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domenica 3 giugno 2018

Gli scienziati tentano di combattere la carenza di vitamina A in Africa sviluppando pane fortificato con patate dolci.



Le fertili terre coltivate del Sud Dakota non producono patate dolci. Ma le menti ancora più fertili dell'università più grande dello Stato stanno producendo un pane dolce patinato che può combattere la carenza di vitamina A in Africa, lo afferma un articolo di NewsWise .


Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com
Tratto da naturalnews.com

Daniel Mbogo è arrivato dall'International Potato Center (CIP) dall'altra parte del mondo. Il ricercatore keniota sta lavorando con un assistente professore americano in South Dakota State University (SDState).
Srinivas Janaswamy ha svolto ricerche sui micronutrienti e sulla digestione dell'amido presso il Dipartimento di Dairy and Food Science di SDState. 

Lui e Mbogo stanno inventando delle formule di pane che aggiungono patate dolci ricche di beta-carotene , che il corpo umano trasforma in vitamina A.
Mbogo spiega che molte persone nell'Africa subsahariana soffrono di carenza di vitamina A. 
Quasi la metà dei bambini nella regione, quelli tra i 6 e i 59 mesi di età, non riceve una quantità sufficiente di vitamina.
Una grave mancanza di vitamina A causa la cecità prevenibile nei bambini. 
Li rende anche più vulnerabili alla  diarrea e ad altre malattie diffuse.

La varietà di patata dolce ricca di carotene beta viene utilizzata per fortificare i pani

Le patate dolci sono una delle più importanti fonti di cibo in Africa. 
Tuttavia, la maggior parte di loro sono le varietà che hanno pasta bianca o gialla. 
Queste patate dolci contengono bassi livelli di beta-carotene.
Il CIP ha allevato diverse varietà di patate dolci la cui pasta di colore arancione è ricca di beta-carotene. Queste colture possono crescere meglio nel suolo africano e sono migliori per i palati locali in termini di gusto e nutrienti.
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Mbogo normalmente lavora presso il laboratorio di valutazione alimentare e nutrizionale del CIP in Kenya. 
Il suo compito è quello di aiutare i partner del settore privato a preparare pane dolce con patate che può essere fornito ai consumatori africani.
Al fine di valutare meglio la digeribilità dell'amido nel pane, oltre a misurare con precisione i suoi potenziali nutrienti, Mbogo è volato a Brookings, nel Sud Dakota. 
Dice che SDState può fornirgli il tipo di addestramento e le attrezzature di cui ha bisogno che non sono disponibili nel suo laboratorio keniota. 

Lavorando a fianco di Janaswamy, Mbogo ha aggiunto diversi livelli di purea di patate dolci all'impasto del pane. 
Ha avuto cura di trovare un equilibrio tra il valore nutrizionale e le qualità che la gente desidera in una pagnotta di pane. Una volta che ha ritenuto che l'impasto fosse pronto, ha usato una macchina del pane per cuocere i pani. 
Mbogo ha poi classificato il pane in base agli attributi sensoriali, alla consistenza e al volume. Ha anche ricevuto feedback da un gruppo di esperti del gusto.

Il pane con una digeribilità lenta può aiutare i diabetici a gestire la glicemia

Dopo aver esaminato le sue caratteristiche fisiche, Mbogo ha valutato l'aggiunta di purea di patate dolci alterando la digeribilità del pane. 
Janaswamy si aspettava che il dolce pane fortificato con patate avrebbe avuto bisogno di più tempo per essere digerito. 
È interessante notare che questa non è una cattiva caratteristica da possedere. 
Gli alimenti con tempi di digestione più lunghi sono un ottimo modo per i diabetici di gestire i livelli di zucchero nel sangue.
Il passo successivo per Mbogo e Janaswamy è stato scoprire quanto del carotene beta nel pane è stato assorbito dal corpo umano. 
Hanno simulato le fasi orale, gastrica e intestinale della digestione per vedere quanta parte del nutriente è stata liberata dal pane e si è resa disponibile per l'assorbimento. 
La quantità di beta carotene assorbita dalle cellule intestinali determinerà la quantità di vitamina A sintetizzata dal corpo. I ricercatori possono capire la quantità di nutrimento in una porzione di pane fortificato con patate dolci.
Scopri di più sulle vitamine vitali utilizzate per fortificare gli alimenti a  Nutrients.news .
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Scopri l'importanza della Vitamina A leggendo  le proprietà nutrizionali di questa fondamentale vitamina negli articoli a seguire che ho selezionato per te, e non dimenticare di dare un'occhio alle recensioni. 😉





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Il legame tra carenza di potassio e cancro.

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INVENTORI DI MALATTIE.



Vendere pillole, venderle a tutti, questo è il più grande affare degli ultimi 30 anni dall'Europa al Giappone, dal Sud America fino agli Stati Uniti, il Paese in cui la spesa per i farmaci è aumentata dal 1980 al 2003, di ben 17 volte. Accompagnati dal progetto visionario del dottor Knock scopriremo come si costruisce una malattia, si crea un mercato e si vendono farmaci - per lo più inutili, se non dannosi - a milioni di persone. (*)
Mentre un tempo si inventavano medicinali contro le malattie, ora si inventano malattie per generare nuovi mercati di potenziali pazienti. L'espressione in lingua inglese “Disease mongering” ovvero la commercializzazione delle malattie e indica in modo dispregiativo la tendenza a incrementare la nosografia, ossia la descrizione e la classificazione delle malattie. Il “Disease mongering” riguarda la definizione di malattia e portato agli estremi si traduce in creazione di nuove malattie e consiste nel prendere normali sensazioni ed esperienze delle persone e definirle malattie, dando così per scontato che queste malattie necessitano di cure farmacologiche. 

A persuadere la gente ci pensa, di solito, un'imponente campagna pubblicitaria.
Se il marketing è il motore, la sua prima tappa consiste nel far uscire articoli sui giornali e a coinvolgere i media. Il loro compito è quello di iniziare a far girare il nome della nuova malattia, renderla nota: preparare cioè il mercato. Poi, subito dopo, scendono in campo le agenzie di pubblicità, organizzatissime macchine mediatiche specializzate nell'ideare campagne di lancio di nuove malattie e relativi farmaci. Sono campagne da milioni di dollari. La principale strategia di vendita di questi guru della comunicazione è quella di cambiare la percezione dei nostri disagi quotidiani, trasformandola in patologie mediche. Convincerci cioè, che una fase problematica della nostra vita, che avevamo sempre considerato un normale passaggio biologico o psicologico - come la timidezza, la paura, l'adolescenza, la menopausa, l'invecchiamento ecc. - siano da prendere seriamente in considerazione a livello medico.
Gli articoli sui giornali, e la successiva campagna di comunicazione hanno lanciato il brand: "la nuova malattia esiste". Ora è il momento di lavorare sul fulcro del sistema, l'elemento più delicato e determinante, il crocevia del sistema di marketing delle nuove malattie: il medico.
Coloro che acquistano farmaci sono nelle mani dei medici. Il mercato più importante per le aziende non è tanto quello dei pazienti quanto quello dei medici.
L'azione di marketing diretta ai medici è immensa, si tratta ogni anno di oltre 50 miliardi di dollari che vengono investiti per convincere i medici, qualcosa come il 20% del fatturato farmaceutico. E' una cifra enorme se ci pensate. La EMC, che sta a dire "il corso di educazione continua di medicina", è il corso di aggiornamento che i medici, negli Stati Uniti (ma anche in Italia), devono seguire ogni anno per mantenere la propria licenza. Bene! Il 50% dei soldi investiti dalla EMC provengono dall'industria farmaceutica. Questo avviene perché spesso questi corsi di aggiornamento sono tenuti da professori universitari che hanno un secondo lavoro nelle aziende farmaceutiche, sono: consulenti, conferenzieri, pagati appositamente dalle aziende che producono i farmaci che loro stanno studiando e di cui parlano nelle riviste mediche.
Sono i cosiddetti ‘Opinion leaders’, i leaders del settore medico, che stilano le linee guida della pratica medica, svolgono i programmi di educazione continua in medicina, che pubblicano le recensioni nelle riviste mediche. 
E poi ammettono: "Sì! Sono consulente della Pfizer o della Glaxo o di qualsiasi altra azienda farmaceutica che produce il farmaco per la malattia della quale sto parlando!".

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Ci sono tanti medici che ricevono un mucchio di soldi dalle aziende farmaceutiche e che non rendono pubblico il loro conflitto di interessi. E se le case farmaceutiche attraverso gli opinion leaders, i convegni, la formazione, fanno sui medici una pressione dall'alto, c'è un esercito composto da migliaia di professionisti di bella presenza, che invece opera un grosso lavoro dal basso. Sono i rappresentati farmaceutici, i cosidetti informatori scientifici del farmaco con le loro armi seduttive, adulazione, amicizia, premi, regali e tanti campioni gratuiti. 
Se un medico fa amicizia con un informatore, il medico, anche inconsapevolmente, comincia a prescrivere quel farmaco.

Un farmaco, normalmente, viene approvato per curare un certo disturbo, ma la casa farmaceutica spesso cerca di promuoverlo anche per disturbi per cui quel farmaco non è approvato. Questo fenomeno è il cosiddetto: uso ‘off-label’, cioè fuori approvazione. E questa è una pratica illegale. Agli informatori farmaceutici spesso viene dato il compito di allargare il mercato e promuovere i farmaci anche per altri utilizzi non approvati.


Un'altra area in cui l'industria farmaceutica è molto abile nell'influenzare la gente, è quella dei trials clinici, ovvero i test che vengono effettuati sui farmaci prima di commercializzarli. La gente pensa: "I test clinici sono la scienza, devono essere veri", e invece non è sempre così, anzi, il modo più importante per influenzare la gente è proprio quello dei test clinici. E' semplice. 
Può capitare che alcune case farmaceutiche non effettuino quei test che ritengono metteranno in cattiva luce il farmaco. Infatti ad una azienda farmaceutica non conviene fare un test, a meno che non ritenga che metta in buona luce il farmaco, quindi: verificano tutti i parametri, scelgono con quale farmaco confrontarsi, il dosaggio - magari il farmaco concorrente ha un dosaggio troppo basso, eccetera. Quindi in molti casi finisce per essere un incontro truccato, un inganno, e quelle poche volte che i test non danno risultati favorevoli all'azienda, questa farà di tutto per manipolare i dati, per modificare le cose.
Le case farmaceutiche se vogliono che una malattia si allarghi a macchia d'olio hanno anche bisogno della complicità dei pazienti stessi. Fioriscono così, un po' ovunque, le cosiddette: associazioni di pazienti, per portare a conoscenza delle famiglie le più recenti evidenze scientifiche, i protocolli più aggiornati: ma dietro questi gruppi di aiuto non ci sono solo le famiglie ed i pazienti. Spesso sono totalmente finanziati dalle case farmaceutiche.
Vi proponiamo oggi l’inchiesta "INVENTORI DI MALATTIE", un reportage trasmesso il 5/08/2009 da "C'era una volta", trasmissione in onda su Rai Tre. 
ll servizio mette in evidenza come l'industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. I danni a carico della collettività mondiale e della sua salute sono incredibilmente evidenti. In America più di 5 milioni di bambini vengono trattati con psicofarmaci, semplicemente perché "troppo" vivaci.
Noi tendiamo a dimenticare che le aziende farmaceutiche investono in business, la loro responsabilità è nei confronti dei loro azionisti e qual è il loro obiettivo? Il loro obiettivo è fare profitti e questo è esattamente quello ciò che fanno, questa è la loro priorità.
Le aziende farmaceutiche fanno un sacco di lavoro prima dell'approvazione del farmaco e lo fanno perché gli analisti di Wall Street le controllano e appena il farmaco viene approvato Wall Street si aspetta che le prescrizioni vadano alle stelle, e se migliaia di persone non cominciano subito a prendere il nuovo farmaco, Wall Street è insoddisfatta, gli analisti cominciano a scrivere rapporti che dicono che quel farmaco non è quel blockbuster che l'azienda aveva preannunciato e le stock options precipitano. E' per questa ragione che il marketing inizia addirittura anni prima che il farmaco arrivi sul mercato. Loro non possono rischiare.
«A Wall Street non importa quanti soldi fai o quali sono gli utili che riesci ad ottenere, l'unica cosa che interessa a Wall Street è: quanti utili in più farai l'anno successivo. Perciò si instaura una specie di circolo vizioso, per cui i tuoi successi passati, l'enorme successo ottenuto con un farmaco importante significano che devi fare ancora meglio con i nuovi farmaci anche se non hai niente in cantiere, e ciò spinge le aziende a fare cose illegali, cose che non dovrebbero fare». (Peter Rost)

Peter Rost è un medico, e ho lavorato per circa vent'anni nel settore farmaceutico, in ultimo alla Pfizer come vicepresidente del settore marketing, fino al giorno in cui ha deciso di parlare. 
Peter Rost ha definito il settore farmaceutico: "una specie di mafia": «Esattamente come il crimine organizzato il settore farmaceutico è stato dichiarato colpevole di reati molto grossi, e ha pagato multe di miliardi di dollari. E' molto potente, e se qualcuno prova a parlare apertamente di quello che succede in quel mondo, viene, letteralmente, mandato via a calci. E quindi, il settore farmaceutico si comporta e ha un potere sulla politica molto simile alla mafia».

Fondamentalmente le aziende farmaceutiche sono nel business per fare utili, sanno che c'è un modello di business e focalizzano la loro attenzione sullo sviluppo di farmaci affinché vengano acquistati. Cercano dunque di creare una domanda attraverso la creazione di disturbi di vario tipo - che siano malattie reali o immaginarie - la gente da sempre immagina tutta una serie di malesseri alcuni reali e altri no, ma comunque la gente crea effettivamente una domanda. E' evidente che la creazione di malattie da parte delle case farmaceutiche avviene perché loro vogliono, come tutte le aziende, sviluppare dei prodotti per i quali esiste una domanda, e allora faranno di tutto per creare una domanda, come quella di curare malattie inesistenti per vendere prodotti che a loro conviene sviluppare, grazie alla loro posizione di monopolio.
«Il mercato più grande per i farmaci è la gente sana, e l'obiettivo delle aziende è vendere il maggior numero possibile di farmaci a gente sana, o magari con piccolissimi ed insignificanti disturbi. Per fare questo le aziende vendono più la malattia che il farmaco. Se riescono a convincere le persone sane - che costituiscono un enorme mercato - che queste hanno una malattia che va curata, allora riescono veramente a creare un blockbuster, cioè un farmaco che vale un milione di dollari di prescrizioni. La cosa più innovativa nell'industria farmaceutica, non c'è dubbio, è il marketing». (Marcia Angell)

Marcia Angell, medico specializzato in medicina interna e patologia, è stata direttrice The New England Journal of Medicine (NEJM), una delle riviste mediche più prestigiose al mondo. In campo sanitario è un’autorità riconosciuta e una convinta sostenitrice della riforma medica e farmaceutica. Ora insegna alla Harvard Medical School.
Da anni la Angell è una delle principali voci critiche, una vera spina nel fianco per le aziende farmaceutiche.

(*)  INVENTORI DI MALATTIE
Durata: 00:52:41
Andato in onda: 05/08/2009
 Oppure qui:

 LEGGI ANCHE:
Disease mongering. Una malattia per ogni pillola
Redazione Salute Internazionale 30 giugno 2010 
Alice Fabbri e Chiara Bodini

Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongering
Moynihan R, Heath I, Henry D.
BMJ 2002;324:886
“A lot of money can be made from healthy people who believe they are sick…” https://www.bmj.com/content/324/7342/886.1.full

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