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sabato 30 agosto 2025

🧪 Vaccini, Nanopolveri e Obblighi: il Dossier Italiano di Gatti e Montanari (2016-2017)

 
la famosa ricerca sui vaccini del dottor stefano montanari e della dottoressa Gatti
il Dossier Italiano di Gatti e Montanari (2016-2017)

💉 Dossier Italia: 

 Le Nanoparticelle nei Vaccini: il lavoro di Gatti e Montanari (2016-2017)


Di Salvatore Calleri NatMed e Corrado Cianchino PhD

Introduzione

Il biennio 2016-2017 rappresenta un punto di svolta nella storia scientifica e politica italiana in materia di vaccini.
Da un lato, due ricercatori indipendenti, Antonietta Gatti e Stefano Montanari, pubblicavano uno studio rivoluzionario in cui denunciavano la presenza di nanopolveri inorganiche e particelle industriali nei vaccini.
Dall’altro, il Parlamento italiano, guidato dall’allora ministra della salute Beatrice Lorenzin, approvava una delle leggi più discusse della storia recente: l’obbligo di 12 vaccinazioni pediatriche per poter accedere a scuola.

Due binari paralleli che, sebbene non si siano mai ufficialmente incrociati, raccontano la stessa vicenda: quella di un Paese che sceglie di blindare la strategia vaccinale proprio mentre emergono dati che ne avrebbero imposto una revisione critica.


Le radici della nanopatologia


Le radici della nanopatologia



Per comprendere il significato della ricerca di Gatti e Montanari bisogna tornare indietro di oltre un decennio.

  • 1990-2000 → I due scienziati iniziano a indagare gli effetti delle polveri sottili sull’organismo umano, scoprendo che nanoparticelle invisibili a occhio nudo possono penetrare nei tessuti, provocare infiammazioni croniche e alterare i processi cellulari.

  • 2004 → Antonietta Gatti diventa consulente della Commissione Europea sui rischi delle nanoparticelle.

  • 2006 → I due pubblicano uno dei primi testi divulgativi italiani sulla “nanopatologia”. Nello stesso anno, subiscono il sequestro del loro microscopio elettronico a Modena, vicenda che durerà anni e che verrà interpretata come un tentativo di fermare le loro ricerche indipendenti.

  • 2010-2015 → Lavorano su polveri di guerra (Iraq, Kosovo, Afghanistan) e su casi civili (Ilva di Taranto, poligoni militari italiani), documentando danni a popolazioni esposte a nanopolveri.

Queste esperienze scientifiche, accumulate sul campo, li porteranno a chiedersi: cosa accade quando queste stesse nanoparticelle vengono iniettate direttamente nel corpo attraverso un vaccino?


La ricerca sui vaccini (2016-2017)

La ricerca sui vaccini (2016-2017)

Nel 2016, Montanari e Gatti iniziano a raccogliere campioni di vaccini distribuiti in Europa. Grazie al loro microscopio elettronico a scansione (SEM) e alla tecnica di spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (EDX), analizzano 44 tipi diversi di vaccini, tra pediatrici e per adulti.

I risultati: un catalogo di contaminazioni

Pubblicati nel gennaio 2017 sulla rivista International Journal of Vaccines and Vaccination, i dati rivelarono una realtà inquietante:

  • Tutti i vaccini analizzati risultavano contaminati da micro- e nanoparticelle inorganiche.

  • Tra le sostanze rinvenute:

    • Alluminio in diverse forme cristalline,

    • Acciaio inossidabile,

    • Tungsteno,

    • Piombo,

    • Cromo,

    • Titanio,

    • Antimonio,

    • Residui di leghe industriali.

Alcuni campioni presentavano quantità tali da mostrare decine di particelle per campo visivo al microscopio.

📌 Nel paper si legge:

“The vaccines analyzed contain non-biodegradable and non-biocompatible foreign bodies that are neither declared nor expected. Their presence is inexplicable and extremely concerning in view of their potential toxicological effects.”


Le implicazioni biologiche

Le nanoparticelle rilevate non erano menzionate nei bugiardini ufficiali. Gatti e Montanari avvertivano che queste particelle:

  • non si degradano nel corpo umano,

  • possono accumularsi nei tessuti (fegato, milza, midollo osseo, cervello),

  • attivano il sistema immunitario in maniera cronica,

  • possono innescare processi autoimmuni e degenerativi.

In altre parole, sostanze mai testate per inoculazione diretta risultavano presenti nei vaccini pediatrici e destinati a neonati.

Lo studio specifica:

“Given their small size, these particles can enter cell nuclei and interact with DNA, potentially triggering genotoxic effects.”


Il contesto politico: la legge Lorenzin del 2017

La legge Lorenzin del 2017



Mentre queste scoperte venivano pubblicate, l’Italia viveva uno dei momenti più controversi della sua storia sanitaria.

  • Maggio 2017 → Il governo Gentiloni approva un decreto che introduce 12 vaccini obbligatori per i bambini da 0 a 16 anni (morbillo, polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B, varicella, haemophilus, rosolia, parotite, meningococco B e C).

  • Luglio 2017 → La legge viene ratificata dal Parlamento con proteste popolari senza precedenti. Migliaia di famiglie scendono in piazza in tutta Italia.

  • Votazioni: alla Camera il decreto passa con 296 voti favorevoli e 92 contrari; al Senato con 171 voti favorevoli e 63 contrari.

  • Settembre 2017 → Scatta l’obbligo di presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione a scuola.

La coincidenza temporale è evidente: mentre due scienziati documentavano la presenza di nanocontaminazioni non dichiarate nei vaccini, lo Stato italiano sceglieva di renderli imposti per legge a tutta la popolazione infantile.


Reazioni mediatiche e ostracismo


Nella foto il Dott. Stefano Montanari e la coniuge Dott.ssa Antonietta Morena Gatti


Le conseguenze non tardarono:

  • I principali quotidiani italiani ignorarono lo studio.

  • Trasmissioni TV e opinionisti ridicolizzarono Gatti e Montanari, etichettandoli come “allarmisti” o “anti-scientifici”.

  • La comunità accademica ufficiale rifiutò di aprire un dibattito sui dati.

Eppure, nessuno entrò nel merito dei risultati al microscopio. La critica si fermò all’etichetta, senza affrontare la sostanza: perché nei vaccini sono state trovate particelle industriali come tungsteno e acciaio inossidabile?

Montanari dichiarò in un’intervista del 2017:

“Noi mostriamo immagini al microscopio. Chiunque può verificarle. Non si tratta di opinioni, ma di fatti materiali.”


La questione etica e il nodo irrisolto


La questione etica e il nodo irrisolto



La pubblicazione del 2017 sollevava domande etiche di enorme portata:

  1. Controllo di qualità: chi verifica realmente la composizione dei vaccini prima dell’immissione sul mercato?

  2. Trasparenza: perché sostanze non dichiarate sono state trovate in prodotti somministrati a milioni di bambini?

  3. Rischi a lungo termine: quali effetti possono avere nanoparticelle inorganiche sul sistema immunitario e neurologico di un bambino vaccinato nei primi mesi di vita?

  4. Obbligo: è legittimo imporre un trattamento sanitario che contiene elementi mai testati ufficialmente per la sicurezza?


Dopo il 2017: silenzi e resistenze

Negli anni successivi, nonostante l’eco che la ricerca ebbe a livello internazionale (in Germania, Francia e Spagna se ne discussero in convegni indipendenti), in Italia il tema rimase tabù.

  • 2018-2019 → Montanari e Gatti continuano conferenze in Italia ed Europa, ma incontrano ostilità crescente.

  • 2020-2021 → Con l’arrivo della pandemia e dei vaccini Covid-19, il loro lavoro viene richiamato da associazioni indipendenti che chiedono analisi analoghe sui nuovi prodotti a mRNA.

  • Oggi → Lo studio resta consultabile online, ma raramente citato nei dibattiti ufficiali.

Montanari in più occasioni ha ribadito:

“La scienza non è un atto di fede. Mostrare che nei vaccini ci sono particelle estranee non significa essere contro i vaccini, ma pretendere che siano sicuri e controllati.”


Il nodo ancora aperto

La vicenda Montanari-Gatti mostra come scienza e politica possano correre su binari opposti.
Nel momento in cui si sarebbero dovuti aprire controlli indipendenti e trasparenti, l’Italia ha scelto di rispondere con l’imposizione e con il silenzio mediatico.

Restano aperte le stesse domande di allora:

  • Perché quelle particelle erano lì?

  • Perché nessuna autorità ha avviato indagini indipendenti dopo la pubblicazione del 2017?

  • E soprattutto: quanto possiamo fidarci di un sistema che ignora le proprie stesse contraddizioni?

📌 La storia non si è chiusa nel 2017. Al contrario, oggi – nell’era post-Covid – quella ricerca appare ancora più attuale.


Dossier 2004–2017: 13 Anni di Scoperte Oscurate

13 Anni di Scoperte Oscurate



  • 2004 → inizio studi nanoparticelle in ambito biomedico.

  • 2006 → prime denunce di nanopolveri nei tessuti umani.

  • 2012 → pubblicazioni scientifiche internazionali.

  • 2016 → ricerca Gatti–Montanari sui vaccini.

  • 2017conferma tedesca (AGBUG).

  • 2018–2019 → censura crescente, attacchi mediatici. 

  • 2020+ → collegamenti con vaccini Covid.


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martedì 8 maggio 2018

DISGUSTO: Uno studio rileva che i vaccini animali non hanno garanzie contro la contaminazione e contribuiscono a gravi malattie degli animali come il cancro



Molti di noi sono incredibilmente attaccati ai nostri animali domestici. 
Pertanto, facciamo tutto il possibile per evitare che si ammalino, includendoli a vaccinarli agli intervalli raccomandati negli orari che riceviamo dai loro veterinari. 
Quello che potremmo non renderci conto, tuttavia, è che nel farli vaccinare potremmo esporli a retrovirus molto pericolosi, alcuni dei quali sono stati collegati al cancro e ad altre malattie animali mortali.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Biologicals , intitolato "I retrovirus endogeni come potenziali rischi per i vaccini", avverte che il modo in cui vengono fabbricati i vaccini animali li rende vulnerabili alla contaminazione da retrovirus che sono presenti nel ceppo madre delle cellule utilizzate nella loro produzione.

La produzione di vaccini sia umani che animali dipende dall'uso di cellule viventi umane e animali come sementi di bestiame. 
Sfortunatamente, come notato da GreenMedInfo , molte di queste cellule sono contaminate da retrovirus endogeni (ERV). Quando i vaccini animali che sono stati creati usando cellule contaminate vengono iniettati nei nostri amici pelosi, queste malattie possono essere trasferite insieme ai contenuti "normali" del vaccino.
Lo studio, condotto da ricercatori del dipartimento di biologia cellulare dell'Università di Kyoto in Giappone, ha scoperto che i rischi associati a tali vaccini sono stati ampiamente ignorati, lasciando i nostri animali domestici vulnerabili a gravi malattie, tra cui la leucemia felina, il tumore primario diagnosticato in gatti. (Correlato: Leggi altri possibili pericoli per i tuoi amici felini su PetHealth.news )

La leucemia felina è particolarmente preoccupante per gli amanti dei gatti, poiché colpisce tra il 2 e il 3% di tutti i gatti negli Stati Uniti e fino al 30% dei gatti che stanno già combattendo altre malattie.


I gatti con infezione persistente da [Feline Leukemia Virus] FeLV fungono da fonti di infezione per altri gatti. 
Il virus è versato nella saliva, nelle secrezioni nasali, nelle urine, nelle feci e nel latte dei gatti infetti. 
Il trasferimento del virus da gatto a gatto può verificarsi da una ferita da morso, durante la cura reciproca e (raramente) attraverso l'uso condiviso di lettiere e piatti per l'alimentazione. 
La trasmissione può anche avvenire da un gatto madre infetto ai suoi cuccioli, sia prima che nascano o mentre stanno allattando.



E ora, lo studio dell'Università di Kyoto ha confermato che un'altra possibile via d'infezione è attraverso gli stessi vaccini che diamo ai nostri gatti per impedire loro di ammalarsi.

Quindi, quali sono esattamente i retrovirus e perché sono così difficili da combattere?

Un video di YouTube dello Sci Show , intitolato " Retroviruses: Microbial supervillains " spiega che mentre i nostri corpi (e quelli dei nostri amici animali) possono produrre anticorpi che riconoscono e distruggono le cellule infettate da virus prima che diventino troppo fuori mano, i retrovirus operano in un modo completamente diverso - un modo in cui il corpo non si identifica e quindi non combatte efficacemente:

[I retrovirus] ottengono il loro stato di supervillain a causa di un enzima chiamato transcriptasi inversa, che legge l'RNA del virus e lo trasforma in DNA, che quindi si fa strada nel DNA della cellula e si attacca. 
Una volta che il DNA retrovirale si trova nel DNA della cellula, la cellula inizia a copiare il nuovo DNA insieme al suo. Dopo che il DNA retrovirale infetta la cellula, può rimanere inattivo per un po 'prima che si attivi. 
Inoltre, questi virus sono riprodotti in tonnellate, quindi offrono molte opportunità di mutazione. 
Tutto ciò rende incredibilmente difficile per il sistema immunitario combatterli.



Non ha molto senso iniettare intenzionalmente questi pericolosi retrovirus nei nostri animali domestici, vero? Quindi, se ami davvero il tuo migliore amico, mantienilo sano con la sua dieta ed esercizio fisico e salta le vaccinazioni. 


Le fonti includono:





Riproduzione consentita purché l'articolo non sia modificato in nessuna parte, indicando Autore e link attivo al sito.

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DISGUSTO: Uno studio rileva che i vaccini animali non hanno garanzie contro la contaminazione e contribuiscono a gravi malattie degli animali come il cancro



Molti di noi sono incredibilmente attaccati ai nostri animali domestici. 
Pertanto, facciamo tutto il possibile per evitare che si ammalino, includendoli a vaccinarli agli intervalli raccomandati negli orari che riceviamo dai loro veterinari. 
Quello che potremmo non renderci conto, tuttavia, è che nel farli vaccinare potremmo esporli a retrovirus molto pericolosi, alcuni dei quali sono stati collegati al cancro e ad altre malattie animali mortali.

Traduzione a cura di Vivereinmodonaturale.com

Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Biologicals , intitolato "I retrovirus endogeni come potenziali rischi per i vaccini", avverte che il modo in cui vengono fabbricati i vaccini animali li rende vulnerabili alla contaminazione da retrovirus che sono presenti nel ceppo madre delle cellule utilizzate nella loro produzione.

La produzione di vaccini sia umani che animali dipende dall'uso di cellule viventi umane e animali come sementi di bestiame. 
Sfortunatamente, come notato da GreenMedInfo , molte di queste cellule sono contaminate da retrovirus endogeni (ERV). Quando i vaccini animali che sono stati creati usando cellule contaminate vengono iniettati nei nostri amici pelosi, queste malattie possono essere trasferite insieme ai contenuti "normali" del vaccino.
Lo studio, condotto da ricercatori del dipartimento di biologia cellulare dell'Università di Kyoto in Giappone, ha scoperto che i rischi associati a tali vaccini sono stati ampiamente ignorati, lasciando i nostri animali domestici vulnerabili a gravi malattie, tra cui la leucemia felina, il tumore primario diagnosticato in gatti. (Correlato: Leggi altri possibili pericoli per i tuoi amici felini su PetHealth.news )

La leucemia felina è particolarmente preoccupante per gli amanti dei gatti, poiché colpisce tra il 2 e il 3% di tutti i gatti negli Stati Uniti e fino al 30% dei gatti che stanno già combattendo altre malattie.


I gatti con infezione persistente da [Feline Leukemia Virus] FeLV fungono da fonti di infezione per altri gatti. 
Il virus è versato nella saliva, nelle secrezioni nasali, nelle urine, nelle feci e nel latte dei gatti infetti. 
Il trasferimento del virus da gatto a gatto può verificarsi da una ferita da morso, durante la cura reciproca e (raramente) attraverso l'uso condiviso di lettiere e piatti per l'alimentazione. 
La trasmissione può anche avvenire da un gatto madre infetto ai suoi cuccioli, sia prima che nascano o mentre stanno allattando.



E ora, lo studio dell'Università di Kyoto ha confermato che un'altra possibile via d'infezione è attraverso gli stessi vaccini che diamo ai nostri gatti per impedire loro di ammalarsi.

Quindi, quali sono esattamente i retrovirus e perché sono così difficili da combattere?

Un video di YouTube dello Sci Show , intitolato " Retroviruses: Microbial supervillains " spiega che mentre i nostri corpi (e quelli dei nostri amici animali) possono produrre anticorpi che riconoscono e distruggono le cellule infettate da virus prima che diventino troppo fuori mano, i retrovirus operano in un modo completamente diverso - un modo in cui il corpo non si identifica e quindi non combatte efficacemente:

[I retrovirus] ottengono il loro stato di supervillain a causa di un enzima chiamato transcriptasi inversa, che legge l'RNA del virus e lo trasforma in DNA, che quindi si fa strada nel DNA della cellula e si attacca. 
Una volta che il DNA retrovirale si trova nel DNA della cellula, la cellula inizia a copiare il nuovo DNA insieme al suo. Dopo che il DNA retrovirale infetta la cellula, può rimanere inattivo per un po 'prima che si attivi. 
Inoltre, questi virus sono riprodotti in tonnellate, quindi offrono molte opportunità di mutazione. 
Tutto ciò rende incredibilmente difficile per il sistema immunitario combatterli.



Non ha molto senso iniettare intenzionalmente questi pericolosi retrovirus nei nostri animali domestici, vero? Quindi, se ami davvero il tuo migliore amico, mantienilo sano con la sua dieta ed esercizio fisico e salta le vaccinazioni. 


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