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| Nella foto Salvatore Calleri NatMed |
Dagli archivi polverosi di medicina estera ai picchi anomali di Siracusa e della Sicilia tutta. Il mio incubo, la mia denuncia, il lieto fine inaspettato.
di Salvatore Calleri NatMed
Era il periodo del COVID. Le strade erano vuote, ma io vedevo la morte. Vedevo persone cadere, colpite da una "influenza" anomala, etichettata e spazzata via dalle statistiche. Ma il mio cervello, il mio corpo, mi urlavano che la causa non era solo nel virus. Lì, nell'aria pesante e invisibile di Siracusa e di tutta la Sicilia, si nascondeva un altro killer, silenzioso, un veleno che si propagava attraverso le frequenze.
Dovevo agire.
Non potevo limitarmi alla mia città. In quei giorni, il mio istinto mi spinse fino a Niscemi. Dovevo confrontarmi con chi la guerra alle onde la combatteva da anni. Andai a parlare con il leader dei No Muos per raccontargli tutto, per mostrare i miei dati e fare le mie rilevazioni sul posto. Usando la mia fidata app, notai che i picchi anomali erano uguali a quelli di Siracusa, un segnale che il problema era sistemico e vasto.
Lì, un ragazzo mi diede una speranza concreta: mi rivelò che a Niscemi stavano per creare un centro di rilevamento proprio per monitorare quella pericolosa antenna americana, il Muos. Fu una conferma che le mie paure non erano deliri, ma realtà tangibili che altri stavano già combattendo.
Il mio arsenale non erano armi, ma la mia ossessione e la mia ricerca. Ogni notte, trasformavo il mio tavolo in un centro di traduzione: oltre 3000 articoli scientifici dalle più disparate ricerche estere, e foto dai miei vecchi "libroni verdi" di medicina, che descrivevano con agghiacciante precisione le patologie scatenate dalle onde elettromagnetiche. Quelle pagine contenevano la verità che le torri di telefonia mobile, erette a 500 metri l'una dall'altra nel 2006 in tutte le città italiane dal governo Renzi, stavano inondando le nostre vite.
La Solitudine della Denuncia
La mia unica sentinella era l'applicazione ElectroSmart, un'ancora di salvezza che, a differenza dei sistemi ufficiali, non mentiva. Quando i miei occhi leggevano quel terribile 84 su una scala di 100, sapevo che eravamo al limite del collasso biologico. E quei picchi anomali, che stranamente non rivelavano il gestore e duravano per minuti, coincidevano con l'esplosione dei casi di "influenza" etichettati frettolosamente come Covid.
Ho iniziato la mia crociata. Le mie continue telefonate ed email al Dott. Sansone dell'ARPA a Palermo sono diventate un monologo ossessivo, un tentativo disperato di far certificare l'evidenza. Gli ho inviato immagini dell'App Electrosmar, la sua risposta... ma quest'App non mostra la rilevazione della parte elettrica.. ed io, no la mostra! Eccola! Le prove che legavano l'elettrosmog a danni genetici e patologie che rischiavano di devastare la popolazione erano inconfutabili.
Poi venne finalmente il giorno dell'ispezione nella casa dove abitavo.. che poi? Erano tutte le antenne della Sicilia da controllare, non solo quelle vicino casa mia! Ma poi a casa mia? Cosa pensavano che vi fosse un bunker sotterraneo? La rilevazione? Quasi una sceneggiatura cinematografica di basso livello. Il politico Salerno si presentò con i suoi strumenti ufficiali. Le sue misurazioni, i suoi gesti, le sue parole erano poco convincenti, quasi pre-registrate. Diceva che era tutto nella norma, che i miei allarmi erano infondati. Ero disperato, furioso. Sentivo l'ombra dell'archiviazione calare sulla mia denuncia alla Guardia di Finanza.
Il Silenzio Assordante
E poi accadde. Un momento che, se non l'avessi vissuto, non lo crederei.
Il politico Salerno uscì dalla casa dove abitavo. Ricordo il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle. Un istante dopo, nel mio silenzioso monitoraggio, l'indicatore impazzito di ElectroSmart si placò. Le onde elettromagnetiche che mi avevano tenuto prigioniero in un incubo di angoscia, ansia e malesseri fisici, si quietarono. Il rumore invisibile nell'aria svanì. Il mio sistema nervoso si radicò. L'incubo era finito.
Ho sporto la mia denuncia, con la mia catasta di certificazioni e ricerche tradotte, contro l'inquinamento elettromagnetico e quei picchi assassini. Ho fatto tutto quello che potevo.
Avrò salvato migliaia di persone? Non lo so, e poco mi importa. Ma quel che è importante, è che ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per trasformare la paura in azione. La mia guerra contro l'invisibile è finita in un inatteso lieto fine. E questo, per me, è l'unica vittoria che conta.

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