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| Basato sull'analisi scientifica del Brownstone Institute |
Indagine shock sui vaccini mRNA e il cancro. 3 meccanismi biologici (Spike, DNA, Immunità) che richiedono risposte urgenti dalle istituzioni. Leggi l'analisi.
ROMA/NEW YORK – In un'epoca dominata da narrazioni predefinite, emerge una questione talmente controversa da essere etichettata come "il terzo binario" tra biologi oncologi e l'intera comunità medica: il potenziale nesso tra la vaccinazione anti-Covid-19 e l'insorgenza o l'accelerazione di patologie oncologiche. Come ricercatore profondamente impegnato nella prevenzione del cancro, non posso, in coscienza, ignorare questa preoccupante "elefante nella stanza".
Con il Dr. Wafik El-Deiry, biologo oncologo di fama internazionale, abbiamo evidenziato, durante l'incontro di settembre dell'ACIP sui vaccini anti-Covid, che quasi 50 pubblicazioni hanno già riportato un'associazione temporale tra la vaccinazione a mRNA anti-Covid e l'insorgenza del cancro. A queste si aggiungono studi epidemiologici (uno italiano e uno coreano) che descrivono un aumento dell'incidenza del cancro tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, pur con le dovute precisazioni metodologiche. Queste segnalazioni si stanno moltiplicando in modo esponenziale, eppure la reazione dominante nel mondo accademico, nei media e nelle agenzie di regolamentazione rimane un preoccupante silenzio o la totale ignoranza. È tempo di riconoscere che potremmo essere di fronte a qualcosa di significativo.
Il mio obiettivo qui non è formulare accuse, ma analizzare la scienza e delineare meccanismi biologici plausibili che possano giustificare l'associazione tra vaccini a mRNA e cancro, richiedendo indagini urgenti e rigorose. L'intento è avviare un dibattito scientifico aperto e, crucialmente, orientare i finanziamenti verso questa area di crescente e impellente preoccupazione. L'attuale clima, purtroppo, rende quasi impossibile per gli scienziati studiare questo argomento senza temere gravi ripercussioni personali o professionali.
Ciò che Sappiamo e Ciò che Dobbiamo Ancora Chiarire
Attualmente, non esistono studi pubblicati che dimostrino un meccanismo causale diretto tra i vaccini a mRNA e l'induzione del cancro. Tuttavia, l'assenza di prove definitive non equivale all'assenza di una relazione. Esistono infatti almeno tre meccanismi biologicamente plausibili che, a mio avviso, meritano uno studio e una valutazione rigorosi, dati i loro noti legami con l'insorgenza del cancro. Questi meccanismi sono già stati discussi in altri contesti, ma qui ne esploreremo l'applicabilità ai vaccini a mRNA anti-Covid-19.
Meccanismo 1: La Biologia della Proteina Spike e la Trasformazione Cellulare
La trasformazione di una cellula normale in una cancerosa implica l'alterazione di molteplici meccanismi protettivi che regolano crescita, sopravvivenza e riparazione del DNA. I vaccini a mRNA anti-Covid istruiscono le cellule a produrre la proteina spike del SARS-CoV-2 per periodi prolungati – da giorni a settimane, mesi e persino anni – scatenando una risposta immunitaria.
Studi di laboratorio hanno già dimostrato che la proteina spike, sia da infezione che da vaccinazione, possiede attività biologiche. Essa interagisce con vie cellulari che regolano il ciclo cellulare, le funzioni oncosoppressorie e i meccanismi di riparazione dei danni al DNA. Teoricamente, tali interazioni potrebbero contribuire alla trasformazione cellulare, sebbene un rischio analogo esista per l'infezione naturale da Covid-19. La differenza cruciale risiede nella durata della produzione della proteina spike dopo la vaccinazione, rispetto all'infezione. Questo solleva anche una domanda fondamentale: le infezioni multiple da Covid sono biologicamente equivalenti alla proteina spike artificiale prodotta dal vaccino?
Data la possibile persistenza della proteina spike prodotta dall'mRNA per periodi estesi post-vaccinazione, è imperativo indagare se l'incidenza del cancro sia correlata all'espressione (o alla persistenza) della proteina spike nell'organismo, e se essa sia presente nei tessuti tumorali. Un recente studio di caso ha già rilevato l'espressione della proteina spike nel carcinoma mammario metastatico. Ignorare la possibilità di un'esposizione cronica a un agente con attività biologica che altera il ciclo cellulare e le vie di risposta ai danni del DNA sarebbe negligente. Attualmente, i dati sono insufficienti per conclusioni definitive, ma in loro assenza, questo meccanismo non può essere escluso.
Meccanismo 2: Integrazione Genomica e Disregolazione Genica da Contaminanti del DNA
È ormai riconosciuto dai produttori, dalla FDA e persino da un laboratorio del NIH che nei vaccini a mRNA sono presenti impurità residue di DNA.
Nonostante le argomentazioni secondo cui le quantità sarebbero troppo esigue per essere dannose, rimangono fatti ineludibili: (1) questi frammenti esistono; (2) sono veicolati da nanoparticelle lipidiche che ne facilitano l'ingresso efficace nelle cellule e nel nucleo; e (3) le loro dimensioni potrebbero facilmente consentire l'integrazione nel genoma, in particolare quando le cellule si dividono e riparano naturalmente il DNA. Poiché non sono stati condotti studi che dimostrino l'inefficacia di queste impurità nel trasfettare le cellule o nell'integrarsi, affermare che ciò non possa accadere è pura speculazione. In altre parole, nessuno studio ha ancora provato che queste impurità siano troppo minime per penetrare le cellule o integrarsi nel DNA.
Nel caso del vaccino Pfizer, un sottoinsieme di impurità contiene sequenze di DNA che sono elementi regolatori virali, i quali per definizione influenzano l'espressione genica. Inoltre, recenti scoperte suggeriscono che il vaccino Pfizer contenga anche DNA metilato, capace di stimolare il pathway cellulare cGAS-STING. Quindi, almeno per il vaccino Pfizer, queste impurità del DNA non solo non possono essere escluse dall'integrazione, ma possono potenzialmente avere effetti di vasta portata.
In linea di principio, eventi di integrazione del DNA in un contesto genomico errato potrebbero disregolare l'espressione genica e contribuire alla trasformazione cellulare, specialmente se combinati con l'attivazione prolungata del percorso cGAS-STING e la regolazione del gene promotore SV40.
Il fondamento della biologia molecolare è la capacità di utilizzare nanoparticelle lipidiche per introdurre DNA nelle cellule, e un effetto collaterale indiscusso è che una parte di questo DNA si integra, alterando potenzialmente l'espressione e la funzione genica. Presumere che ciò non possa accadere con le impurità del DNA nei vaccini a mRNA è fuorviante. Semplicemente non conosciamo il destino di tali impurità una volta a contatto con le cellule. Non ci sono dati che escludano che ciò possa e accada dopo la vaccinazione.
Quasi tutti i biologi molecolari concorderebbero che il trasporto di DNA in nanoparticelle lipidiche alle cellule sia una pura e semplice trasfezione di DNA. Pertanto, questo meccanismo (e gli effetti dell'integrazione della sequenza del promotore SV40 e del DNA metilato trasfettato) rende teoricamente possibile che i contaminanti del DNA avviino o guidino la trasformazione cellulare. La domanda aperta è con quale frequenza e se ciò avvenga. Ad oggi, la risposta è sconosciuta, e nessuno sta attivamente studiando questa eventualità. Non possiamo quindi trarre conclusioni definitive a favore o contro questi meccanismi.
Meccanismo 3: Disregolazione Immunitaria – Il Collegamento Più Plausibile
Il meccanismo più plausibile che collega la vaccinazione al cancro, soprattutto in relazione alle associazioni temporali osservate, coinvolge il sistema immunitario. Diversi studi peer-reviewed hanno documentato alterazioni immunitarie successive a ripetute vaccinazioni a mRNA, tra cui aumento delle citochine infiammatorie, esaurimento delle cellule T, elevata produzione di anticorpi IgG4 e soppressione immunitaria transitoria.
Il sistema immunitario è cruciale nel controllo del cancro, identificando ed eliminando le cellule trasformate prima che progrediscano. Può anche agire come potente cancerogeno e promotore del cancro attraverso l'infiammazione, specialmente se cronica. Pertanto, se il sistema immunitario è temporaneamente compromesso, disregolato o eccessivamente reattivo, la combinazione di una sorveglianza immunitaria fallita e di un'infiammazione cronica potrebbe non solo permettere l'espansione di cellule anomale preesistenti, ma promuoverne la completa trasformazione neoplastica. Questo potrebbe portare a una tumorigenesi promossa e persino accelerata, osservabile nelle finestre temporali descritte.
Tempistica e Sviluppo del Cancro
La maggior parte dei tumori solidi impiega anni per svilupparsi. È quindi improbabile che un tumore che si manifesta entro 6-12 mesi dalla vaccinazione (salvo alcuni linfomi, che possono progredire dalla trasformazione maligna iniziale in poche settimane o mesi) derivi da eventi scatenanti diretti del vaccino a mRNA tramite i meccanismi 1 o 2.
Tuttavia, anche se il vaccino a mRNA non fosse il fattore scatenante primario, rimangono scenari plausibili in cui cellule tumorali pre-maligne o occulte preesistenti (già geneticamente instabili e pronte per una completa trasformazione neoplastica) potrebbero essere accelerate dagli effetti indesiderati della proteina spike o da rari eventi di integrazione del DNA. Inoltre, qualsiasi tumore dormiente o microscopico tenuto sotto controllo dalla sorveglianza immunitaria potrebbe, in linea di principio, essere scatenato o promosso dalla disregolazione immunitaria (Meccanismo 3). Questi potrebbero manifestarsi nell'arco di 12-36 mesi post-vaccinazione.
Modelli di Cancro da Monitorare Attentamente
Diversi studi hanno documentato cambiamenti misurabili nella funzione immunitaria dopo ripetute vaccinazioni con mRNA, inclusi infiammazione, autoimmunità e una forma di immunodeficienza funzionale acquisita. Poiché l'immunodeficienza è spesso accompagnata da infiammazione cronica, entrambe hanno implicazioni dirette sulla sorveglianza e sulla permissività dei tumori. Ci sono quindi segnali che ci si aspetterebbe di osservare sulla base di modelli prevedibili di cancro riscontrati in altre forme di immunodeficienza acquisita (es. HIV o pazienti trapiantati). I meccanismi alla base di questi tumori sono ben consolidati e ampiamente riconosciuti tra i biologi oncologi.
Tumori Linfoidi: La prima e più immediata osservazione sarebbe un aumento delle neoplasie linfoidi, in particolare linfomi non-Hodgkin (LNH), linfomi a cellule T e linfomi aggressivi a cellule B (come il linfoma di Burkitt o il DLBCL). Questi tumori sono strettamente correlati ai meccanismi di controllo immunitario e all'oncogenesi da EBV, e in condizioni di stress o esaurimento immunitario, possono emergere rapidamente. Una rappresentazione sproporzionata di linfomi post-vaccino è stata riscontrata in casi clinici pubblicati, un modello biologicamente coerente con un potenziale fallimento dell'immunosorveglianza.
Tumori Associati a Virus: La successiva categoria di tumori che si prevede aumenterà include quelli a eziologia virale (sarcoma di Kaposi, carcinoma a cellule di Merkel, tumori cervicali e orofaringei indotti da HPV, carcinoma epatocellulare da HBV/HCV). Tali tumori insorgono tipicamente in un contesto di immunosoppressione, infiammazione cronica o entrambi, e un aumento tra individui senza immunosoppressione classica potrebbe indicare una rottura dell'immunoediting.
Leucemie e Sindromi Mielodisplastiche (MDS): Diversi studi di associazione temporale hanno riportato casi di leucemie acute e MDS a seguito di vaccinazione. Queste neoplasie sono altamente sensibili agli ambienti infiammatori e immunomodulatori, nonché alle esposizioni ambientali che compromettono l'integrità del DNA. È plausibile che un'attivazione immunitaria sostenuta seguita da soppressione possa accelerare l'espansione di cloni pre-leucemici. Inoltre, le impurità del DNA nei vaccini a mRNA potrebbero integrarsi preferenzialmente nelle cellule precursori emopoietiche, particolarmente suscettibili allo stress genotossico, potenzialmente avviando la trasformazione leucemica.
Tumori Solidi Aggressivi o Insoliti: Infine, ci si potrebbe aspettare l'insorgenza di tumori solidi rari o insolitamente aggressivi in prossimità temporale della vaccinazione a mRNA (es. gliomi di alto grado, carcinomi pancreatici, sarcomi a rapida proliferazione, tumori al seno). A livello di popolazione, l'associazione si manifesterebbe probabilmente come un aumento sproporzionato dei tumori ematologici e di quelli associati a virus. Si prevederebbe anche un aumento dei tumori a esordio precoce o cluster di tumori in rapida progressione o resistenti al trattamento entro brevi intervalli post-vaccinazione se l'infiammazione cronica o l'esaurimento delle cellule T fossero la causa.
Nessuno di questi modelli può da solo dimostrare un nesso di causalità, ma non dovrebbero essere liquidati come coincidenze. Altre esposizioni ambientali (tabacco, amianto, interferenti endocrini) sono state inizialmente accolte con scetticismo, ma studi rigorosi hanno poi dimostrato le loro relazioni causali. Lo stesso principio deve applicarsi qui: i ricercatori devono essere autorizzati a replicare e ampliare queste analisi, liberi da censure, ritorsioni personali o professionali.
Valutare e quantificare questi potenziali meccanismi deve diventare una priorità di ricerca ineludibile se vogliamo dare un senso al crescente numero di segnalazioni che collegano l'insorgenza del cancro alla vaccinazione contro il Covid-19 e determinare se queste associazioni riflettono reali relazioni causali. Studi a lungo termine a livello di popolazione saranno essenziali. Per la salute pubblica, è fondamentale che la comunità scientifica e le agenzie di regolamentazione si impegnino in un'indagine rigorosa e imparziale su questi aspetti.
🔬 Note e Riferimenti Scientifici 📚
La richiesta di un'indagine urgente sui potenziali impatti oncologici dei vaccini anti-COVID-19 si basa su evidenze pubblicate e meccanismi biologici consolidati in oncologia e immunologia. I seguenti punti fungono da fondamento per la discussione esposta nell'articolo.
A. Evidenze Epidemiologiche e Associazioni Temporali
L'articolo fa riferimento a una crescente letteratura che richiede un'analisi approfondita:
Studi di Coorte sulla Popolazione: Riferimento a studi epidemiologici su larga scala (come lo studio coreano menzionato nel dibattito iniziale) che hanno confrontato l'incidenza di vari tipi di cancro tra popolazioni vaccinate e non vaccinate.
Esempio di Riferimento (Placeholder): Rischi a 1 anno di tumori associati alla vaccinazione anti-COVID-19: un ampio studio di coorte basato sulla popolazione in Corea del Sud. Biomarker Research, [DOI: 10.1186/s40364-025-00831-w].
Rapporti di Associazione Temporale: Riferimento alle quasi 50 pubblicazioni che documentano l'associazione temporale tra la vaccinazione a mRNA e l'insorgenza o la recidiva del cancro. Questi includono case reports e serie di casi che, pur non provando la causalità, richiedono un'analisi statistica e biologica attiva.
B. Meccanismi Biologici Plausibili e Fonti di Preoccupazione
La necessità di un'indagine è guidata dalla plausibilità biologica basata su noti meccanismi cellulari:
1. Biologia della Proteina Spike e Riparazione del DNA (Meccanismo 1)
Attività Biologica della Spike: Studi di laboratorio (in vitro) hanno suggerito che la proteina Spike, prodotta sia da infezione che da vaccino, possa interagire con vie cellulari cruciali per l'integrità genomica, inclusi i meccanismi di soppressione tumorale (come la via p53) e la riparazione dei danni al DNA.
Riferimento a Studi sul Danno al DNA (Placeholder): Pubblicazioni che esplorano l'effetto della proteina Spike sulla riparazione dei danni al DNA a doppio filamento e sui pathway di segnalazione nucleare.
2. Contaminanti del DNA e Integrazione Genomica (Meccanismo 2)
Rilevamento di Impurità del DNA: Conferma della presenza di impurità di DNA plasmidico residuo nelle preparazioni vaccinali a mRNA, riconosciuta dai produttori e dalle agenzie regolatorie.
Nanoparticelle Lipidiche (LNP) e Trasfezione: Il principio fondamentale della biologia molecolare secondo cui le LNP agiscono come vettori per il DNA, consentendo l'ingresso nel nucleo cellulare (trasfezione). L'integrazione genomica è un effetto collaterale noto di questo processo, specialmente in cellule che si dividono.
Elementi Regolatori Virali: Preoccupazione per la presenza di sequenze come il promotore SV40 in alcuni lotti di vaccini, un elemento noto per influenzare l'espressione genica e le vie di segnalazione oncogeniche in studi precedenti.
3. Disregolazione Immunitaria (Meccanismo 3)
Immunodeficienza Funzionale Acquisita e Infiammazione Cronica: Riferimento a studi peer-reviewed che documentano alterazioni immunitarie successive a ripetute vaccinazioni con mRNA, inclusi l'aumento delle citochine infiammatorie e l'esaurimento delle cellule T.
Modelli Oncologici Noto: I modelli di cancro menzionati (Linfomi, Tumori Virus-Associati, Leucemie) si basano su principi consolidati di immunosorveglianza in oncologia, dove il fallimento del controllo immunitario (come osservato nei pazienti affetti da HIV o trapiantati) porta a un aumento prevedibile di tali neoplasie.
Esempio di Riferimento (Placeholder): Pubblicazioni che analizzano i cambiamenti nei livelli di anticorpi IgG4 e la funzionalità delle cellule T citotossiche dopo la vaccinazione multipla a mRNA.
C. La Chiamata all'Azione: L'Autorità e la Richiesta di Indagine
L'appello per un'indagine rigorosa non nasce da voci marginali, ma dalla profonda preoccupazione espressa da figure di spicco della comunità oncologica e dei comitati consultivi, come la Dott.ssa Charlotte Kuperwasser:
Dott.ssa Charlotte Kuperwasser: Professoressa di spicco presso il Dipartimento di Biologia dello Sviluppo, Molecolare e Chimica della Tufts University School of Medicine e Direttrice del Tufts Convergence Laboratory. Riconosciuta a livello internazionale per la sua competenza nella biologia della ghiandola mammaria e nella ricerca sul cancro al seno e sulla prevenzione. È stata membro del Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione (ACIP).
La sua voce, unita a quella del Dott. Wafik El-Deiry (Eminente Biologo Oncologo), ha portato la questione dei potenziali legami tra vaccinazione e cancro nelle sedi istituzionali appropriate, inclusi gli incontri dell'ACIP. Questo non è un dibattito tra negazionisti e scienziati, ma un confronto richiesto dagli addetti ai lavori che si basa su una solida plausibilità biologica.

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