglie colpite.

Attualmente ci sono oltre 50 casi di VITT in attesa presso l'Alta Corte, con danni che potrebbero superare i 100 milioni di sterline in totale. Inoltre, l'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari ha documentato 81 decessi nel Regno Unito legati alle complicazioni della coagulazione del sangue associate al vaccino AstraZeneca.


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martedì 7 maggio 2024

Infezioni e Autoimmunità: L'Importanza della Vitamina D nel Sistema Immunitario

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La vitamina D, nota per il suo ruolo nella salute ossea, emerge sempre più come un fattore critico nel mantenimento di un sistema immunitario forte e resiliente. In particolare, la sua influenza sulle infezioni e sullo sviluppo di malattie autoimmuni è oggetto di crescente interesse scientifico. 


Di Salvatore Calleri (NatMed) Blogger e Divulgatore Scientifico

Questa revisione sistematica, condotta da Sunil J. Wimalawansa presso l'Istituto Cardiometabolico ed Endocrino di North Brunswick, NJ, analizza in profondità il legame tra la vitamina D e l'immunità, esaminando la letteratura scientifica più recente su questo argomento cruciale.


Ruolo della Vitamina D nell'Immunità


La vitamina D, nella sua forma attiva 1,25-diidrossivitamina D, svolge un ruolo fondamentale nella protezione contro agenti patogeni invasivi, riducendo il rischio di autoimmunità e contribuendo al mantenimento della salute generale. Al contrario, bassi livelli di vitamina D aumentano la suscettibilità alle infezioni e possono predisporre allo sviluppo di malattie autoimmuni.


Evidenze Scientifiche


Questa revisione sistematica esamina approfonditamente la ricerca esistente sulla vitamina D e il suo impatto sull'immunità. I dati raccolti supportano fortemente l'importanza di mantenere livelli sierici di 25-idrossivitamina D superiori a 50 ng/mL per ridurre significativamente il rischio di infezioni virali e batteriche, nonché di condizioni autoimmuni. Gli studi controllati randomizzati hanno confermato i benefici sostanziali della vitamina D, mentre quelli con errori di progettazione significativi hanno prodotto risultati ambigui.


Implicazioni per la Salute Pubblica


Nonostante il rapporto costi-benefici favorevole del trattamento della carenza di vitamina D, la sua prevalenza rimane alta in tutto il mondo. Questo è particolarmente preoccupante alla luce delle evidenze che collegano la carenza di vitamina D a una maggiore suscettibilità alle epidemie e alle malattie autoimmuni. La revisione sottolinea l'importanza di strategie di salute pubblica volte a promuovere l'esposizione sicura al sole e l'assunzione adeguata di integratori di vitamina D.


Conclusioni


In conclusione, questa revisione sistematica fornisce un'analisi dettagliata del legame tra vitamina D, infezioni e autoimmunità, evidenziando l'importanza di mantenere livelli ottimali di vitamina D per una salute immunitaria robusta. Le implicazioni per la salute pubblica sono significative e indicano la necessità di interventi mirati per ridurre la prevalenza della carenza di vitamina D e migliorare la salute globale della popolazione.


Questa ricerca rappresenta un contributo fondamentale alla comprensione del ruolo della vitamina D nell'immunità e suggerisce nuove direzioni per futuri studi e interventi di salute pubblica.


Per maggiori informazioni, consultare l'articolo completo: [Infezioni e Autoimmunità: il Sistema Immunitario e la Vitamina D](https://doi.org/10.3390/nu15173842).

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lunedì 6 maggio 2024

L'integrazione dei Protocolli Immunostimolanti e Rafforzativi delle Difese Immunitarie: Un Approccio Olistico alla Salute

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Nell'era contemporanea, caratterizzata da un crescente interesse verso il benessere e la prevenzione, l'integrazione dei protocolli immunostimolanti rappresenta una frontiera in espansione nell'ambito della medicina integrativa e funzionale. 


Di Salvatore Calleri (NatMed) Blogger e Divulgatore Scientifico

Questi protocolli mirano a potenziare le difese immunitarie dell'organismo, sostenendo così la capacità di resistere a infezioni, malattie e altri stress biologici.

Fondamenti Immunologici

Il sistema immunitario è una rete complessa di organi, cellule e molecole che lavorano in sinergia per proteggere il corpo dagli agenti patogeni come virus, batteri e parassiti. Le strategie per rafforzare questo sistema sono molteplici e spaziano dall'alimentazione e l'integrazione alimentare fino all'esercizio fisico e alla gestione dello stress.

Nutrienti e Integratori Immuno-Modulatori

Numerosi studi hanno evidenziato l'importanza di specifici nutrienti nel modulare la risposta immunitaria. Tra questi, spiccano:

Vitamina C: Potente antiossidante, la vitamina C stimola la produzione di globuli bianchi, essenziali per combattere le infezioni.
Vitamina D: Oltre a regolare il calcio e il fosforo, è fondamentale per l'attivazione dei meccanismi di difesa immunitaria.
Zinco: Minerale essenziale che supporta la funzione delle cellule immunitarie e riduce l'infiammazione.
Selenio: Contribuisce alla prevenzione del danno ossidativo e migliora le difese antivirali.
Probiotici: L'intestino è un sito primario di attività immunitaria; i probiotici aiutano a mantenere l'equilibrio della flora intestinale, essenziale per una risposta immunitaria efficace.

Fitoterapici e Erbe Medicinali

L'uso di piante medicinali nella modulazione del sistema immunitario è una pratica millenaria. Piante come Echinacea, Astragalo, Uncaria tomentosa (Cat's Claw), e Curcuma hanno dimostrato di avere effetti immunostimolanti, aiutando a prevenire infezioni e accelerando il recupero.

Stile di Vita e Gestione dello Stress

L'effetto dello stress sul sistema immunitario è ben documentato. Stress cronico può sopprimere la funzionalità immunitaria, rendendo il corpo più suscettibile a malattie. La meditazione, lo yoga, tecniche di respirazione profonda e un adeguato riposo sono essenziali per mantenere un sistema immunitario robusto.

Approcci Dietetici

Una dieta ricca di frutta e verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani è fondamentale per il supporto immunitario. Alimenti anti-infiammatori come i pesci ricchi di omega-3 e le spezie come lo zenzero e la curcuma possono contribuire a modulare la risposta immunitaria.

Considerazioni Cliniche

Prima di intraprendere qualsiasi regime di integratori, è importante consultare un professionista sanitario, in particolare per persone con condizioni preesistenti o quelle che assumono altri farmaci. La personalizzazione del trattamento in base al profilo individuale del paziente è cruciale per ottenere i migliori risultati possibili.

Conclusione

L'integrazione dei protocolli immunostimolanti offre un valido supporto al sistema immunitario, particolarmente in tempi di maggiore rischio infettivo o quando il corpo è sottoposto a stress aggiuntivi. Con l'adozione di un approccio olistico che comprende dieta, stile di vita, integratori e fitoterapia, è possibile costruire una robusta difesa contro le malattie, promuovendo allo stesso tempo il benessere generale e la longevità.

Attraverso la ricerca continua e la pratica clinica, i protocolli di rafforzamento immunitario si evolvono costantemente, mirando a offrire soluzioni personalizzate che rispondono alle esigenze di ogni individuo.


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