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lunedì 27 novembre 2017

ENCEFALOPATIA DA VACCINO

Encefalopatia-e-vaccino

Il vaccino può creare un'encefalopatia? La risposta è SI.

A livello medico non esiste nulla, né analisi del sangue, radiografia, né alcuna caratteristica o altro, grazie a cui, in presenza di una certa patologia, possa essere chiarito se si tratti di un danno da vaccino o meno. In caso di epilessia, per esempio, non è possibile dire se sia da attribuirsi ad una vaccinazione o se si tratti di un caso di epilessia comune, di solito congenita.
Risulta decisiva l'osservazione dei genitori nel periodo successivo alla vaccinazione: se un bambino ha inizialmente raggiunto le pietre miliari di uno sviluppo indisturbato, regolare dell'età evolutiva nei tempi consueti, e quindi si ferma ad un certo punto, ad un dato livello di questo sviluppo, e se nel periodo appena antecedente questa regressione ha subìto una vaccinazione, si può presumere che la vaccinazione sia la causa di questa inibizione dello sviluppo.
È questa la cosiddetta 'inibizione dello sviluppo dopo la vaccinazione', il solo sintomo sicuro di un danno da vaccino. Tale determinazione non è qualcosa di immediato, ma frutto di una serie di manifestazioni progressive, successive, relative allo sviluppo in un bambino di uno e due anni.
Molti genitori tengono una sorta di diario e questo è anche il nostro consiglio. È vero, lo sviluppo è lento nel primo anno di vita, ma non indefinibile se colto da puntuali registrazioni del genitore nel tempo. Non dovrebbe essere difficile procurarsi una tabella tipo delle tappe dell'evoluzione nei primi 24 mesi di vita dal pediatra o su internet http://www.thebabyregistry.co.uk/pages/milest1.htm oppure http://www.natus.com/baby_health/milestones.html . Quando si è presentato il primo sorriso? Quando il bambino è stato in grado di alzare per la prima volta la testolina? Quando la prima presa di contatto con la voce? Quando il primo contatto visivo? Quando i primi farfugli? Quando le prime iniziative? Quando i primi movimenti?
Il danno da vaccino di un bambino piccolo, sebbene grave, può essere povero di sintomi. Comunque questo danno può evidenziarsi per esempio con irrequietezza, paura, irritabilità oppure con una notevole insicurezza di movimento e reazione, sonnolenza, apatia e torpore fino alla perdita di coscienza. Anche disturbi non caratteristici come vomito, alterazione del colorito della pelle, aumento della temperatura etc. possono essere sintomi di un danno da vaccino. Ma di solito lo stadio acuto del danno cerebrale di un bambino piccolo è praticamente asintomatico. 'Le gravi reazioni post-encefalitiche possono manifestarsi soltanto dopo mesi o addirittura anni' [Baker, 1949]. 'Lo stato del bambino viene sempre riconosciuto soltanto quando si analizzano e si valutano accuratamente l'anamnesi nella sua interezza e il suo comportamento complessivo' [Lurie, 1947].
Il patologo olandese E. de Vries dimostrò che il cervello dei bambini, a causa della propria immaturità, non è in grado fino a circa il terzo anno di vita di reagire al danno causato dalla vaccinazione in un certo modo, che noi chiamiamo infiammazione. Nei primi tre anni si crea al massimo un edema cerebrale e questa reazione asintomatica, denominata da de Vries 'encefalopatia postvaccinica blanda' si distingue dalla encefalite post-vaccinica che avviene solo dopo il terzo anno di età quando la struttura cerebrale del bambino è stata definita. Questa differenziazione tra le due forme di patologie (encefalite e encefalopatia) non fa ancora parte della cultura generale medica, pur avendo ampie conseguenze. Essa spiega per esempio perché apparentemente in Germania negli anni '30 c'erano meno casi di danni da vaccino rispetto all'Austria. Infatti l'encefalite ha un quadro clinico ben definito e riconoscibile, mentre l'encefalopatia è difficilmente riconoscibile. In Austria (vaccinazione infantile tarda) si riconobbero i danni da vaccino, in Germania (vaccinazione precoce) no. L'encefalopatia non solo è poco riconoscibile allo stadio iniziale, ma crea tanto più danni in uno stadio successivo quanto più piccolo era il bambino al tempo del danneggiamento.



Le vaccinazioni infantili prevedono che si iniettino in neonati e bambini tossine dannose (mercurio), materiale proteico di origine animale e virus attenuati (che hanno una forte propensione ad attaccare i tessuti nervosi).
Il dr Thomas Rivers nel 1935 riuscì a produrre un'infiammazione del cervello in scimmie di laboratorio iniettando loro ripetutamente estratti sterilizzati di cervello e midollo osseo di coniglio. Questa è la sola causa di encefalite dimostrata scientificamente, cioè encefalite insorta nell'organismo a seguito di una reazione immunologica (allergica) a tessuti estranei.
Nel Lancet, il più importante giornale inglese sulla medicina, del 4 settembre 1926, furono riportati sette casi di encefalo-mielite (infiammazione del cervello e del midollo spinale, e delle loro membrane), in seguito a vaccinazione in due ospedali di Londra. Il prof. Turnbull ed il prof. McIntosh, i quali studiarono attentamente questi casi, avevano pubblicato inizialmente sul British Journal of Experimental Pathology: 'Non esistono dubbi sul fatto che la vaccinazione abbia costituito il fattore casuale definitivo'. A riprova di ciò erano stati pubblicati 'i contenuti dei rapporti clinici, le autopsie e le descrizioni dei cambiamenti patologici, sia notevoli sia minori, nel sistema nervoso centrale, nelle zone vaccinate, nelle ghiandole linfatiche proprie di quelle zone ed in altri tessuti'. Delle immagini grafiche perfettamente chiare illustravano le lesioni istologiche trovate nel midollo spinale nella parte più bassa. 'La prova eziologica tratta dalle manifestazioni cliniche e istologiche è molto evidente, ed è confermata anche dai risultati degli esperimenti biologici (condotti su animali)'.


Nel 1959 si iniziò ufficialmente ad usare il vaccino della pertosse, addizionandolo alla sostanza sperimentale da iniettare, per es. tessuti animale di reni, o pancres, etc.. per andare a facilitare l’insorgere della patologia autoimmune relativa all’organo estraneo iniettato: infatti il vaccino della pertosse svolgeva un'azione allergizzante particolarmente intensa su tutti i tipi di animali da laboratorio. La riuscita degli esperimenti finalizzati a provocare reazioni allergiche viene quindi favorita aggiungendo il vaccino antipertossico alla soluzione da iniettare. I topi (oppure i conigli, i criceti, ecc.) muoiono di conseguenza più rapidamente e in maggior numero. In egual maniera l'aggiunta del vaccino alla soluzione sterile del cervello e del midollo spinale contribuisce in modo notevole a far insorgere un'encefalite allergica [Cherry, 1988]. Per tali motivi il vaccino anti-pertosse è 'l'adjuvant' (adiuvante) preferito per gli esperimenti che debbono provocare l'encefalomielite allergica [Coulter, 1985].
Attraverso un’analisi della letteratura medica siamo risaliti ad almeno 3 situazioni patologiche in cui i vaccini possono avere un’azione causale.
1 - Studi scientifici degli ultimi 20 anni hanno evidenziato che le vaccinazioni possono provocare rigonfiamento cerebrale
Iwasa S, 'Rigonfiamento del cervello in topi causato dal vaccino anti-pertosse', Jpn J Med Sci Biol, 1985, 38(2):53-65
Mathur R, Kumari S, '-Fontanella protuberante- a seguito di vaccino triplo', Indian Pediatr, giugno 1981; 18(6): 417-418
Barry W, Hatcher G, '-Fontanelle protuberanti- in neonati senza meningite', Arch Dis Child, aprile 1989; 64(4): 635-636
Shendurnikar N, '-Fontanella protuberante- a seguito di vaccino DPT', Indian Pediatr, nov. 1986; 23(11): 960
Gross TP, Milstien JB, Kuritsky JN, '-Fontanella protuberante- a seguito di vaccinazione anti-difterica- tetano- pertosse e vaccino tetano- difterica', J Pediatr, marzo 1989;114(3):423-425
Jacob J, Mannino F, 'Aumento di pressione intracraniale a seguito di vaccino anti- difterica, tetano e pertosse', Am J Dis Child, feb. 1979; 133(2):217-218
Dugmore, WN, 'Edema bilaterale del polo posteriore: ipersensibilità al vaccino Alavac P', Br J Ophthalmol, dic. 1972, 55:848-849
2 - I vaccini possono causare danni subclinici al cervello non ancora sviluppato, denominati encefalopatie da vaccino
Il patologo olandese E. de Vries dimostrò che il cervello dei bambini, a causa della propria immaturità, non è in grado fino a circa il terzo anno di vita di reagire al danno causato dalla vaccinazione in un certo modo, che noi chiamiamo infiammazione. Nei primi tre anni si crea al massimo un edema cerebrale e questa reazione asintomatica, denominata da de Vries 'encefalopatia postvaccinica blanda' si distingue dalla encefalite post-vaccinica che avviene solo dopo il terzo anno di età quando la struttura cerebrale del bambino è stata definita. Questa differenziazione tra le due forme di patologie (encefalite e encefalopatia) non fa ancora parte della cultura generale medica, pur avendo ampie conseguenze. Essa spiega per esempio perché apparentemente in Germania negli anni '30 c'erano meno casi di danni da vaccino rispetto all'Austria. Infatti l'encefalite ha un quadro clinico ben definito e riconoscibile, mentre l'encefalopatia è difficilmente riconoscibile. In Austria (vaccinazione infantile tarda) si riconobbero i danni da vaccino, in Germania (vaccinazione precoce) no. L'encefalopatia non solo è poco riconoscibile allo stadio iniziale, ma crea tanto più danni in uno stadio successivo quanto più piccolo era il bambino al tempo del danneggiamento.
I neonati sono in uno stadio abbastanza delicato della mielinizzazione, che inizia nel cervelletto aIla quarta settimana e quindi si estende alle altre aree del sistema nervoso e del cervello. Per gli emisferi e la corteccia cerebrali, il ricoprimento della mielina (lo strato protettivo grasso intorno ai nervi) inizia solo ad 8 mesi di vita [Lurie, 1947]. La crescita dello strato di ricoprimento interessa tutto il sistema nervoso fino ai 15 anni di età (in alcune aree la crescita della mielina continua fino ai 45 anni).
3 - I vaccini possono causare encefaliti
La rivista Journal of the American Medical Association del 3 luglio 1926 afferma a pagina 45: 'In regioni nelle quali non è stato ancora organizzato un programma su vasta scala di vaccinazioni della popolazione la paralisi totale da encefalite è rara. È impossibile negare una correlazione tra vaccinazioni e le epidemie di encefaliti'.
Il dott. Pierre Baron, dell'Ospedale di Parigi, scrisse nel 1928 un libro che raccoglieva 255 casi di encefalite post-vaccinale a Parigi. Egli sottolineò che tutti questi casi furono volutamente ignorati dai rapporti medici o classificati come polmoniti o altro.
Nel 1923, 1924 e 1925 in Inghilterra si cercò di vaccinare la popolazione contro il vaiolo. Vennero eseguite migliaia e migliaia di vaccinazioni. Si verificò un notevole aumento nei casi di encefalite letargica. Nel 1924, in Inghilterra ed in Galles si registrarono 6296 casi di questa e di altre affezioni simili, su un totale di popolazione di 38.746.000 individui; insomma 162 casi per ogni milione di abitanti. A Liverpool, su una popolazione di 836.000 abitanti furono riportati 257 casi di tale malattia; cioè 306 casi per ogni milione di abitanti. Conicidenza vuole che la percentuale di vaccinazione a Liverpool era stata molto più elevata rispetto alla media dell'Inghilterra e del Galles.
La rivista The New York State Journal of Medicine del 15 maggio 1926 riportava due articoli tratti da riviste straniere sul diffondersi di casi simili in Europa: 'Casi di sintomi cerebrali da encefalite a seguito di vaccinazioni sono stati riportati in Olanda, Cecoslovacchia e Germania. In Svizzera sono stati riportati casi di meningite post-vaccinale'.
Fu allora che la Germania modificò la legge sulla vaccinazione antivaiolo a favore di una meno rigida applicazione della stessa, in quanto 'le persone vaccinate sviluppavano un tipo di infiammazione cerebrale che causava la morte o, in alcuni casi, una forma leggera di alienazione mentale'. Naturalmente stiamo ancora parlando di encefalopatie post-vaccinatorie (o no!?), in quanto il primo caso di autismo nella storia riconosciuto dai medici (nonché la definizione di autismo) risale al 1944.

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domenica 26 novembre 2017

Gli scienziati trovano il modo di rendere giovani le vecchie cellule umane.

Scienziati-rendere-giovani-cellule-umane

Gli scienziati hanno scoperto come rendere giovani le vecchie cellule umane attraverso il ringiovanimento. È una scoperta eccitante che potrebbe cambiare il modo in cui gli esseri umani invecchiano. 

Traduzione a cura di 
Vivere in modo naturale

I ricercatori dell'Università di Exeter e di Brighton hanno scoperto che potevano ringiovanire cellule senescenti, cellule che avevano interrotto il loro ciclo di crescita naturale, facendoli ricominciare a dividersi. 
L'esperimento ha scoperto che non solo sembrano più giovani, ma si comportano anche come cellule più giovani. "Quando ho visto alcune delle cellule del piatto della cultura ringiovanire non potevo crederci. 
Queste vecchie cellule sembravano delle cellule giovani. 
"E' stato come una magia ", ha detto il ricercatore Dr. Eva Latorre. 

D.r Eva Latorre 

PhD in Scienze biomediche e biotecnologiche


"Ho ripetuto gli esperimenti diverse volte e in ogni caso le cellule sono ringiovanite. Sono molto emozionata per le implicazioni e il potenziale di questa ricerca. " 


Scienziati-rendere-giovani-cellule-umane

La ricerca si basa su precedenti scoperte che mostrano che i geni del "fattore di splicing" si spengono quando l'uomo invecchia. 
Gli scienziati hanno trovato un modo per riavviare lo splicing attraverso le sostanze chimiche. 


Secondo i ricercatori, questo potrebbe cambiare il modo in cui invecchiamo, con la speranza che gli esseri umani sperimentino meno la degenerazione derivante dall'invecchiamento.

Le persone anziane hanno più probabilità di avere ictus, malattie cardiache e altre malattie, ma con il ringiovanimento delle cellule, questo potrebbe essere ridotto. 


Lorna-Harries-Professor- Molecular-Genetics
Lorna Harries Professoressa di genetica molecolare   

" Questo dimostra che quando tratti vecchie cellule con molecole che ripristinano i livelli dei fattori di splicing, le cellule recuperano alcune caratteristiche della giovinezza", ha detto la professoressa Lorna Harries. 
Sono in grado di crescere e i loro telomeri - i cappucci all'estremità dei cromosomi che si accorciano con l'avanzare dell'età - ora sono più lunghi, come lo sono nelle cellule giovani. 
Ora sono necessarie molte più ricerche per stabilire il vero potenziale di questi tipi di approcci per affrontare gli effetti degenerativi dell'invecchiamento. ”



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CINA – Richiamati oltre 650mila vaccini: sono inefficaci


Le dosi dovevano servire a vaccinare contro la difterite, la pertosse e il tetano. I farmaci venduti da ditte statali prima di averne verificato l’efficacia. La corruzione nel mondo della medicina.
Pechino (AsiaNews) – Più di 650mila dosi di vaccini da somministrare a bambini sono inefficaci e per questo sono stati ritirati dall’Istituto nazionale per il controllo delle medicine, che avverte che essi non sono comunque dannosi per la salute.
I vaccini ritirati dovevano immunizzare contro la difterite, la pertosse e il tetano (Dft). Le dosi di Dft sono state ritirate dallo Shandong, dall’Hebei e dalla provincia di Chongqing.
Durante alcune ispezioni di prova, l’Istituto ha riconosciuto che i vaccini non operano in modo proprio. Secondo la Xinhua alcuni vaccini sono stati già spediti e usati. Le autorità stanno studiando l’incidente per vedere chi sono i responsabili. L’Istituto statale ha messo a disposizione un numero telefonico d’emergenza per dare informazioni ai parenti che hanno somministrato il vaccino ai loro bambini.
La Cina ha iniziato a vaccinare i bambini contro la Dft fin dagli anni ’70 del secolo scorso e ha quasi sradicato queste tre malattie.



La Cina combatte da decenni contro la corruzione nel mondo della medicina. Lo stesso capo dell’Istituto nazionale della sanità è stato coinvolto con condanne per aver dato licenze per farmaci rivelatisi poi inefficaci o dannosi. Negli anni passati vi sono stati anche scandali legati alle donazioni di sangue infetto da Hiv, di cui però gli uffici governativi garantivano la qualità.
AsiaNews,07 novembre 2017
English article,AsiaNews:  Over 650,000 faulty vaccines recalled

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venerdì 24 novembre 2017

STUDIO SUI VACCINI: studio peer-reviewed mostra che i bambini vaccinati hanno un 700% in più di probabilità di disordine dello sviluppo neurologico (Articolo ricaricato)

Immagine: vaccino in studio: studio peer-reviewed mostra bambini vaccinati hanno un 700% in più di probabilità di disordine dello sviluppo neurologico

 Articolo tradotto da 

Medic Bunker La verità


Un importante studio sui vaccini rivela in modo sconvolgente come i bambini vaccinati abbiano un 700% in più dei non vaccinati ad avere un disordine nello sviluppo neurologico.



Natural News ) A San Valentino, uno studio di 34 pagine illustra alcuni degli effetti nocivi delle vaccinazione , è stato reso disponibile per la visualizzazione on-line. Sei ore dopo, l'URL era scomparso, e lo studio è stato apparentemente cancellato dalle profondità di Internet - probabilmente nella speranza che le informazioni "controverse" che conteneva sarebbero state dimenticate.


La vaccinazione e Health Outcomes: A Survey of 6 a 12 anni, vaccinati e non vaccinati bambini sulla base delle relazioni Madri ' , da Anthony R. Mawson, et al. sembrava come qualsiasi altro report standard sulla vaccinazione a prima vista, secondo l'autore James Grundvig. Il documento era stato collegato a Grundvig, e ha recentemente pubblicato un articolo sullo studio, come ha autenticato l'autore dello studio, e ha anche descritto come il giornale di pubblicazione è andato a censurare l'informazione.
Grundvig scrive che dopo aver letto le conclusioni di Mawson nello studio, sembra che forse il CDC ha volutamente evitato di condurre tale ricerca a se stessi, perché "sarebbe in contrasto con la messaggistica di CDC che tutti 'i vaccini sono sicuri.'"

Ricerca: vaccini e disturbi dello sviluppo neurologico

Per condurre le loro ricerche, Mawson e il suo team impegnati in uno studio trasversale delle madri di bambini che sono stati educati a casa. Organizzazioni homeschooling dalla Florida, Louisiana, Mississippi, Oregon e stato chiesto di inoltrare una e-mail ai propri soci, chiedendo alle madri di compilare un sondaggio on-line anonimo. Il questionario ha raccolto informazioni sullo stato vaccinale e gli esiti di salute dei loro figli biologici che erano di età compresa tra 6 e 12. In totale tra, 415 madri hanno fornito informazioni circa 666 bambini. Di questi, solo 261 (o 39 per cento) non era stato vaccinato. Informazioni sulle esperienze della gravidanza, storie di nascita, le condizioni acute e croniche, e l'utilizzo dei servizi di farmaci e assistenza sanitaria è stato anche incluso nella raccolta dei dati.

Nel complesso, i risultati dello studio hanno mostrato che mentre i bambini vaccinati sono stati con meno probabilità di avere la varicella o pertosse, erano significativamente più probabilità di sviluppare altri tipi di infezioni, allergie, e sono stati con più probabilità di essere diagnosticati con un disturbo dello sviluppo neurologico (di cui per lo studio come NDD). NDD sono stati definiti come disturbi dello spettro autistico, disturbo da deficit di attenzione (ADHD), difficoltà di apprendimento, o qualsiasi combinazione dei tre. Potrebbe essere che i bambini non vaccinati sono in molti modi più sani ? Sembra certamente in questo modo.

I dati rivelano disparità scioccanti

I dettagli specifici di questi incidenti sono ancora più scioccanti. Per esempio, lo studio ha rilevato che i bambini vaccinati hanno avuto per 7 volte maggiori probabilità di essere diagnosticati con qualsiasi tipo di NDD - o, in altre parole, un aumento del rischio del 700 per cento. C'è stato un aumento di 2 volte dello spettro autistico con diagnosi di disturbo, un aumento di 2 volte nella diagnosi ADHD e un aumento di 2 volte in difficoltà di apprendimento.

I bambini vaccinati esposti hanno avuto anche un aumento del 900 per cento in altre allergie, oltre rinite allergenica (che vantava un aumento di 1 volta soltanto). C'è stato anche un aumento di 9 volte in eczema e dermatite atopica.Sembra che ci sia un aumento del 400 per cento in malattie croniche tra i bambini vaccinati. Non ci sono state notevoli differenze nelle condizioni meno comuni, come la sindrome di Tourette, il cancro, il morbo di Crohn, la depressione, il diabete (tipo 1 o di tipo 2), artrite reumatoide giovanile, encefalopatia, e altri. Tuttavia, i ricercatori osservano che un campione più ampio sarebbe necessario al fine di individuare le differenze nei tassi di incidenti di queste condizioni più rare.
Per quanto riguarda le condizioni acute, mentre i bambini vaccinati erano significativamente con meno probabilità di avere avuto varicella o pertosse, erano anche con più probabilità di sviluppare infezioni dell'orecchio medio - con un aumento di 3,8 volte del caso. I bambini vaccinati avevano anche un 5,9 volte con maggiore probabilità di avere una polmonite rispetto ai bambini non vaccinati.
Quando si trattava di epatite A o B, febbre alta con un passato di 6 mesi, il morbillo, la parotite, la meningite (virale o batterica), l'influenza, o il rotavirus, non ci sono differenze sostanziali tra il vaccinati e non vaccinati.
Dopo il controllo per altri fattori, Mawson e il suo team determinata una regressione dell'analisi, c'è stato un aumento di 3,1 volte NDD tra i vaccinati. Inoltre, una possibile sinergia tra la vaccinazione e la nascita pretermine è stata scoperta nel corso della ricerca. Il team ha scoperto che l'interazione di parto pretermine e la vaccinazione è stata associata con un aumento di 6,6 volte del NDD.
Big Pharma e le loro shills sarà veloce nel cercare di screditare questo studio dicendo che essi "non possono verificare i risultati" a causa dell' anonimato dei dati dell'indagine - tuttavia, come ricorda Grundvig, il CDC ha usato lo stesso metodo esatto nel sondaggio del 2015 per produrre il tasso di 1-in-45 di autismo verificato nei neonati. Sarà interessante vedere il loro modo di parlare e il loro modo di aggirare questo studio.
fonti:

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