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martedì 4 dicembre 2018

Dott. Stefano Montanari: Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini.

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Dott. Stefano Montanari: Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini.

Roberta Doricchi intervista il dott. Stefano Montanari.
Roberta Doricchi – Vorrei iniziare questo nostro incontro chiedendole come è finita, sempre che sia finita, la vicenda del sequestro dei computer e della documentazione a casa sua e in laboratorio.
Stefano Montanari – In realtà, almeno dal punto di vista di quella che dovrebbe essere la giustizia, la cosa è finita immediatamente. Dopo una settimana da quel famigerato giorno del febbraio scorso il Tribunale del Riesame aveva già stabilito che il sequestro era illegittimo e tutto si sarebbe dovuto chiudere lì.
RD – Ma non è andata così, mi pare.
SM – Vede, il nostro è un paese particolare dove il concetto di giustizia è molto armonico con la società che ci siamo lasciati crescere addosso. Ciò che accadde è che riuscimmo a riavere ciò che ci era stato sequestrato solo 27 giorni più tardi.
RD – In che condizioni?
SM – Secondo il nostro tecnico qualcuno era andato a sbirciare nei computer pur non avendone il diritto. Ma di certo il nostro tecnico, che pure fa da anni perizie per i tribunali, si è sbagliato. La conseguenza tangibile sono stati i 12.000 Euro tra tecnico e avvocato che abbiamo dovuto spendere per qualcosa che forse non sarebbe potuto accadere altrove, 27 giorni di fermo assoluto e valanghe di fango che ci sono piovute addosso perché il pettegolezzo è una ghiottoneria per tanti cervellini. Aggiungo che, curiosamente, da allora i telefoni e i computer fanno le bizze. Una pura coincidenza, è naturale.
RD – E ora?
SM – Ora, dopo tanti mesi, la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione.
RD – Dunque, è finita.
SM – Non ci giurerei. Il sistema legale vigente permette a chi vuole prendersene gioco usandone le possibilità a proprio uso e consumo di farlo impunemente. Sono fin troppo facile profeta se le dico che ci sarà chi si oppone a quella pur ovvia e doverosa archiviazione e andremo avanti ancora per chissà quanto. Dopotutto la denuncia che ci fu fatta e che portò al sequestro era palesemente infondata, cosa, peraltro, già stabilita prima dal Tribunale di Modena e poi da quello di Reggio Emilia, ma ciò che importava, importa e importerà era, è e sarà continuare ad ostacolarci e questo si farà finché morte non ci separi.
RD – Ma, se opposizione ci sarà, quali sono le possibilità di successo di chi si oppone?
SM – Nessuna, ma non è quello l’obiettivo. L’obiettivo è quello di perpetuare una certa situazione.
RD – Cambiamo argomento. Il professor Burioni afferma che i vaccini non contengono mercurio e la scatola che mostra lei alle sue conferenze, una scatola su cui è stampato il riferimento al mercurio contenuto nel prodotto, si riferisce ad un  vaccino multidose e non al monodose.
SM – Le confesso che non mi sarei mai attribuito la pazienza che sto dimostrando a me stesso di avere. Come ho ripetuto innumerevoli volte, il mercurio è usato correntemente nella preparazione dei vaccini. Poi, per motivi di chimica, non si riesce ad allontanarlo del tutto dal prodotto finito. Sarebbe sufficiente conoscere un po’ di tecnica farmaceutica e un po’ di chimica per evitare la figuraccia. Poi, il fatto del multidose e del monodose dimostra che il pubblico cui il personaggio si rivolge ha caratteristiche culturali e intellettuali un po’ particolari. Semplifichiamo: quando lei fa gli spaghetti alla carbonara, cambia ricetta a seconda del fatto che la cucini per una persona o per quattro?
RD – Ma il professor Burioni sostiene pure che il sale di mercurio è innocuo.
SM – Il professor Burioni ha assolutamente ragione quando afferma che, prima di parlare, è indispensabile avere una laurea sull’argomento. Si laurei in farmacia, la sola facoltà universitaria che si occupi di farmaci, e ne riparleremo.
RD – Domanda tra parentesi: perché il mercurio è tossico anche a piccole dosi?
SM – Perché modifica il gruppo sulfidrilico in tanti enzimi. Lo so: è un po’ troppo tecnico, ma così stanno le cose.
RD – Mi scusi se resto sulla stessa persona. Il professor Burioni afferma che siamo noi italiani ad infettare i migranti.
SM – E io che cosa dovrei dire?
RD – Le chiedo un commento.
SM – Spero non voglia che io perda tempo. Evidentemente il pubblico cui il personaggio si rivolge ha la levatura giusta per appetire certe portate e, dunque, tutto è cucinato su misura.
RD – Nel PD si sta aprendo una specie di diatriba interna tra chi è a favore e chi è contro il professor Burioni.
SM – Ciò che avviene al bar non è affare che m’interessi. Dia un’occhiata ai contendenti e si renderà conto che nessuno conosce neppure alla lontana l’argomento di fondo, cioè il tema dei vaccini. Ciò che questi sanno è alla stregua di qualunque tifoso da curva di stadio.
RD – Cambiamo ancora argomento. A che punto siamo con la raccolta fondi per l’acquisto del microscopio?
SM – A poco più di 170.000 Euro.
RD – Una cifra insufficiente.
SM – Evidentemente.
RD – E allora, che si fa?
SM – Democraticamente si rispetta la volontà popolare: se le nostre ricerche non interessano, bene così. Come ho detto fino ad annoiare me stesso, se entro fine anno, e manca pochissimo più di un mese, non ci saranno i soldi non solo per l’acquisto ma per il mantenimento del microscopio, useremo quanto è arrivato per completare una ricerca e poi faremo i nonni.
RD – E dopo?
SM – E dopo, subito dopo, cambierò numero di telefono e indirizzo e-mail e non riceverò più le vagonate di domande, spesso identiche perché la gente non si prende il disturbo di leggere ma vuole la risposta recapitata dal maggiordomo mentre fa colazione a letto.
RD – Ma ci sono speranze che qualcosa di positivo accada?
SM – Credo sia bene chiarire le cose. A me non interessa un fico secco continuare le ricerche. Da quelle ho avuto solo guai. Se mi sono offerto di andare avanti è perché lo so fare e perché psicologicamente non ce la faccio a mandare al diavolo i bambini massacrati dall’inquinamento, da qualunque parte l’inquinamento arrivi, e le assicuro che le fonti sono davvero tante. Certo, non è proprio rarissimo che mandare al diavolo i genitori sia una tentazione forte, ma se un bambino si ritrova dei genitori inadeguati non è colpa sua. Ora, però, spetta alla gente, quella che, poi, strepita e piagnucola per avere da noi aiuto come se fosse un nostro dovere darlo, darsi una mossa. Per permetterci non solo di disporre del microscopio ma di avere i mezzi per usarlo per almeno cinque anni basterebbe ciò che si raccoglie in un giorno in quelle cosiddette maratone televisive fatte per sostenere ricerche di cui sarebbe interessante conoscere gli esiti pratici.
RD – Non mi ha risposto: le ho chiesto se c’è qualcosa all’orizzonte.
SM – All’orizzonte ci sono sessanta e passa milioni di italiani. Il tempo è da qui a fine anno. E al presente c’è l’ennesima dimostrazione di chi abita in questa penisola.
RD – Cioè?
SM – La banca alla quale arrivano le donazioni mi ha chiesto se debba pagare il conto telefonico Vodafone di una certa persona prelevando i soldi dal conto dedicato al microscopio. Naturalmente io ho risposto che quel conto serve solo per il microscopio e che nessuno è autorizzato prelevare un centesimo. Ciò che sta accadendo è davvero ridicolo: c’è una tale signora Laura di Pavia che ha comunicato a Vodafone il numero di IBAN del conto, sperando ingenuamente che con quei soldi si paghino le sue conversazioni telefoniche.
RD – E come è finita la storia?
SM – Come doveva per forza finire: ho denunciato ai Carabinieri il personaggio. Comunque, stiano tutti tranquilli: da quel conto non esce un soldo.
RD – Torniamo ai vaccini. Dopo che non si è mai saputo nulla dei 150.000 Euro che ormai anni fa una fondazione aveva stanziato anche perché si cercasse di stabilire se ci fosse connessione tra vaccini e autismo, ora stanno uscendo alcuni risultati da parte di Corvelva, un’associazione che ha avuto una piccola sovvenzione da parte dell’Ordine Nazionale dei Biologi proprio per quelle analisi.
SM – Che cosa mi chiede?
RD – Un commento.
SM – Intanto è lodevole che un ordine professionale voglia sapere di prima mano e non si beva supinamente ciò che il regime propina.
RD – E poi?
SM – E poi i risultati sono allucinanti, in perfetta coerenza con quanto noi vediamo da oltre 16 anni. I vaccini analizzati, in quel caso solo il Priorix Tetra per due lotti differenti, contengono un cocktail di sostanze che non hanno alcun diritto di starci. Si arriva perfino a trovarci tracce di sildenafil.
RD – Cioè?
SM – Cioè il principio attivo del Viagra. E qui ci sarebbe spazio per tanta comicità pecoreccia. Ma ci sono pure tracce di erbicidi, acaricidi, metaboliti della morfina… Si è trovato persino l’1-idrossipirene.
RD – Di che si tratta?
SM – È un metabolita umano del pirene che si trova nelle urine di chi è esposto a certe forme d’inquinamento ambientale.
RD – Il pirene?
SM – Una sostanza classificata tra i cancerogeni probabili.
RD – A questo punto tre domande. La prima: come può essere finita quella roba nei vaccini? La seconda: perché non risulta dai controlli che devono essere fatti sui farmaci? La terza: perché voi non vedete quelle sostanze nelle vostre analisi e loro non vedono ciò che vedete voi?
SM – Qui ci sarebbe materia per un libro, per un’inchiesta fatta da una magistratura come si deve e per un’azione comune di tutti i medici oltre che di chi delle vaccinazioni è, per sua o per altrui volontà, destinatario.
RD – Andiamo per ordine. Come è finita quella roba nel vaccino?
SM – Qui almeno io faccio presto: non lo so.
RD – Perché?
SM – Perché ci si guarda bene dal lasciarmi ispezionare le officine di produzione. Noi, noi popolo, intendo, paghiamo somme enormi per mantenere un apparato di tecnici burocrati che dovrebbero controllare i farmaci. È a loro che la domanda deve essere rivolta e, se la risposta non c’è, si accompagnino quei signori alla porta. Semplicemente non ci servono. Anzi, sono dannosi.
RD – L’altra domanda è: perché quelle sostanze non compaiono nell’elenco i quelle che costituiscono il prodotto e perché chi controlla non le vede?
SM – Perché i controllori non le vedono è domanda cui si possono dare tante risposte, nessuna delle quali sarebbe gradita ai cosiddetti controllori. Ognuno si faccia la propria idea. Che non compaiano nei bugiardini è ovvio: sono inquinanti e, dunque, sono lì abusivamente come abusive sono le particelle che da 16 anni noi fotografiamo. Si finge che non esistano e tutti morirono felici e contenti.
RD – Numero tre: perché voi non avete visto quelle sostanze?
SM – Perché noi osserviamo i campioni al microscopio elettronico e vediamo ciò che è solido. Dunque, non vediamo le sostanze trovate da quell’ultima analisi. La stessa cosa accadde con ciò che uscì dalle analisi su 16 vaccini fatte dal laboratorio Micro Trace Minerals per la tedesca Agbug su 16 vaccini diversi. Del resto, loro non vedono ciò che vediamo noi e questo, molto semplicemente, perché usiamo tecniche diverse adatte ognuna per rilevamenti diversi. Per capirci: un oggetto può essere valutato misurandolo con il metro o pesandolo con la bilancia. Ambedue i risultati contribuiscono a descrivere ciò che si sta osservando.
RD – Insomma, analisi complementari.
SM – Esattamente.
RD – Ma non dovrebbero essere le istituzioni a fare quelle analisi?
SM – Ovviamente, ma noi siamo uomini di mondo e sappiamo come il mondo gira.
RD – A proposito di ciò che è contenuto nei vaccini, pare che il Gardasil 9, quello che è rivolto a 9 ceppi di Papilloma virus e non ai 4 della versione precedente, contenga quasi il doppio di alluminio rispetto al predecessore.
SM – Niente di strano: chi sa che cosa sono gli adiuvanti e a che cosa servono sa che più ceppi di patogeno c’introducono, maggiore è la quantità di adiuvante. Pensi quando, per assurdo, uscirà il vaccino contro tutti gli oltre 200 tipi di Papilloma virus esistenti. Allora si dovrà iniettare una vera e propria ferramenta.
RD – Un ultimo argomento: Beppe Grillo si è schierato contro l’omeopatia. Che ne dice?
SM – Stiamo parlando di Beppe Grillo. Un giorno spaccava i computer sul palcoscenico e qualche tempo dopo ne magnificava le virtù. Poi c’era la pallina da mettere in lavatrice, poi c’eravamo mia moglie ed io come i più grando scienziati del mondo… Beppe Grillo è un comico e la comicità ce l’ha nel sangue.
RD – Dunque?
SM – Dunque, come diceva il pubblico degli avanspettacoli romani del dopoguerra, “Beppe, facce ride!”
RD – Qual è la sua posizione sull’omeopatia?
SM – Dal punto di vista affettivo posso dirle che mia madre si laureò nel 1946 proprio con una tesi sull’omeopatia. Fino a che si spaccerà la medicina per una scienza e finché su quella scienza inesistente, inesistente perché le mancano le caratteristiche epistemologiche essenziali per esserlo, si faranno atti di fede, non ne usciremo. Molto banalmente, in medicina, quella vera, è buono tutto ciò che funziona e al paziente interessa solo di guarire. Se, poi, il mezzo di guarigione non aggrada a qualcuno, pazienza: l’importante è la salute. Che l’omeopatia funzioni è un fatto indiscutibile, tanto che la si usa con successo anche sugli animali. Che ci sia chi prova antipatia apparentemente aprioristica per quell’approccio medico è un fatto che classifica con chiarezza i personaggi. Per quanto mi riguarda, io non conosco l’omeopatia abbastanza per discuterne seriamente. Posso solo dire che i suoi effetti collaterali sono infinitamente più tollerabili rispetto a quelli della medicina allopatica, quella dei miliardi. E sono proprio quei miliardi a fare opinione.
RD – L’obiezione comune è che il principio attivo contenuto nei farmaci omeopatici è in quantità piccolissime.
SM – “Obiezione respinta” si direbbe nei telefilm di Perry Mason. Non è così che l’omeopatia si può valutare perché i suoi principi sono totalmente differenti. In definitiva, chi avanza quell’obiezione confessa con ingenua arroganza non solo la sua ignoranza ma anche la sua ristrettezza di mente. Se quelli sono gli scienziati, non c’è da stare allegri.

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La Sindrome della morte improvvisa del lattante non ha relazioni con i vaccini??? (IN RISPOSTA ALLE BAGGIANATE SCRITTE DAL DOTTIVENDOLO ROBERTO BURIONI NEL SUO SITO MEDICALFACTS, MA SAREBBE MEGLIO SCRIVERE MEDICALFAKE.)


La Sindrome della morte improvvisa del lattante non ha relazioni con i vaccini??? 

(IN RISPOSTA ALLE BAGGIANATE SCRITTE DAL DOTTIVENDOLO ROBERTO BURIONI NEL SUO SITO MEDICALFACTS, MA SAREBBE MEGLIO SCRIVERE MEDICALFAKE.)



Evidenze scientifiche di correlazione tra i vaccini e la SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante)


Secondo Wikipedia, la SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante) è:
nota anche come sindrome della morte improvvisa infantile o morte inaspettata del lattante oppure in terminologia comune “morte in culla” (in inglese Sudden Infant Death Syndrome o SIDS) è un fenomeno che non trova ancora alcuna spiegazione presso la comunità scientifica.
Si manifesta provocando la morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano: la morte resta inspiegata anche dopo l’effettuazione di esami post-mortem. La sindrome colpisce i bambini nel primo anno di vita ed è a tutt’oggi la prima causa di morte dei bambini nati sani.

Notate che viene detto che  è a tutt’oggi la prima causa di morte dei bambini nati sani.  
E pensare che prima che i programmi vaccinali fossero introdotti c’erano veramente pochi casi .
La probabilità di incidenza della SIDS tende ad aumentare nei tre giorni successivi alla vaccinazione e aumenta anche in base al numero di vaccini che i lattanti ricevono.
Gli stati uniti hanno il più alto piano vaccinale nel mondo sviluppato e hanno anche il maggior tasso di mortalità infantile. Non è un caso.
Di seguito un elenco di studi scientifici  (in inglese) che dimostrano la correlazione tra vaccini e SIDS:

Quasi nessuna SIDS prima dei programmi di vaccinazione. Diagnosi SIDS introdotta nel 1973 (nota 16, pagina 10)
Tra il 1990 e il 1997 sono stati segnalati oltre 600 casi di sindrome da morte improvvisa infantile dopo la vaccinazione.
La vaccinazione nei bambini di età inferiore a 3 mesi è associata ad un aumentato rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante.
Correlazione tra il numero di morti infantili e il numero di vaccini
Eventi avversi gravi associati al vaccino contro la pertosse a cellule intere, ad es. Sindrome della morte improvvisa infantile  e encefalopatia, può essere avvenuto in bambini metabolicamente vulnerabili.
La sindrome della morte infantile improvvisa e messa in fase del vaccino DTP possono essere collegati.
Tendenze relative delle ospedalizzazioni e mortalità tra i neonati per il numero di dosi di vaccino e l'età, in base al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), 1990-2010.
Il tasso di mortalità per sindrome di morte improvvisa nel periodo compreso tra zero e tre giorni dopo il DTP è stato trovato essere 7,3 volte superiore al periodo di 30 giorni dopo l'immunizzazione.
È stato segnalato un caso di morte infantile improvvisa associata a immunizzazione esavalente.
La vaccinazione contro l'epatite B è stata collegata allo shock anafilattico e alla morte nei neonati.
Nel 1985 dei gemelli hanno ceduto simultaneamente a improvvisi e inaspettati decessi da due a tre ore dopo la vaccinazione con vaccino contro la difterite, il tetano e la pertosse (DTP).
La sindrome della morte infantile improvvisa (SIDS) è stata segnalata subito dopo la vaccinazione esavalente.
La vaccinazione DTP può contribuire alla malattia del tratto urinario e alla sindrome della morte improvvisa del lattante.
Un articolo ben studiato su SIDS e vaccini: 
Questo studio ha mostrato un aumento di 6 volte delle convulsioni febbrili entro 24 ore dalla somministrazione di DTP e un aumento triplo delle convulsioni febbrili dopo l'MMR (che si manifesta dopo 8-14 giorni dopo la vaccinazione). 
I neonati prematuri hanno un rischio maggiore di sepsi e di eventi cardiorespiratori dopo la vaccinazione in terapia intensiva neonatale
Questo studio riporta un significativo aumento dell'incidenza di valutazioni della sepsi, supporto respiratorio e intubazione dopo l'immunizzazione di neonati prematuri in terapia intensiva neonatale. 
I risultati di questo studio confermano ciò che un certo numero di altri studi retrospettivi hanno trovato - che i neonati con basso peso alla nascita sembrano avere un aumento degli eventi cardiorespiratori e delle valutazioni della sepsi dopo la vaccinazione. Il punto di forza di questo studio e ciò che lo rende unico è l'ampia dimensione del campione di bambini nati in gestazione inferiore alle 28 settimane.


Ancora una volta la dimostrazione che i vaccini possono causare danni e perfino anche alla morte.
Haiaty Varotto
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lunedì 3 dicembre 2018

SIDS: 300 NEONATI MORTI OGNI ANNO IN ITALIA. UNO SU MILLE

SIDS: 300 NEONATI MORTI OGNI ANNO IN ITALIA. UNO SU MILLE

Articolo e fonte: www.libreidee.org

Morti bianche: 300 neonati ogni anno, in Italia, muoiono “in culla”. Uno su mille
Si chiama Sids, sindrome da morte infantile improvvisa (Sudden Infant Death Syndrome). 
Il sistema sanitario, accusa il naturopata Marcello Pamio, sottovaluta il problema: 

«Poco importa se tutti i bambini morti in culla hanno sempre fatto le vaccinazioni qualche giorno o qualche settimana prima». 

Casi archiviati come coincidenze, fatalità. 
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la Sids «colpisce i bambini tra un mese e un anno di età», cioè nel periodo in cui vengono fatti i primi inoculi. 
A riferire di questa “strage silenziosa” è un giornale come “Il Gazzettino”: il 25 maggio 2016, il quotidiano di Venezia titola: “Vaccini, bimba a due mesi muore nel sonno a Torino dopo esavalente”. Sempre per l’Istituto Superiore di Sanità, «dopo le malformazioni congenite, la Sids è la causa principale di morte post-neonatale negli Stati Uniti». 

Secondo il National Vital Statistics Report del 2004, «l’incidenza della Sids è di circa 1,7 per mille nati vivi. Dati simili sembrano essere registrati anche in Europa. In Italia, la stima fornita dal centro di riferimento della Regione Lombardia, è di 1 su 1000 nati vivi».

Quindi in Italia vi sarebbe un morto ogni mille bambini nati, sintetizza Pamio sul blog “Riflessioni”, in cui segnala il bugiardino del vaccino trivalente “Tripedia” per difterite-tetano-pertosse. Secondo Sanofi-Pasteur, «la percentuale di morti in culla, secondo alcuni studi osservazionali, negli Stati Uniti (periodo dal 1985 al 1991) è pari a 1,5 bambini ogni 1000 nati, mentre in Germania è di circa 0,4». Sempre dal bugiardino del trivalente Tripedia: «In uno studio caso-controllato tedesco e in uno studio di sicurezza negli Stati Uniti, su 14.971 neonati che hanno ricevuto il vaccino Tripedia ne sono morti 13». 
Quindi, sottolinea Pamio, 13 morti su circa 15.000 neonati significa una percentuale pari a 0,86 morti per ogni 1000 nati. «In Italia sono nati nel 2016 circa 470.000 bambini. 

Se la percentuale di mortalità del Tripedia è di circa 0,86/1000 nati, tenuto conto che da noi sono nati 470.000 l‘anno scorso, il vaccino se ne è portati via circa 400. Morti per cosa? Da Sids, ovviamente, ma non solo. Almeno 300 ne muoiono per Sids ogni anno, ma se teniamo conto che non è l’unica causa di morte, si fa presto ad ottenere le cifre riportate».Ancora il bugiardino del Tripedia segnala che «gli eventi avversi riportati durante l’uso post-approvazione del vaccino Tripedia includono: porpora trombocitopenica idiopatica, Sids, reazione anafilattica, autismo, convulsione, encefalopatia, ipotonia, neuropatia, sonnolenza e apnea». Lo dicono gli stessi produttori dei vaccino, commenta Pamio: «Lo mettono nero su bianco nel bugiardino», mentre da noi «i grandi medici e la grande scienza ufficiale negano con tutte le forze e con ogni mezzo la correlazione tra vaccini-autismo e la correlazione tra vaccini-Sids. 
Beata ignoranza e soprattutto malafede, e intanto i bambini continuano a morire». 

Pamio definisce “olocausto” la morte in massa dei neonati, e sollecita un’azione legale, da parte della magistratura, per accertare eventuali responsabilità delle autorità italiane, per esempio «il ministro della salute, il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità e il direttore dell’Aifa, nonché il presidente della Repubblica che ha firmato e avvallato la conversione del decreto in legge», quello sui 10 vaccini obbligatori voluto dalla “ministra” Beatrice Lorenzin.Se l’Italia è un caso unico al mondo per il numero di vaccini resi obbligatori, conclude Pamio, ha viaggiato a lungo in direzione esattamente opposta (e con ottimi risultati) il Giappone, che ha cambiato il calendario d’inizio per la vaccinazione «spostandolo dai tre mesi a due anni». Risulato: «Subito il loro tasso di Sids è crollato. Come mai?». 

E’ un fatto: al ritardo della vaccinazione “trivalente” Dpt (difterite-pertosse-tetano) posticipata all’età successiva ai 2 anni, ha corrisposto «un drastico calo di effetti collaterali». Nel periodo 1970-1974, quando la vaccinazione Dpt veniva effettuata dai 3 a 5 mesi di età, il Giappone erogò indennizzi per ben 57 casi gravi di bambini danneggiati da vaccino (danni permanenti) e 37 bambini morti. Durante il periodo 1975-1980, quando le iniezioni di Dpt venivano effettuate in ritardo, le gravi reazioni al vaccino sono state ridotte a un totale di tre morti. Il che significa una enorme riduzione – dall’85 al 90% – dei casi più gravi di danni, fino alla “morte bianca”. E ancora: «Nel 1988 il governo giapponese raccomandò la non-vaccinazione fino a due anni di età». 
La Sids però è ricomparsa, anche in Giappone, «da quando il governo è tornato a raccomandare le vaccinazioni a tre mesi», come afferma la dottoressa Viera Scheibner sul “New England Journal of Medicine”.

Morti bianche: 300 neonati ogni anno, in Italia, muoiono “in culla”. Uno su mille. Si chiama Sids, sindrome da morte infantile improvvisa (Sudden Infant Death Syndrome). Il sistema sanitario, accusa il naturopata Marcello Pamio, sottovaluta il problema: «Poco importa se tutti i bambini morti in culla hanno sempre fatto le vaccinazioni qualche giorno o qualche settimana prima». Casi archiviati come coincidenze, fatalità. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la Sids «colpisce i bambini tra un mese e un anno di età», cioè nel periodo in cui vengono fatti i primi inoculi. A riferire di questa “strage silenziosa” è un giornale come “Il Gazzettino”: il 25 maggio 2016, il quotidiano di Venezia titola: “Vaccini, bimba a due mesi muore nel sonno a Torino dopo esavalente”. Sempre per l’Istituto Superiore di Sanità, «dopo le malformazioni congenite, la Sids è la causa principale di morte post-neonatale negli Stati Uniti». Secondo il National Vital Statistics Report del 2004, «l’incidenza della Sids è di circa 1,7 per mille nati vivi. Dati simili sembrano essere registrati anche in Europa. In Italia, la stima fornita dal centro di riferimento della Regione Lombardia, è di 1 su 1000 nati vivi».

Quindi in Italia vi sarebbe un morto ogni mille bambini nati, sintetizza Pamio sul blog “Riflessioni”, in cui segnala il bugiardino del vaccino trivalente “Tripedia” per difterite-tetano-pertosse. Secondo Sanofi-Pasteur, «la percentuale di morti inVaccinoculla, secondo alcuni studi osservazionali, negli Stati Uniti (periodo dal 1985 al 1991) è pari a 1,5 bambini ogni 1000 nati, mentre in Germania è di circa 0,4». Sempre dal bugiardino del trivalente Tripedia: «In uno studio caso-controllato tedesco e in uno studio di sicurezza negli Stati Uniti, su 14.971 neonati che hanno ricevuto il vaccino Tripedia ne sono morti 13». Quindi, sottolinea Pamio, 13 morti su circa 15.000 neonati significa una percentuale pari a 0,86 morti per ogni 1000 nati. «In Italia sono nati nel 2016 circa 470.000 bambini. Se la percentuale di mortalità del Tripedia è di circa 0,86/1000 nati, tenuto conto che da noi sono nati 470.000 l‘anno scorso, il vaccino se ne è portati via circa 400. Morti per cosa? Da Sids, ovviamente, ma non solo. Almeno 300 ne muoiono per Sids ogni anno, ma se teniamo conto che non è l’unica causa di morte, si fa presto ad ottenere le cifre riportate».
Ancora il bugiardino del Tripedia segnala che «gli eventi avversi riportati durante l’uso post-approvazione del vaccino Tripedia includono: porpora trombocitopenica idiopatica, Sids, reazione anafilattica, autismo, convulsione, encefalopatia, ipotonia, neuropatia, sonnolenza e apnea». Lo dicono gli stessi produttori dei vaccino, commenta Pamio: «Lo mettono nero su bianco nel bugiardino», mentre da noi «i grandi medici e la grande scienza ufficiale negano con tutte le forze e con ogni mezzo la correlazione tra vaccini-autismo e la correlazione tra vaccini-Sids. Beata ignoranza e soprattutto malafede, e intanto i bambini continuano a morire». Pamio definisce “olocausto” la morte in massa dei neonati, e sollecita un’azione legale, da parte della magistratura, per accertare eventuali responsabilità delle autorità italiane, per esempio «il ministro della salute, il direttore Marcello Pamiodell’Istituto Superiore di Sanità e il direttore dell’Aifa, nonché il presidente della Repubblica che ha firmato e avvallato la conversione del decreto in legge», quello sui 10 vaccini obbligatori voluto dalla “ministra” Beatrice Lorenzin.
Se l’Italia è un caso unico al mondo per il numero di vaccini resi obbligatori, conclude Pamio, ha viaggiato a lungo in direzione esattamente opposta (e con ottimi risultati) il Giappone, che ha cambiato il calendario d’inizio per la vaccinazione «spostandolo dai tre mesi a due anni». Risulato: «Subito il loro tasso di Sids è crollato. Come mai?». 
E’ un fatto: al ritardo della vaccinazione “trivalente” Dpt (difterite-pertosse-tetano) posticipata all’età successiva ai 2 anni, ha corrisposto «un drastico calo di effetti collaterali». 
Nel periodo 1970-1974, quando la vaccinazione Dpt veniva effettuata dai 3 a 5 mesi di età, il Giappone erogò indennizzi per ben 57 casi gravi di bambini danneggiati da vaccino (danni permanenti) e 37 bambini morti. Durante il periodo 1975-1980, quando le iniezioni di Dpt venivano effettuate in ritardo, le gravi reazioni al vaccino sono state ridotte a un totale di tre morti. Il che significa una enorme riduzione – dall’85 al 90% – dei casi più gravi di danni, fino alla “morte bianca”. E ancora: «Nel 1988 il governo giapponese raccomandò la non-vaccinazione fino a due anni di età». 
La Sids però è ricomparsa, anche in Giappone, «da quando il governo è tornato a raccomandare le vaccinazioni a tre mesi», come afferma la dottoressa Viera Scheibner sul “New England Journal of Medicine”.

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ANALISI SUI VACCINATI IN ITALIA CONTRO L'INFLUENZA STAGIONE 2016/2017

ANALISI SUI VACCINATI IN ITALIA CONTRO L'INFLUENZA STAGIONE 2016/2017 RISULTATI: PIU' MORTI E PIU' OSPEDALIZZAZIONI TRA I VACCINATI CON L'ANTINFLUENZALE.

E' stato pubblicato quest’anno il risultato di un’indagine effettuata in FVG su un ampio campione. Il risultato è stato: “Non è stato osservato nessun effetto significativo sulla probabilità di visite in reparti di urgenza, ospedalizzazione, o morte per polmonite o influenza”. È stata osservata tra i vaccinati una frequenza di ospedalizzazione maggiore del 11-47% (a seconda del tipo di vaccino) e mortalità maggiore del 2-12% (a seconda del tipo di vaccino)

Valent F e Gallo T. Influenza vaccine effectiveness in an Italian elderly population during the 2016-2017 season. Ann Ist Super Sanità 2018 | Vol. 54, No. 1: 67-71.

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