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| LO STUDIO COREANO SVELA I RISCHI ONCOLOGICI LEGATI AI VACCINI ANTI-COVID |
di Salvatore Calleri NatMed
ROMA/SEUL – Dopo anni di rassicurazioni da parte delle autorità sanitarie e dei governi, un nuovo studio di coorte su larga scala getta una luce inquietante sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19. Pubblicata sulla rivista scientifica Biomarker Research, la ricerca coreana dal titolo “Rischi a 1 anno di tumori associati alla vaccinazione anti-COVID-19: un ampio studio di coorte basato sulla popolazione in Corea del Sud” (DOI: 10.1186/s40364-025-00831-w) mette in discussione la narrazione ufficiale e riapre un dibattito che le istituzioni hanno tentato in ogni modo di silenziare.
🧠 UN’ANALISI CHE LE ISTITUZIONI NON VOGLIONO COMMENTARE
La pandemia di COVID-19 è stata seguita da una corsa senza precedenti alla vaccinazione di massa. Le autorità sanitarie globali hanno imposto i nuovi sieri mRNA e a vettore virale come soluzione unica e “sicura”, mentre ogni voce critica veniva bollata come “disinformazione”.
Oggi, lo studio sud-coreano — indipendente e basato su oltre 8 milioni di cittadini — fa crollare molte certezze. I dati mostrano un aumento statisticamente significativo dell’incidenza di vari tipi di tumori entro un anno dalla vaccinazione: tiroide, stomaco, colon, polmone, seno e prostata.
Eppure, il silenzio delle istituzioni è assordante: nessuna conferenza stampa, nessun dibattito aperto, nessuna analisi pubblica dei dati. Le stesse autorità che avevano promesso “monitoraggio e trasparenza” sembrano ora nascondersi dietro il linguaggio tecnico per non rispondere alle vere domande.
🔍 IL METODO CHE SMASCHERA IL SISTEMA
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| Il Metodo che Smaschera il Sistema |
Lo studio, basato su un design di coorte nazionale, ha confrontato la popolazione vaccinata con quella non vaccinata, seguendone gli esiti sanitari per 12 mesi. È la metodologia più solida in epidemiologia, eppure le istituzioni non ne parlano.
Perché?
Perché dimostra ciò che per anni è stato negato: che la sicurezza a lungo termine di questi prodotti non era mai stata realmente testata, e che i sistemi di farmacovigilanza sono stati costruiti più per proteggere l’immagine politica delle campagne vaccinali che la salute dei cittadini.
I ricercatori coreani hanno avuto accesso a dati che in Occidente sarebbero rimasti inaccessibili — database pubblici, cartelle cliniche e tracciamenti sanitari — strumenti che, se usati in Europa o negli Stati Uniti, avrebbero probabilmente generato risultati simili, ma politicamente ingestibili.
⚠️ LE ISTITUZIONI HANNO NASCOSTO I RISCHI
Per anni, i governi e le autorità sanitarie hanno insistito sul mantra “sicuro ed efficace”, ma senza disporre di studi indipendenti di lungo periodo.
La ricerca coreana è la prima ad analizzare su larga scala l’incidenza di tumori post-vaccinazione, e i risultati non sono rassicuranti.
L’aumento del rischio per alcune neoplasie supera il 30-50% rispetto ai non vaccinati, una cifra enorme se rapportata a milioni di persone.
Non si tratta più di voci “complottiste”: si tratta di dati pubblicati su una rivista scientifica peer-reviewed, con metodologia descritta e replicabile.
Eppure, le istituzioni internazionali — OMS, EMA, CDC — tacciono. Nessuna indagine, nessun allarme, nessun approfondimento.
Un silenzio che somiglia più a una strategia di contenimento del danno d’immagine che a un gesto di prudenza scientifica.
🧾 LA NECESSITÀ DI DATI REALI, NON PROPAGANDA
Durante la pandemia, l’informazione è stata monopolizzata da governi e media mainstream. Chi chiedeva trasparenza sui dati di sicurezza veniva censurato o ridicolizzato. Ora, la Corea del Sud dimostra che un’analisi indipendente è possibile — e che la realtà può essere molto diversa dalla propaganda.
I sistemi sanitari occidentali, pur disponendo di tecnologie avanzate, hanno scelto di non raccogliere o non pubblicare i dati completi sulle diagnosi oncologiche post-vaccino.
Perché?
Perché la trasparenza avrebbe potuto minare la fiducia cieca nella narrativa imposta.
Lo studio coreano rappresenta, dunque, un punto di non ritorno: dimostra che i rischi esistono, e che il “beneficio per la collettività” non può più essere usato come scudo per nascondere effetti collaterali potenzialmente gravi.
🌍 UNA LEZIONE PER LA SANITÀ GLOBALE
Le istituzioni sanitarie internazionali si trovano ora davanti a un bivio:
-
continuare a negare e minimizzare, come già accaduto con i casi di miocarditi, trombosi e neuropatie post-vaccino;
-
oppure ammettere che il monitoraggio della sicurezza è stato gestito con superficialità e conflitti d’interesse.
La pubblicazione su Biomarker Research ha il potere di incrinare la fiducia cieca nei sistemi sanitari centralizzati e nei loro “esperti indipendenti”, spesso legati a case farmaceutiche o fondazioni private.
La vera scienza non ha paura dei dati: solo la politica li teme.
💡 IL DIRITTO DI SAPERE
Questo studio non è la verità assoluta, ma è una prova schiacciante che il dibattito sui vaccini è stato falsato dall’alto.
Le istituzioni che avrebbero dovuto garantire trasparenza e tutela hanno invece imposto il silenzio e costruito una narrazione artificiale.
Ora la verità emerge da Seul, non da Bruxelles, Washington o Roma.
E questa verità impone una domanda a tutti i cittadini:
quanto ancora possiamo fidarci di chi ha anteposto gli interessi geopolitici e industriali alla nostra salute?
👉 La scienza vera non teme le domande. Le istituzioni, sì.
Salvatore Calleri NatMed
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